Zanatta: «Ravasi deve trovare la sua dimensione»

31.01.2022
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«Perché Edward Ravasi è un talento e va tutelato fino alla fine». Così ci eravamo lasciati nell’ultimo articolo con il ragazzo di Besnate, in provincia di Varese, dopo un Giro d’Italia non esaltante. Ma come stanno andando effettivamente le cose per il classe 1994? Ne parliamo con il suo direttore sportivo, Stefano Zanatta.

Passato professionista con le stigmate del campione, Ravasi ha avuto qualche difficoltà nell’adattarsi al professionismo. L’esperienza nel WorldTour e l’approdo alla Eolo-Kometa. E attese… disattese. Tuttavia dall’estate qualcosa sembra essere cambiato… In positivo.

Stefano Zanatta è uno dei direttori sportivi della Eolo-Kometa dalla scorsa stagione (foto Maurizio Borserini)
Zanatta è uno dei diesse della Eolo-Kometa dalla scorsa stagione (foto Maurizio Borserini)
Stefano, dicevamo di Ravasi: un talento da tutelare…

Sicuramente “Eddy” ha pagato lo scotto del passaggio. E’ approdato subito in un team importante (UAE Team Emirates, ndr), con grandi capitani e un certo modo di correre. Si è ritrovato in un mondo in cui è rimasto spaesato, di conseguenza ha perso fiducia in se stesso e in più ha fatto qualche errore, come esagerare nell’essere meticoloso.

Come arrivare troppo magro al Giro…

Lo scorso anno è arrivato da noi con quella voglia di riscatto come se fosse l’ultimo anno da under 23. Invece non è così. Doveva capire in che team era capitato. Lui era abituato al WorldTour, dove c’erano altri obiettivi, altri metodi di lavoro. Ma passare da una squadra all’altra non è come accendere o spegnere l’interruttore.

Come avete lavorato con lui?

Abbiamo cercato di recuperarlo nel fisico e nella testa soprattutto. Un lavoro fatto specialmente nella seconda parte dell’anno. Di certo Eddy era il più deluso di tutti del suo rendimento. Tuttavia verso fine stagione ha mostrato una grande voglia di fare, di rimettersi in gioco che poi è quello che gli avevamo chiesto anche noi.

E cosa gli avevate chiesto di preciso?

Di lavorare con più tranquillità, di andare alle corse senza aspettative enormi. Gi avevamo chiesto di far bene su qualche salita. E lo ha fatto. Adesso è molto più sereno.

Quando avete deciso di riconfermarlo?

In base agli investimenti fatti e ai conseguenti conti, qualche dubbio se confermarlo o meno c’è stato, ma come ho già detto vista l’ultima parte di stagione c’è sembrato che Edward sia entrato nella mentalità della squadra. Posto che il valore del ragazzo c’è: come avete detto voi stessi infatti quello che ha fatto da dilettante, non lo ha fatto per caso. Deve solo capire bene qual è il suo posto nel gruppo.

Ravasi ha ottime doti da scalatore. Per Zanatta dovrà puntare su quelle
Ravasi ha ottime doti da scalatore. Per Zanatta dovrà puntare su quelle
E dov’è?

Beh, in salita va bene e può fare qualcosa di buono. Però un conto è che corri alla Caruso dello scorso Giro in cui sei leader di una squadra, un altro è correre per un piazzamento tra il 15° o il 20° posto, che serve a poco. Edward può fare bene in tappe dure, anticipare, entrare nelle fughe. E’ bravo in salita, ma se deve fare una cronoscalata non tiene il confronto coi big, per intenderci. Siamo una squadra professional, una squadra di giovani, dobbiamo farci valere in altri modi. Se vinciamo quasi sicuramente è perché anticipiamo. Se un nostro velocista conquista lo sprint generale è perché un big ha sbagliato la volata. Per noi, per esempio, è importante anche che Ravasi stia vicino a Fortunato, il nostro capitano.

Prima hai detto che Ravasi è sin troppo meticoloso, cosa intendevi?

Noi cerchiamo di essere competitivi nel team con delle figure professionali valide in ogni ramo: medici, preparatori, nutrizionisti… L’idea è quella di ragionare come una piccola WorldTour. Questo per mettere i corridori nelle migliori condizioni possibili. Ravasi ha fatto quattro anni di WorldTour, ma se pensi di passare e vincere il Giro al primo anno ti sbagli. Pertanto deve capire queste situazioni. Il che non significa lavorare come un matto, anzi… Deve lavorare il giusto e non avere aspettative enormi.

Questo discorso delle aspettative ricorre spesso…

Sta a noi capire la qualità del corridore e prima lo capiamo e prima possiamo “ottimizzarlo”. Nel caso di Ravasi, che è stato nel WorldTour non è facile tornare indietro. Non è facile cambiare mentalità, ma bisogna capire dove si è, bisogna capire la propria dimensione.

E secondo te l’ha capita?

Io credo di sì. Quest’estate dopo il Giro d’Italia, con Ivan Basso, ci siamo ritrovati a casa Eolo con Ravasi ed anche con altri ragazzi per fare il punto della situazione, per guardare al futuro. A Edward abbiamo detto che non deve stare lì a perdersi in mille pensieri se ha mangiato un po’ meno proteine o se ha fatto un’ora di allenamento in meno. E in effetti lo abbiamo visto con un altro spirito, adesso sembra contento di salire in bici e di attaccare il numero sulla schiena. Poi vediamo come andranno le prossime corse, ma quelle finali della passata stagione le ha fatte come volevamo. E tutto sommato anche quest’inverno ha lavorato bene.

L’abbraccio della Eolo-Kometa con Ravasi. Dopo il meeting con la squadra c’è stata la svolta (foto Maurizio Borserini)
L’abbraccio della Eolo-Kometa con Ravasi. Dopo il meeting con la squadra c’è stata la svolta (foto Maurizio Borserini)
Aiutare Fortunato, anticipare… a conti fatti è un ridimensionamento per Ravasi?

Bravi, bisogna essere realisti. Perché illudere i ragazzi? Tu gli metti a disposizione tutto quello che puoi, poi sta a loro dare il massimo. Aiutare un compagno che magari va forte significa essere davanti al tempo stesso. E se ne dovesse avere di più, meglio così.

Che calendario avete previsto per lui?

Inizierà a Laigueglia, farà gare di un giorno come Larciano. E poi abbiamo previsto Coppi e Bartali, Sicilia, Tour of the Alps ed eventualmente il Giro d’Italia, anche se la nostra partecipazione non è ancora ufficiale. L’idea è quella di arrivare con 15 atleti pronti da scegliere per il Giro.

Che Ravasi vedremo quindi in questo 2022?

Mi auguro di vedere uno scalatore che anticipa e non aspetta il confronto diretto con i migliori. Mi auguro di vederlo vincente e protagonista nelle corse adatte alla nostra categoria, penso a Larciano. Anche se poi andiamo a vedere chi ha vinto questi giorni a Mallorca non ci sono più corse di secondo piano! Ma ecco, proprio in questo caso un Ravasi pimpante può stare vicino ad Albanese, che in queste gare ha iniziato bene ottenendo anche un podio.