Carboni riparte dalla Gazprom e dal Giro del 2019

26.11.2021
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Un cambio di maglia per un cambio di vita, una sterzata. Qualcosa che dia nuovamente senso alla fatica. Così Giovanni Carboni ha aspettato che scadesse il contratto con la Bardiani e dopo quattro anni da professionista ha accettato l’offerta della Gazprom. La squadra russa, di cui abbiamo già parlato raccontando di Conci e Piccolo, ma anche con il manager Khamidulin e Dimitri Sedun, sarà la rampa del suo rilancio. Il quinto posto nella tappa di Guardia Sanframondi all’ultimo Giro lo ha in qualche modo riavvicinato al Carboni del 2019, che vestì la maglia bianca e fu quinto a San Giovanni in Rotondo, nel giorno che lanciò Masnada e Conti (in apertura con il romano in maglia rosa), e quarto a San Martino di Castrozza.

«Squadra nuova e vita nuova – dice il marchigiano – avevo già avuto l’opportunità di fare un bel salto proprio dopo quel primo Giro, ma non fu possibile. Questa volta invece sono arrivate alcune proposte e quella della Gazprom mi è piaciuta per il disegno che c’è dietro. Per l’età che ho, avere un progetto di crescita è quello che mi serve. Sono rimasto ben impressionato dalla filosofia russa. Tanti fatti, poche parole, cose chiare».

Il Giro del 2019 lo segnalò con la maglia bianca. Qui con Valerio Conti in rosa
Il Giro del 2019 lo segnalò con la maglia bianca. Qui con Valerio Conti in rosa
C’è già stato il primo ritiro, che cosa hai capito dell’impronta di Sedun?

Sembra di essere in una squadra WorldTour. Il lavoro è organizzato in modo sistematico, ognuno ha il suo ruolo e per noi corridori è più facile lavorare quando ci sono riferimenti precisi per ogni ambito. Se c’è confusione o ruoli sovrapposti, si rischia che non funzioni bene. Marco Benfatto sarà il preparatore, con un ruolo molto centrale. Siamo già suddivisi per gruppi di lavoro e io sono proprio con Sedun.

Vita nuova perché?

Voglio dimostrare che ci sono ancora e riprendere il cammino che si è interrotto dopo il Giro 2019. La mia aspettativa riparte da lì, dal modo e dalla testa con cui preparai quel Giro.

Giro d’Italia, passo Giau. Ma le cose migliori Giovanni le ha fatte nella prima settimana
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Il 2021 è stato un primo passo avanti?

Sono arrivato vicino a giocarmi il campionato italiano (Carboni è arrivato sesto, nel gruppetto con Moscon e Konychev, ndr), ma ero comunque al di sotto del mio livello migliore. Quello che è successo negli ultimi due anni è stato un insieme di cose. Ho avuto il Covid a inizio stagione, ma in generale ho bisogno di nuovi stimoli in un mondo che guarda solo ai più giovani e rischia di dimenticarsi degli altri. Io feci fatica a passare dopo sei belle vittorie fra gli under 23 e ora mi ritrovo in un’età di mezzo in cui è tempo di stringere, per fare la più lunga carriera possibile.

Se è solo un fatto di stimoli, bisogna partire da se stessi…

Ed è quello che voglio fare. Sapendo che dove non si arriva con il talento, si arriva con il lavoro. Credo che lavorando nel modo giusto, posso ricavarmi un bel ruolo. La quantità del mio impegno è sempre stata la stessa. Non saluto la Bardiani a mani vuote, posso comunque portare dei risultati in dote alla nuova squadra.

Alla Adriatica Ionica Race, arriva il quarto posto finale (stesso piazzamento sul Grappa)
Alla Adriatica Ionica Race, arriva il quarto posto finale (stesso piazzamento sul Grappa)
Cosa sai dei corridori che troverai?

Ho già corso con Fedeli alla Trevigiani. Gli altri italiani li conosco tutti e anche qualche russo con cui mi sono scontrato nelle categorie giovanili. Meglio di tutti però conosco Malucelli, lui di Forlì io di Pesaro. Ci unisce l’A14. E’ sicuro che per i vari viaggi divideremo pezzi di strada, magari ci troveremo spesso all’aeroporto di Bologna e per qualche allenamento o magari anche fuori dalla bici.

Di solito quando si hanno queste motivazioni, l’inverno è bello carico.

La squadra ci sta lasciando molto tranquilli fino al ritiro di dicembre in Spagna. Ho fatto le due dosi di vaccino e non è stato semplice riprendersi. Ora sto curando la base, fra bici e palestra, ma senza trascurare il divertimento. Ho scoperto la gravel, che mi permette di pedalare lontano dal traffico e con le misure e il manubrio da strada.

Per la preparazione invernale, Carboni ha scoperto la gravel. Le Marche sono il teatro perfetto
Per la preparazione invernale, Carboni ha scoperto la gravel. Le Marche sono il teatro perfetto
Le Marche sono lo scenario perfetto…

Sei in mezzo alla natura, abbiamo dei borghi bellissimi, boschi e chilometri di strade sterrate. Parto quasi dal mare e arrivo a Pergola, ai piedi del Monte Cucco. Davvero l’ideale. In attesa di andare in Spagna. In quei 20 giorni si lavorerà con tranquillità, tutti insieme. Pensando alla bici al 100 per cento e soprattutto al caldo.