Tour de France 2006: tappe e classifiche in diretta, profili dei ciclisti e delle squadre
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Basso: "Uscirò a testa alta"
La rabbia del varesino escluso dal Tour: "Sono stato trattato come un ladro. Non sono fuggito, la squadra mi ha sospeso. Ho passato di peggio, tornerò a correre. E a vincere"
Momenti difficili per Ivan Basso, 28 anni. Ap
Momenti difficili per Ivan Basso, 28 anni. Ap
STRASBURGO (Francia), 1° luglio 2006 - La voce non è rotta dall’emozione. E neppure dal classico groppo in gola che ti assale quando il mondo sembra cascarti addosso. È difficile credere che Ivan Basso abbia pianto o si sia disperato, mentre lasciava il Tour che avrebbe dovuto dargli la consacrazione ultima dopo il trionfo al Giro. Nel giorno più difficile della carriera, il varesino trova la forza di restare in piedi e non farsi schiacciare dal peso dei sospetti. Risponde al telefono, mentre torna in macchina verso casa. E il timbro è quello di un Ivan deciso, non dell’uomo disarmato che poco prima sembra abbia detto "non ho fatto niente e vado via come un ladro".
Essere uscito dalla porta di servizio ha dato l’impressione quasi di una fuga, se ne rende conto?
"Non scappo. Non sono fuggito da Strasburgo. La squadra mi ha sospeso e io devo fare ciò che mi chiedono. Mi hanno imposto di non parlare oltre della vicenda e di andare via come ho fatto. E io non potevo agire di testa mia. Dopotutto avevo parlato con voi giornalisti già al mattino".
È vero, ma la notizia della sua esclusione dal Tour in quel momento non era ufficiale.
"Perché, adesso cosa c’è di ufficiale? Non c’è un organo di giustizia che mi abbia notificato qualcosa. E nemmeno l’Uci o la Guardia Civil. E’ una situazione anomala, mi sono ritrovato al centro dell’attenzione per una vicenda con cui non ho niente a che fare. Capitemi. Per me è imbarazzante mettere la faccia davanti alle telecamere".
Il suo nome compare nel dossier dell’inchiesta doping spagnola. Come si difenderà adesso?
"Il mio avvocato Massimo Martelli sta cercando di avere questo dossier, che non si sa dove diavolo sia, poi lo leggerà e sono sicuro che ne uscirò senza problemi, perché sono innocente. D’ora in avanti sarà lui a parlare con me".
Cosa le ha detto Riis, quando è venuto nella sua camera?
"Mi ha detto che sono sospeso finché la mia posizione non verrà chiarita, che ha dovuto prendere questa decisione perché il codice etico firmato dalle squadre lo impone, ma che ha completa fiducia in me e mi aspetta a braccia aperte".
La freddezza con cui ha separato la sua posizione da quella della squadra non le è parsa un modo per scaricarla?
"Con Bjarne ho parlato prima di voi e questo mi basta".
Qual è il suo stato d’animo dopo essere stato cacciato dal Tour?
"Non è stato il Tour a escludermi, è stata una decisione della mia squadra. Ora mi interessa solo tornare a casa, da mia moglie Micaela e dai miei due bambini, e starmene tranquillo. Posso solo chiudermi in me stesso e riprendere ad allenarmi. Continuerò ad andare in bici, perché questo è il mio lavoro, anche se non posso correre il Tour".
È il momento più difficile della sua carriera?
"Nella mia vita ho passato di peggio. Due anni fa ero al Tour, sapendo che mia madre era ammalata di cancro. Questo al confronto è niente. Sono frastornato, ma ho fiducia nelle persone che mi stanno accanto e mi seguono. Sono certo che ne uscirò a testa alta. Presto tornerò a correre e a vincere. Posso riuscirci".
dal nostro inviatoLuigi Perna