Troppa crono e “poca” salita, la Tirreno non convince Bartoli

20.01.2022
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Questa mattina si sono alzati i veli sulla Tirreno-Adriatico numero 57. Una videoconferenza stampa ha lanciato la Corsa dei Due Mari. Una corsa che mantiene il suo DNA pur cambiando alcune cose.

Ci eravamo lasciati con il solito Pogacar che aveva messo le mani sul tridente di Nettuno (il premio del re della Tirreno). Avevamo ancora negli occhi l’impresa di Van der Poel sui muri, gli scatti di Alaphilippe e le bordate di Van Aert. E da questi protagonisti, anche se Van Aert dovrebbe essere alla Parigi-Nizza, si dovrebbe ripartire da Camaiore il prossimo 7 marzo.

Il podio 2021 (da sinistra): Wout Van Aert, Tadej Pogacar e Mikel Landa
Il podio 2021 (da sinistra): Wout Van Aert, Tadej Pogacar e Mikel Landa

Tracciato più “facile”

Il tracciato della Tirreno di quest’anno però è un po’ diverso. Probabilmente vedremo ancora tutto ciò, ma sotto un’altra veste. E per capire appunto cosa vedremo ne parliamo con Michele Bartoli, che la Tirreno-Adriatico l’ha vinta nel 1999.

Si parte con una cronometro individuale. Si prosegue con delle tappe ondulate più o meno veloci, al penultimo giorno c’è la tappa di montagna, ma senza arrivo in salita, e gran finale a San Benedetto del Tronto per quella che è la volata già annunciata. Su carta sembra più facile, ma in sette giorni si superano i 14.000 metri di dislivello e i 1.100 chilometri di strada: non è comunque una passeggiata.

Michele Bartoli vinse la Tirreno nel 1999, al primo anno in Mapei. Precedette Rebellin e Garzelli
Michele Bartoli vinse la Tirreno nel 1999, al primo anno in Mapei. Precedette Rebellin e Garzelli
Michele, si parte con una cronometro. Cosa ne pensi?

A me non piace, così come non piace il fatto che non ci sia un arrivo in salita. Soprattutto nei piccoli giri, una cronometro così lunga è troppo decisiva. Tanto più che è stata inserita al primo giorno. Per me toglie il grosso dell’attesa. In questo modo chi vince la crono vince il piccolo giro. Per me è una tendenza che andrebbe limitata.

Cioè?

Dico che una cronometro individuale di 5 chilometri poteva bastare. Gli scalatori in questo modo sono penalizzati… anche qui. Nei grandi Giri vince chi comunque va forte a cronometro, se adesso anche nei piccoli Giri vince il cronoman lo scalatore cosa fa? E per di più mi togli l’arrivo in quota.

In effetti una cronometro di questa lunghezza al primo giorno, taglia le gambe a molti anche per la conquista della maglia di leader…

Esatto, scema un po’ la lotta per la maglia. L’anno scorso la crono c’era l’ultimo giorno e un Van Aert della situazione ti prende la maglia subito, anche la tappa dei muri della situazione perde di aspettative, perché in questo modo la squadra del cronoman leader, tende a chiudere la corsa, a controllarla.

Però le tipiche tappe ondulate non mancano. In conferenza stampa si è parlato di muri, ma meno estremi. Anziché 20 e passa per cento, 10-12 per cento. Per Alaphilippe saranno sufficienti questi arrivi per recuperare il possibile gap che accumulerà a crono?

Lui è una mina vagante e non sai mai quello che fa. Quando si presenta ad una corsa può sempre inventarsi qualcosa, non viene mai tanto per… Potrebbe racimolare qua e là qualche secondo, tra abbuoni e buchi, a crono poi è meno penalizzato di quel che si pensa. Tutto sommato regge il colpo.

Però Michele, ammettiamolo, una Tirreno-Adriatico al Bartoli corridore sarebbe piaciuta…

Sì, sì… Mi sarebbe piaciuta, ma i tempi cambiano. Tutto sommato somiglia anche alla Tirreno che vinsi. Alla fine a crono mi difendevo. E anche quell’anno poi non c’era l’arrivo in salita, anche se a me un arrivo solo andava bene perché ero disposto a fare fatica. Era nei grandi Giri che mi passava la voglia di fare fatica! A parte nella prima Vuelta che feci da giovincello: ero sempre lì a tenere duro.

C’è qualche tappa che somiglia a qualche frazione di quell’edizione?

La tappa dei muri di Fermo, mi fa pensare a quella di Torricella Sicura. Io ero in fuga con Jalabert.

Esattamente una settimana dopo l’ultima tappa, quella di San Benedetto, ci sarà la Milano-Sanremo. Secondo te i corridori faranno ancora la distanza per la Classicissima allungando al termine di una frazione? Ed eventualmente quale?

Di solito si sfrutta la tappa più lunga. E secondo me sì: lo faranno. E’ un qualcosa che serve anche alla testa. L’atleta si crea degli stimoli, acquisisce convinzioni se ha del feeling con il chilometraggio della Sanremo.

Il Giro d’Italia del 2014 transitò sul Carpegna. In vetta il cippo dedicato a Pantani
Il Giro del 2014 transitò sul Carpegna. In vetta il cippo dedicato a Pantani
Quindi potrebbe essere la seconda frazione, quella di Sovicille di 219 chilometri. Però anche quella di Carpegna è di 213…

E allora quella ideale è quella di Carpegna. E’ quella più indicata perché non è neanche più vincolante per la corsa, visto che il giorno dopo c’è solo il circuito di San Benedetto del Tronto. In teoria anche gli uomini di classifica potrebbero approfittarne. Penso ad uomini che mirano appunto alla classifica della Tirreno e anche a far bene alla Sanremo.

Chi vede favorito Michele Bartoli?

Non so di preciso chi ancora ci sarà, ma siccome sembra saranno confermati molti dei nomi dell’anno scorso, io credo che Pogacar sia il favorito. Va forte a cronometro, va forte in salita. Non credo in un corridore più pesante. Penso che il Carpegna nell’ultimo tratto forse sia un po’ troppo complicato, specie se si fa due volte. No, per me il favorito è Pogacar. Pogacar e voglio vedere il ragazzino, Evenepoel, perché se va davvero forte a crono…