RCS Mobile
In Gazzetta.it

Frattini e la seconda chance

Dopo aver vinto il Giro d'Italia dilettanti ed aver corso tra i pro' con l'Alessio il bivio: smettere o cambiare. "Ho scelto l'America e ho scoperto un entusiasmo indescrivibile"

Davide Frattini in azione negli Stati Uniti
Davide Frattini in azione negli Stati Uniti
MILANO, 25 gennaio 2008 - Prendete il vincitore del Giro d’Italia. Dilettanti, d’accordo, ma è sempre gente come Moser, Corti, Simoni e Pantani, tanto per fare quattro nomi. Facciamone un quinto: Frattini. Davide, da non confondere con Francesco, il fratello maggiore. Davide conquista il Giro d’Italia dilettanti nel 2001 e qualche mese dopo passa professionista nell’Alessio, ci rimane due anni e non colleziona neanche una vittoria. Per il ciclismo italiano può anche bastare. Avanti un altro. E Davide, a 25 anni, potrebbe attaccare la bici al chiodo. Invece... E’ qui che comincia la sua seconda vita. Che cosa succede? "Mio fratello Francesco aveva conosciuto un promoter a Filadelfia, ai tempi in cui correva per la Gewiss. Rintraccio il promoter, mi propongo, affare fatto. Mal che vada, mi dico, imparo l’inglese. Faccio la valigia e parto per gli Stati Uniti".
Poi?
"Comincio, anzi, ricomincio. Da zero, anzi, da due: dalla strada e dal cross. Nel 2004 vinco due corse su strada, nel 2005 una, nel 2006 quattro, nel 2007 una su strada e due di cross".
Come sono le corse?
"Strada e cross sono compatibili. In fondo è lo stesso tipo di sforzo. I criterium sono un centinaio di chilometri, due ore abbondanti, si mena parecchio. E il cross è un’ora a tutta. In entrambi i casi si fa la guerra, coltello fra i denti, in volata si chiudono gli occhi e si allargano i gomiti, soprattutto quando i tuoi avversari sono australiani, argentini e anche americani disposti a tutto pur di intascarsi i 25 mila dollari destinati al vincitore".
E lei?
"Rinasco. Se prima andavo forte sul misto e in salita, poi mi trasformo in un passista veloce. In Italia facevo le curve quadrate, negli Stati Uniti imparo a piegare e a sfiorare l’asfalto con le orecchie".
La gente?
"Ho corso due volte a San Francisco, dentro e fuori la città. C’è più gente sulle salite di San Francisco che non sui muri delle Fiandre o sui tornanti delle Dolomiti. Davvero, un’esagerazione di gente. Dopo i sette Tour di Lance Armstrong, gli americani sono impazziti per il ciclismo. E se prima esistevano soltanto le kermesse, adesso si è capito che le corse a tappe richiamano più attenzione e interessi, anche economici".
Frattini, dove abita?
"Ho vissuto un anno a New York, appartamento a Manhattan, vicino al Central Park, tra la 145ª e Broadway, a cinque o sei blocchi da Harlem. Uscivo da casa in bici, in 10 minuti oltrepassavo il George Washington Bridge ed entravo nel New Jersey, da lì in poi traffico zero, o quasi, e quel quasi si poteva tranquillamente evitare pedalando in una speciale, comoda e pulita "bike lane". Oppure il Connecticut, magnifico, con i suoi boschi e i suoi laghi. E adesso ho casa a Kutztown, un paesotto della Pennsylvania, vicino al velodromo di Allentown".
Si sente un giramondo?
"All’inizio mi sono detto: vediamo come va. Poi ho visto, e mi è piaciuto: andava bene. Certo, non era l’idea del ciclismo che mi ero fatto quando sono passato professionista. Ma guadagno abbastanza per i miei gusti, altrimenti questa vita nomade sarebbe meno facile da accettare, e faccio esperienze che altri neanche s’immaginano".
Per esempio?
"Il Trofeo Fred Mengoni, 110 chilometri, il via alle 7 di mattina, quando faceva ancora buio, per evitare il traffico. Ho imparato a evitare quartieri duri come il Bronx e ad apprezzare quartieri vivibili come Brooklyn, dove si organizzano corsette infrasettimanali. Negli Stati Uniti riesci a riconoscere quella sottile linea che divide i ricchi dai poveri, gli affidabili dai pericolosi".
Momenti difficili?
"Forse all’inizio. Il mio inglese poteva contare solo sulla base scolastica, e quella mi serviva per non morire di fame. Quando nessuno ti parla in italiano, per disperazione impari. E anche abbastanza in fretta. Il giorno in cui cominci a dimenticare come si dice una cosa in italiano e a sognare in inglese, allora è fatta. Anche i sogni cambiano: prima era la Milano-Sanremo, adesso è il Giro della California".
Nostalgia?
"A casa torno una o due volte l’anno, in America ho trovato una fidanzata canadese, Kirsten, ciclista e giornalista. Mi mancano le corse della mia zona, come la Tre Valli Varesine, la Bernocchi e l’Agostoni, mi mancano anche le classiche, e ovviamente il Giro d’Italia. Ma va bene così. E quando mi viene il magone, mi attacco a Skype".
Che cosa si potrebbe copiare dal ciclismo americano?
"L’entusiasmo. Lo spirito. Anche lo spirito con cui si gestiscono, in maniera più umana, le squadre. E...".
E...?
"L’America è la terra delle opportunità. Ti dà sempre una seconda chance. L’ha data anche a me".

Notizie correlate
  1. Zamparini: "Pastore via", Neymar: sì al Real, no al Barça
  2. Alonso: "Vinciamole tutte", Domenicali: "Il lavoro paga"
  3. Inter, primo giorno di "scuola", Eto'o: "Inter, non ti lascio"
  4. Il Tour sui social network, "Quell'auto fuori dalla corsa"
  5. Cannavaro: "Chiudo e dico tutto, L'Inter, la Juve, il mio Mondiale"
  6. Coppa America, il borsino, Sanchez e Vidal in rialzo
  7. Mou-Real, atto secondo, Più potere per vincere tutto
  8. Fiocco rosa in casa Beckham, Dopo tre maschi c'è Simon
  9. Lichtsteiner non ha dubbi, "La Juve è sempre la Juve"
  10. E' grand'Italia a Brno, Prima Melandri, poi Biaggi

GazzaSpace

Sei un nuovo utente? Registrati!

FMI: Federazione Motociclistica Italiana
Ultimo aggiornamento: 05/05/2009

La Federmoto nasce il 29 Aprile [...]

Membri: 32

Video
You need Flash Player 8 or higher to view video content with the ROO Flash Player. Click here to download and install it.
GIRO IO TI AMO:
il meglio di 100 anni di Giro d’Italia in dvd. In edicola dal 15 maggio
SUPEREROI LE GRANDI SAGHE:
in edicola i potenti vendicatori!
LA STORIA DEL FASCISMO:
in edicola il secondo dvd
Copyright 2012 © RCS MediaGroup S.p.A. | Part. IVA n. 12086540155 | Per la pubblicità contatta RCS Mediagroup S.p.A. - Divisione Pubblicità Scrivici | Redazione