L’ultima Liegi di Gilbert, parole e immagini sulla Redoute

22.04.2022
7 min
Salva

«E’ la mia ultima Liegi – dice Gilbert che si è commosso mentre sullo schermo scorreva il video – è particolare essere qui ai piedi della Redoute. Stamattina sono passato in bici e ho visto il mio nome scritto per terra. Non c’è stato un grande effetto sorpresa, perché ci stavano lavorando da tre giorni, ma mi ha emozionato».

Venerdì, prova percorso

Le quattro del venerdì pomeriggio, giorno dedicato alle prove sul percorso. Gilbert è passato sulla Redoute salutando amici e parenti. E ora ci accoglie per una conferenza stampa nella piazza di Aywaille che porta il suo nome. Il belga della Lotto Soudal ha visto scorrere il video in cui la sua voce narra il rapporto con la Doyenne e a un tratto ha tradito gli occhi lucidi. E’ nato e cresciuto proprio qui. E anche se la vita l’ha portato a Monaco e su strade lontane, resta il ragazzino che da piccolo si cimentava sulla Redoute e l’ultimo belga ad aver vinto la Liegi. Domande e risposte, pochi giornalisti.

«E’ la prima conferenza stampa da tanto tempo – ironizza – vorrà dire che ci sono cose importanti da dire. Cominciamo pure…».

Come arrivi all’ultima Liegi?

Il calendario è cambiato, la Roubaix a inizio settimana non ha aiutato. Sono stato male nei giorni scorsi, non sono stato capace di fare gli specifici necessari. La forma è buona, ma non sufficiente per garantire un risultato. Non è la condizione ideale, ma l’esperienza è lì e potrà compensare in parte. Ma alla Liegi non si fanno miracoli.

La carriera non finisce domani…

Ci terrei a sottolinearlo. Ci sono ancora tante corse in calendario e per ora mi concentro al 100 per cento sul mio mestiere. Poi sarà difficile abbandonarlo, ho dei contatti e vedremo se a fine anno si concretizzeranno. Avrò più tempo per la famiglia, quello è un aspetto sempre prezioso.

Ultima Liegi per Gilbert, che è nato ad Aywaille, ai piedi della Redoute: la salita ha il suo nome a ogni metro
Ultima Liegi per Gilbert, che è nato ad Aywaille, ai piedi della Redoute: la salita ha il suo nome a ogni metro
Che Liegi ti aspetti?

Una corsa più aperta. Valverde secondo a Huy ha mostrato di essere in buona condizione e dovrà prendersi il suo ruolo, nel senso che sarà la sua squadra a dover tirare se nel finale ci sarà una fuga. Ma di questi tempi è difficile fare previsioni, lo ha dimostrato l’Amstel. Di sicuro il nuovo finale senza la Cote de Forges si presta per attacchi. Con il vento che cambia direzione ogni tre ore e la renderà ancora più illeggibile.

Qualcuno dubita che per Valverde sarà l’ultima Liegi…

Per me lo sarà di certo, l’ho deciso tre anni fa quando ho firmato questo contratto. Non credo che tornerò indietro, davvero no.

Pensi che Van Aert possa fare la sua corsa?

Perché no? Ha saltato il Fiandre per il Covid, ma per lui l’arrivo a Liegi è una cosa buona. Sarebbe stato più difficile gestirlo ad Ans, ma se anche lo staccassero alla Roche aux Faucouns e lui riuscisse a salire con il suo passo, credo che avrebbe tutto il tempo per rientrare.

Nella conferenza stampa, Gilbert ha tenuto a sottolineare che la sua carriera non finisce domenica
Nella conferenza stampa, Gilbert ha tenuto a sottolineare che la sua carriera non finisce domenica
Sulla Redoute penserai al pubblico o alla corsa?

Se sarò davanti, il pubblico mi darà forza, ma penserò al risultato. La Redoute secondo me ha ripreso importanza senza la Cote de Forges. Comunque avere il pubblico sarà bello, dopo i due anni brutti della pandemia. Lo sport è soprattutto trasmettere le emozioni ai più giovani sulla strada. E’ importante far vivere loro delle esperienze forti.

Ti sei commosso a leggere le parole di quel video?

Non troppo. L’ho letto ad alta voce per quattro volte e poi l’ho registrato al primo tentativo. Ma devo dire che vederlo adesso con le immagini… non mi ha lasciato indifferente!