«Il mio pensiero fisso è il Mondiale»

Un paio di giorni di relax a Jesolo con la famiglia per ricaricare le batterie in vista dello sprint per il mondiale di Mendrisio il 27 settembre. Alessandro Ballan, l'iridato che negli ultimi anni ha corso meno per una malattia che lo ha tenuto lontano due mesi dalle corse, si sta preparando per un bis alla... Bettini. Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Plouay e Vuelta prima di tuffarsi nella competizione iridata.
Ballan, in Polonia finalmente sono arrivate le vittorie. La paura di una stagione a vuoto con la maglia iridata è passata?
«Veramente già a fine giugno quando ho portato a termine il Giro di Svizzera ho capito che le cose erano cambiate. La conferma l'ho avuta al Tour anche se non sono a riuscito a concretizzare in risultati».
Quanto gli è seccato tornare a casa dalla Francia a mani vuote senza vincere nemmeno una tappa?
«Molto. Io ci ho provato, ma ho trovato il compagno di fuga sbagliato. Ma di strada da fare ce n'è ancora parecchia prima di abdicare lo scettro iridato. Io non mi arrendo».
Ora il pensiero fisso è rivolto al Mondiale?
«Punto forte a quell'obiettivo. Anche se molte sono diverse rispetto allo scorso anno».
Il percorso l'ha già visionato. Va bene per le sue caratteristiche?
«Beh, devo dire che è più selettivo dello scorso anno. Il circuito è più corto e le due salite sono più dure rispetto all'anello di Varese che poi alla fine non fatto chissà quale selezione».
Alla luce delle deduzioni, quali sono i favoriti per la corsa iridata?
«E' un tracciato fatto su misura per gente come Valverde e Gilbert».
Sta di fatto che le nuove classifiche per squadre penalizzeranno una nazione come la Francia che partirà con sei atleti contro i nove delle nazioni leader. Gli sembra giusto?
«Non condivido questo sistema di classificazione, Il paradosso è ad esempio il Lussemburgo, potrà schierare nove atleti e la Norvegia che potrebbe partire con nove elementi ha già annunciato che schiererà sette corridori. Per l'Italia è meglio: più squadre ci sono, più la corsa viene controllata».
Lei è professionista da sei stagioni e ha sempre indossato la maglia della Lampre. Sarà l'ultimo anno?
«Non è detto. La trattativa con la famiglia Galbusera è intavolata. Io ho chiesto un contratto di due anni. Vedremo».
Il suo team manager Saronni si è già rassegnato. Come mai?
«Beh, tutti vorrebbero il campione del mondo nella propria squadra».
Lei è corteggiatissimo. Ha avuto contatti con numerose squadre straniere, mentre ha sempre preferito team italiani. La vedremo al fianco di Armstrong?
«E' una delle possibilità. Ma potrebbe essere arrivata l'ora di andare all'estero».
Con il nuovo team Sky?
«E' un'altra trattatativa».
Si parla anche della Rabobank?
«Escluso, sono solamente chiacchiere».
L'anno prossimo tornerà a percorrere il vecchio programma, con le classiche del nord in primo piano?
«Prima voglio vedere quale maglia indosserò. Corse come Sanremo, Fiandre e Roubaix fanno parte del mio repertorio perchè ho le caratteristiche ideali per ben figurare. Ma ora penso solo al mondiale: prima voglio vincere a Plouay, dove l'anno scorso sono arrivato secondo».
(Sandro Bolognini)