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In Gazzetta.it

Pozzato guarda avanti:
"Il meglio deve arrivare"

Ha vinto al Tour e all'Het Volk ma rimpiange almeno tre occasioni perse: "Mi è mancato un successo importante ma il mio 2007 resta positivo. Sogno il Mondiale e un ciclismo diverso: noi corridori dobbiamo essere più uniti"

Filippo Pozzato, 26 anni, corre con la Liquigas. Reuters
Filippo Pozzato, 26 anni, corre con la Liquigas. Reuters
MILANO, 22 dicembre 2007 - Filippo Pozzato appartiene a quella categoria di campioni in credito con il talento di cui possono disporre. Grandi classiche, Mondiale, campionato italiano: il suo nome è sempre in cima alla lista dei favoriti, ma il finale corrisponde raramente al pronostico iniziale e alle speranze del fuoriclasse di Sandrigo. Che non dimentica gli errori, ma sa che, a 26 anni, ha davanti a se il tempo necessario per rifarsi.
2007, UN ANNO… - "Chiudo con tante belle cose, ma anche un po' di amarezza per quello che sta succedendo nel ciclismo. Personalmente considero il 2007 come un anno "discreto": ho fatto bene (Het Volk, Matteotti e una tappa al Tour, ndr) ma mi è mancata una vittoria importante".
LA CORSA PERFETTA - "Il successo nell'Het Volk non lo dimentico, ma vincere al Tour ha sempre un sapore speciale. Ad Autun ho fatto tutto bene... scelgo la quinta tappa del Tour".
IL RIMPIANTO - "Ho perso almeno tre occasioni importanti quest'anno: il campionato italiano e la Parigi-Tours per colpa mia, il Gp Plouay per fare un favore a un amico (fece spazio al compagno di squadra Di Luca in volata, ndr)".
IL GREGARIO IDEALE - "Guido Trenti. Con lui ho un bel rapporto. Ha avuto tanti problemi fisici e gli auguro di tornare al più presto. Mi sono trovato benissimo anche con Manuel Quinziato".
VARESE O PECHINO? - "Dico Varese, perché il Mondiale è speciale: ti permette di indossare una maglia che un valore simbolico enorme per un anno intero. E poi si corre in Italia. L'Olimpiade ha un significato più ampio, è l'essenza dello sport più che del ciclismo".
ORA COMANDO IO - "Se potessi cambiare qualcosa nel ciclismo di oggi imporrei innanzitutto regole più chiare. C'è troppa confusione e la componente dei corridori ha poca importanza. Un po' è anche colpa nostra, non siamo uniti e senza chiarezza non riusciremo mai a isolare fino in fondo chi bara. Negli ultimi anni comunque ho visto che le cose hanno preso la piega giusta e quindi sono ottimista".

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