Basso e il diario del Giro
"Ecco dove ho sbagliato"

Il campione varesino apre per la Gazzetta il bloc notes con gli appunti presi al termine di ogni tappa: l'analisi della sua corsa rosa tra discese, cambi di ritmo, tirate di collo, alimentazione. "Ora andrò al Delfinato per vincerlo".

TERNATE (Varese), 4 giugno 2009 - Un piccolo bloc notes, di quelli che usavano i grandi viaggiatori e alcuni romanzieri. Lì dentro c'è tutto il viaggio, sportivo e umano, di Ivan Basso al Giro d'Italia. Il varesino della Liquigas ha preso nota di sensazioni, stati d'animo, note tecniche e ricordi. Ci sono persino insulti dedicati a persone che lo hanno fatto arrabbiare. Basso sfoglia il quaderno nel buon retiro dove ospita i suoi compagni d'allenamento, in riva al lago di Monate. «Rileggendo gli appunti e pensando a come ho corso, ho la sicurezza che presto vincerò di nuovo una grande corsa a tappe. Possibile che avvenga già quest'anno».

L'unica possibilità è la Vuelta

"Corsa affascinante, un obiettivo fondamentale della stagione. Lunedì mattina, appena mi sono svegliato, ho acceso il computer e mi sono guardato le tappe. Mi piace".

Torniamo al Giro. Quali sono stati i momenti di maggiore difficoltà?
"Tutti i finali ad alta velocità, e questo per l'agonismo. Ho patito la discesa del Maloia e gli ultimi chilometri molto tecnici di Pinerolo e Trieste".

C'è stato un giorno di grande sofferenza?
"Le tappe sono state tutte faticose, ma nessuna negativa. Ho sofferto molto sul Blockhaus perché era una tappa del tutto anomala: brevissima, dopo il giorno di riposo, con una salita unica. Ho sofferto molto i cambi di ritmo dei miei avversari. Le variazioni di velocità mi hanno ucciso".

Ha individuato i motivi?
"Una scelta nella preparazione. Non si poteva lavorare a fondo su tutto. Ma anche su questo sono tranquillo, crescerò in fretta. Del resto le "tirate di collo" che prendi in gara non le puoi simulare in allenamento".

Ivan Basso, 31 anni, sul Vesuvio. Ap
Ivan Basso, 31 anni, sul Vesuvio. Ap

Il giorno che si è sentito al top?
"Difficile per un regolarista come me, in un grande giro, avere un giorno super. Però quando la strada saliva stavo bene. Nella tappa dell'Alpe di Siusi e in quella di Faenza ho avuto ottime sensazioni".

E le crono?
"Contrariamente a quello che si è visto e a quello che dice Aldo Sassi, sono fermamente convinto di poter andare forte. Non sarò mai un cronoman ma credo di poter lasciare dietro molti uomini di classifica. Di sicuro ho molto da lavorare".

Come?
"Prima di tutto facendone, ritrovando l'abitudine. Nelle crono non conta solo la forza e l'aerodinamica. Sono importanti anche i dettagli, tipo fare un giusto riscaldamento, mantenere la concentrazione...".

Abbiamo notato che ha preso appunti pure sull'alimentazione. Come mai?
"Perché con gli anni si cambia e stando senza correre si perdono i punti di riferimento. Così ci sono state volte che ho mangiato poco e altre che ho mangiato troppo. Altre che avrei dovuto mangiare in modo diverso".

Da domenica è al Delfinato, dove ci sarà Contador. Con quali ambizioni va in Francia?
"Vado per fare risultato. Voglio vincere. In Francia posso finalizzare immediatamente gli insegnamenti del Giro. Sul Ventoux saprò come comportarmi. Nella cronometro di apertura di 12 chilometro so esattamente che cosa mi aspetta. Idem in quella di 40 km".

dal nostro inviato Claudio Ghisalberti© RIPRODUZIONE RISERVATA

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