I Volti Nuovi del Gruppo, Alessandro Verre: “Colpito dall’umiltà di Quintana. Mi piace dare spettacolo”

La nostra rubrica I Volti Nuovi del Gruppo prosegue con Alessandro Verre. Il giovane talento è il neoprofessionista che scopriamo oggi nel consueto appuntamento per conoscere gli italiani in procinto di debuttare tra i grandi. Classe 2001, lo scalatore lucano ha fatto il grande salto firmando un contratto biennale con la Arkéa-Samsic, formazione Pro Tour che di fatto prenderà le veci della Qhubeka-NextHash nelle corse da tre settimane e nelle competizioni World Tour. La redazione di SpazioCiclismo lo ha intervistato in esclusiva per conoscerlo meglio e farlo conoscere ai lettori, che lo avranno già visto impegnato nella classifica generale del Giro d’Italia Under 23 2021, in cui ha concluso in sesta posizione.

Che tipo di corridore sei? Che caratteristiche hai?
Sono uno scalatore. Almeno, così è andata in passato. Ora mi scoprirò piano piano tra i professionisti. Mi piace dare spettacolo quando sono in giornata, attaccare, fare la corsa invece di inseguirla.

Quando hai iniziato a correre in bicicletta?
Quando avevo 10 o 11 anni. Ho iniziato per gioco in una squadra del mio paese. Ma avevo già provato a tre anni ad andare in bici. Anche se avevo fatto altri sport, come calcio, pallavolo e nuoto, ho scelto il ciclismo.

Chi sono stati i tuoi idoli?
Non ho avuto un idolo specifico, ma mi hanno sempre affascinato i grandi campioni che guardavo in televisione al Tour o al Giro. Sono state fonti d’ispirazione per me.

La tua esperienza in mountain bike ti ha aiutato su strada?
La multidisciplina si ha aiutato molto. Si vede non con me, ma con grandi nomi come Van Aert, Van der Poel e Pidcock. Sono molto felice di aver fatto quelle esperienze in passato, spero di tornarci in futuro.

Qual è stato il tuo miglior momento finora nel ciclismo?
Il 2021 è stato un anno molto particolare per me. Anche al Giro d’Italia Under 23 ho fatto una grande esperienza, al di là del sesto posto finale ho potuto imparare molto e capire meglio il mio potenziale.

Come squadra hai scelto la Arkea-Samsic. Come mai?
Ci sono state situazioni che mi hanno spinto a questa scelta. In Francia hanno una mentalità diversa nello sport rispetto all’Italia: basti pensare che il Tour è il terzo evento più importante al mondo dopo Olimpiadi e mondiali di calcio. L’ho sentito già alla presentazione della squadra, i tifosi ti cercano. Qui è difficile che succeda.

In squadra trovi Nairo Quintana. Hai già avuto modo di conoscerlo?
Sì, sono stato moltissimo con lui. È davvero una brava persona, molto composto, umile. Questo gli fa onore, io sono cresciuto guardando anche lui, come anche Barguil. Sono molto emozionato a poter correre con loro.

Com’è stato il tuo primo impatto con il professionismo?
È un mondo completamente nuovo, diverso, a partire dallo staff che gira intorno alla squadra. Passare dai dilettanti ti fa vedere la differenza.

Cosa ti aspetti dalla tua prima stagione?
Sicuramente voglio aiutare la squadra. Poi cercherò di capire quello che posso fare, se potrò essere in grado di vincere o se dovrò aiutare a vincere. Lo capirò con il tempo, intanto speriamo.

C’è una corsa in particolare che ti piacerebbe vincere in carriera?
Un Grande giro, sicuramente.

Tra Giro, Tour e Vuelta quindi sceglieresti il Tour?
No, lo dicevo per importanza. Ma da italiano preferirei il Giro.

Manda un messaggio ai tuoi tifosi e agli appassionati di ciclismo.
Voglio ringraziare tutti i tifosi, nell’ultimo periodo sto sentendo molto la loro vicinanza. Ho scoperto che tanti tifano per me e ci tengo a ringraziarli tanto.

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