RCS Mobile
In Gazzetta.it

Dalla bicicletta al risciò
Bruseghin, un 2007 da 9

Il ciclista della Lampre-Fondital ha chiuso la stagione con una corsa quattro con quattro sul Passo San Boldo: vittoria. Da qui l'annata perfetta, tra i muli "che stanno bene" e il prosecco "che chiamerò Amets, sogno"

Marzio Bruseghin, 33 anni, corre per la Lampre-Fondital. Reuters
Marzio Bruseghin, 33 anni, corre per la Lampre-Fondital. Reuters
MILANO, 20 novembre 2007 - "Si faceva a piedi o con i muli — racconta Marzio Bruseghin —. Un sentiero chiamato "canale della scala" o, in dialetto, "canàl de san Bòit", che collegava le Prealpi trevigiane con la Valbelluna. Nell'inverno fra il 1917 e il 1918, in 100 giorni, i prigionieri russi e le donne di Tovena (accento sulla o), sotto la guida del genio zappatori austriaco, trasformarono il sentiero in strada". Oggi il Passo San Boldo, più che una salita, è un’avventura; più che un serpente che si arrampica, è un romanzo che si apre. E fra tornanti e gallerie, è una sfida. La sfida di San Boldo. Ogni anno sempre più attesa. E quest’anno — quarta edizione — l’ha vinta proprio Bruseghin.
Com'è andata?
"Due squadre. Da una parte Mauro Da Dalto (professionista Liquigas), Tiziano Dall’Antonia (professionista Panaria), Ermes Tavian e "Bomba", al secolo, ma anche al millennio, Alessandro Da Re. Gran cerimoniere Pierpaolo D'Agostin, il più titolato: è lui che dirige la Locanda Al Bàkaro, proprio nella piazza di Tovena, sede della partenza. Dall’altra parte Marco Varisco (artista), Matteo (fratello di Ermes), Franco Dal Cin (gelataio a Berlino) e io. Ogni quartetto su un risciò".
Un risciò?
"Proprio così. Un risciò, di quelli da mare, due posti davanti e due di dietro, totale quattro. Siccome da questi parti non se ne trovano, anche perché il mare non c’è, sono stati recuperati a Caorle e trasportati su un furgone, con evidenti problemi di equilibrio non solo del furgone e dei risciò, ma anche di equilibrio mentale dei trasportatori".
Poi?
"Raduno di partenza, foglio da firmare, travestimento dell'epoca, anche se non si sa quale, una discreta carburazione a Prosecco, e via. I primi 10 metri sono stati di studio, poi è stata battaglia, anzi, guerra. Quando la salita si è fatta dura, i duri sono scesi dal risciò e hanno spinto. C’è stato anche un momento commovente quando il nostro equipaggio si è attaccato a un trattore, e il loro a un pick up".
Squalificati?
"No, incoraggiati. Lo sforzo di chi stava su trattore e pick up è stato encomiabile, che non so bene che cosa significhi, ma suona come un complimento. Comunque, siccome sembrava che il nostro risciò andasse più forte, gli avversari ci hanno chiesto un cambio volante. L’abbiamo fatto. Noi sul loro, loro sul nostro. Come ci siamo gettati sui pedali, si è bloccato un ingranaggio".
Allora?
"Scesi al volo e, da lì in poi, tutti giù a spingere di corsa. Sembrava che dovessimo soccombere. Invece, poco prima delle gallerie, loro si sono piantati, noi li abbiamo superati e, con una serie di manovre poco ortodosse, siamo riusciti a tagliare il traguardo per primi".
C’era un giudice?
"Certo, Ettore Floriani. Ed Ettore, valutata l’intera condotta di gara, ha stabilito che si erano verificate poche o nessuna... regolarità tale da squalificare una squadra o annullare la prova".
Dunque, voto alla sua stagione 2007?
"Un bel 9. La vittoria di san Boldo ha dato un senso alla stagione, anzi, alla carriera, o meglio, alla vita. Statistiche alla mano, per me addirittura due vittorie: oltre a san Boldo, anche la cronoscalata di Oropa al Giro d’Italia".
Bruseghin, come si sente?
"Mai sentito così forte in vita mia. Magari nella vita di qualcun altro, ma non nella mia. Dopo il Mondiale di Stoccarda ho staccato, privilegiando l’Oktoberfest al Lombardia. Anche perché al Lombardia c’ero già stato, all’Oktoberfest no. Da allora a caccia in montagna un giorno sì e l’altro pure. Come da tradizione, riprendo la bici il primo dicembre. Ma siccome il primo dicembre cade di sabato, e di sabato non si comincia mai un nuovo lavoro, anticipo a lunedì 26 novembre. Visto come sono serio?".
Gli asini come stanno?
"Bene, grazie".
E il Prosecco?
"Cento ettolitri, pari — o forse dispari — a 13 mila bottiglie. Per ora nelle botti".
Si chiamerà?
"'Amets', accento sulla e, che in basco significa "sogno". Il basco in onore del mio amico Patxi Vila".

Notizie correlate
  1. Zamparini: "Pastore via", Neymar: sì al Real, no al Barça
  2. Alonso: "Vinciamole tutte", Domenicali: "Il lavoro paga"
  3. Inter, primo giorno di "scuola", Eto'o: "Inter, non ti lascio"
  4. Il Tour sui social network, "Quell'auto fuori dalla corsa"
  5. Cannavaro: "Chiudo e dico tutto, L'Inter, la Juve, il mio Mondiale"
  6. Coppa America, il borsino, Sanchez e Vidal in rialzo
  7. Mou-Real, atto secondo, Più potere per vincere tutto
  8. Fiocco rosa in casa Beckham, Dopo tre maschi c'è Simon
  9. Lichtsteiner non ha dubbi, "La Juve è sempre la Juve"
  10. E' grand'Italia a Brno, Prima Melandri, poi Biaggi

GazzaSpace

Sei un nuovo utente? Registrati!

FMI: Federazione Motociclistica Italiana
Ultimo aggiornamento: 05/05/2009

La Federmoto nasce il 29 Aprile [...]

Membri: 32

Video
You need Flash Player 8 or higher to view video content with the ROO Flash Player. Click here to download and install it.
GIRO IO TI AMO:
il meglio di 100 anni di Giro d’Italia in dvd. In edicola dal 15 maggio
SUPEREROI LE GRANDI SAGHE:
in edicola i potenti vendicatori!
LA STORIA DEL FASCISMO:
in edicola il secondo dvd
Copyright 2012 © RCS MediaGroup S.p.A. | Part. IVA n. 12086540155 | Per la pubblicità contatta RCS Mediagroup S.p.A. - Divisione Pubblicità Scrivici | Redazione