Simoni è già sul Bondone
Il corridore della Saunier Duval lancia la "Bike School" e oggi scala la sua montagna. Sulla prossima stagione: "Basso è una certezza, sarà il mio rivale per il Giro"
Gilberto Simoni, 34 anni, con la figlia Sofia. Ap
TRENTO, 21 dicembre 2005 - Incontro tra numeri uno. Per il brindisi inaugurale della nuova stagione, Gilberto Simoni sceglie un marchio conosciuto nel mondo: Ferrari. A fare gli onori di casa, patron Franco Lunelli. Davanti, Gibo ha il Bondone dove il 23 maggio spera di fare ubriacare di gioia i suoi tifosi; sotto,30mila metri quadrati di cantine piene di spumante che, escludendo bambini e astemi, basterebbero per far prendere una sbronza colossale a tutta Italia; di fianco, tutti i corridori trentini con cui lancia la Bike School Trentino. Gibo si muove da capo: sicuro, determinato, affabile. Dopo la visita alle cantine, una passeggiata tra i mercatini di Natale, un bicchiere di vin brulé, sorrisi e felicità. Un Gilberto così, anche a detta di chi, come Nino Marconi, lo conosce come un figlio, non si era mai visto. «Il Bondone è il fulcro di tutto. Domani (oggi, giorno in cui mamma Lina compie 75 anni, ndr) proprio da qui comincerà la mia stagione. Sarà anche la prima uscita ufficiale della scuola che ho voluto io e spero diventi punto di riferimento per tutti coloro che vogliono fare ciclismo, strada o mountain bike, in posti che ti emozionano già a vederli in cartolina. Sarà il modo migliore per vedere il Trentino divertendosi e senza perdere tempo. Poi in bici non basta sapere pedalare...».
— Veniamo alla prossima stagione. Cosa darebbe per conquistare sul Bondone tappa e maglia rosa?
«Cosa darei? Tutto. Il Bondone vale tutto. Sopporterei anche una tormenta di neve peggiore di quella che rese epica l’impresa di Gaul nel ’56».
— Lei ha anche il patentino di direttore sportivo: si metta in ammiraglia e faccia la sua squadra per il Giro.
«Prima di tutti prendo Bertagnolli, corridore e uomo generoso e sincero. Poi Alessandro Bertolini perché corre sempre nelle prime cinque posizioni del gruppo: è assurdo che uno come lui sia ancora senza squadra. Altri? Eddy Mazzoleni, che sempre più trova onore e dignità; Patxi Vila, perché con la sua allegria mi aiuta molto; Fabio Baldato perché ha un carisma potentissimo, nel suo ruolo è il migliore del gruppo; Guido Trentin perché non esalta ma c’è sempre, è una sicurezza; infine un giovane, Marco Marzano».
— Manca l’uomo per vincere il Giro...
«Sono io. L’ammiraglia la lascio a Pietro Algeri».
— Non vale. In ammiraglia c’è Simoni...
«Allora per vincere mi piacerebbe giocarmi Ivan Basso, che è una certezza e sarà il mio primo rivale nella nuova stagione. Invece per scommessa punterei su Danilo Di Luca».
— La sfida tra lei e Basso dove si giocherà?
«Lui avrà a vantaggio la cronosquadre. Contro, le tante, tantissime salite del Giro».
— Basso, Ullrich, Rasmussen... Nel dopo-Armstrong saranno in tanti a provare l’accoppiata Giro-Tour. Lei non ci pensa?
«Il prossimo, per gli scalatori,sarà un Tour orribile. Conta solo il cronometro. Però ho un sogno: conquistare l’Alpe d’Huez».
— Come mai ha scelto di correre per una squadra straniera?
«Dopo la faccenda Ferretti, onestamente, la Saunier Duval è stata l’unica squadra ProTour a cercarmi. Squadre minori mi proponevano più soldi, ma ho scelto questa formazione spagnola per orgoglio: volevo rimanere ad alto livello».
— Già, il Pro Tour. Che idea s’è fatto dopo il primo anno?
«Sarebbero dei pazzi a mollare adesso. Io farei meno squadre e meno corridori in modo che ci siano confronti sempre di alto livello tra gli stessi atleti. Sfide mondiali tra corridori che la gente impara a conoscere e a cui si affeziona. Per alcune corse, per alcune squadre, potrebbe essere doloroso, ma il ciclismo deve evolversi ed espandere i propri orizzonti».
— Tra gli spagnoli ritrova anche Pietro Algeri. Che importanza ha per lei il tecnico bergamasco?
«Fondamentale. Abbiamo passato due anni splendidi insieme, con un terzo posto e una vittoria al Giro (nel 2001, ndr). Mi trasmette sicurezza e tranquillità».
La cena da Chiesa, cuoco d’eccellenza per ciclisti e non, suggella la fine del periodo di riposo di Simoni. Da oggi il guerriero prepara nuove battaglie.
dal nostro inviatoClaudio Ghisalberti