Più chilometri, palestra, crono e altura: Fortunato fa sul serio

13.02.2022
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Tra i corridori che hanno iniziato il 2022 agonistico in questo week-end, c’è anche Lorenzo Fortunato (in apertura foto Borserini). Il campioncino della Eolo–Kometa è uno dei più attesi per questa stagione. Non a caso Ivan Basso lo ha investito dei gradi di capitano della sua squadra. E’ lui l’uomo di classifica.

Proprio l’ex maglia rosa, e ora team manager della Eolo-Kometa, gli ha fatto cambiare mentalità la scorsa estate. Modi di lavorare, l’impegno nei confronti della cronometro, senso di responsabilità. E Fortunato sembra aver accolto bene tutto ciò. Dopo i successi dell’anno scorso, l’asticella per lui si alza. C’è la voglia di fare classifica al Giro e vedere dove si arriva. In ogni caso: è solo l’inizio…

Lorenzo Fortunato con Ivan Basso. Il manager varesino sa bene come si cresce in ottica grandi Giri (foto Instagram)
Lorenzo Fortunato con Ivan Basso. Il manager varesino sa bene come si cresce in ottica grandi Giri (foto Instagram)
Lorenzo, è il primo inverno da corridore importante. Come lo hai passato?

Ho lavorato con più consapevolezza e obiettivi concreti. Voglio arrivare alle corse per vincere, ma al tempo stesso ci arrivo più tranquillo.

Tranquillo? Eppure dovresti avere più pressione in teoria…

Sì, un po’ più di pressione in generale c’è, ma per ora non mi pesa. E’ voglia di fare risultato. Dico che sono più tranquillo perché se mi sono allenato così riesco a rendere di più. E poi perché è diverso allenarsi sapendo di andare forte, di esserci… anziché allenarsi per farsi trovare pronto.

Cosa intendi per “allenato così”?

Che ho lavorato più degli anni scorsi: ho fatto più chilometri, più palestra, più cronometro.

Quanto di più?

Ne parlavo con il preparatore giusto qualche giorno fa. Nei mesi fra dicembre e gennaio ho fatto 1.500 chilometri in più rispetto all’anno scorso. Una media di tre ore di allenamento in più a settimana. In pratica una seduta in più nell’arco dei sette giorni.

Per Fortunato 1.500 chilometri in più tra dicembre e gennaio rispetto all’anno scorso (foto Maurizio Borserini)
Per Fortunato 1.500 chilometri in più tra dicembre e gennaio rispetto all’anno scorso (foto Maurizio Borserini)
Cosa hai cambiato di più?

Per ora non abbiamo lavorato molto sull’esplosività, ma sulla resistenza. Alla fine io ho determinate caratteristiche ed è giusto lavorare su quelle. Se mi metto a lavorare sulle volate o sulle salite cortissime miglioro lo 0,5%, meglio battere il ferro dove è caldo. Nel mio caso quindi, meglio lavorare sulle salite, anche quelle più lunghe. E meglio lavorare a crono. Non per vincere chiaramente.

Della crono parlasti già in autunno. Hai continuato a lavorarci…

Sì, parecchio direi. Sono andato a Silverstone in Inghilterra, in galleria del vento, e abbiamo cambiato totalmente posizione. Adesso ho un manubrio fatto appositamente per me e devo dire che mi sento molto più a mio agio. Qualche miglioramento già c’è stato, adesso vediamo un po’ in gara.

Con questi manubri personalizzati migliora anche la guida?

Più che altro cambiano le velocità in pianura. Adesso ho le mani molto più vicino alla faccia, sono più chiuso. E per me che ero salito sulla bici da crono praticamente durante lo scorso Giro d’Italia… è un bel salto.

Questo ti darà una carica pazzesca, ti fa sentire un corridore con la “C” maiuscola…

Vero, ti dà una bella carica. La squadra non mi fa mancare niente. Alla fine è come se fossi in una Ineos-Grenadiers o un’Astana… Ho lo stesso trattamento dei loro leader. Ed è importante.

Hai fatto dei cambiamenti tecnici?

La maggior parte dei componenti sono gli stessi: gomme Vittoria, ruote Enve, pulegge CeramicSpeed… Mentre il gruppo è Sram. Per l’allenamento ho scelto il 52, ma a seconda dei percorsi in gara lo cambierò con il 54, rapporto che ho sempre usato lo scorso anno. L’unica cosa è che con Sram se uso il 54 ho 42 e non il 39, per questo bisognerà vedere bene i percorsi prima di scegliere le corone anteriori. Dietro, invece abbiamo fisso il 10-30.

Il bolognese è andato in galleria del vento per reimpostare la sua posizione a crono
Il bolognese è andato in galleria del vento per reimpostare la sua posizione a crono
Passiamo agli impegni, agli obiettivi. Tutta questa mole di lavoro è in ottica Giro d’Italia, immaginiamo… Ci arriverai in crescendo oppure avete previsto un picco in precedenza?

Sarà un crescendo graduale. Inizio adesso in Andalucia e poi farò delle corse in Italia, su tutte la Tirreno-Adriatico. Dopodiché, in attesa del Giro andrò in altura a Sierra Nevada. E ci resterò quasi un mese. 

Un mese! Determinatissimo…

Sì, sì… Dopo forse dovrei fare un’altra corsa prima del Giro. Ma vediamo. Tutto questo poi in attesa che sia ufficializzata la nostra presenza nella corsa rosa.

Più o meno siete gli stessi della passata stagione, ma è arrivato Diego Rosa. Lo conoscevi? Nei ritiri eravate nello stesso gruppo di lavoro?

Non lo conoscevo molto, ma sì: ci siamo allenati insieme tantissimo e abbiamo chiacchierato. Mi sono trovato bene con lui. Diego è stato in grandi squadre e gli ho chiesto tante cose. Gli ho chiesto delle corse e lui mi ha raccontato soprattutto come si gestiva nei grandi Giri.