Masotti 2020

Su pista è tempo per raccogliere, parola di Masotti

01.12.2021
5 min
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Quando Ganna con le sue straordinarie progressioni ha trascinato il quartetto italiano verso l’oro olimpico, Fabio Masotti era a Montichiari, a curare la preparazione dei giovani per europei e mondiali juniores, che sono stati poi ricchi di soddisfazioni e soprattutto di segnali positivi per il futuro. Gli allenamenti erano stati sospesi, tutti davanti allo schermo del computer a seguire in diretta le gare e a urlare, gioire, abbracciarsi per quell’oro che si era materializzato.

Fabio, udinese di 47 anni, ha assaporato quella gioia a lungo, ripensando anche a quando era stato lui in maglia azzurra ai Giochi, a Pechino 2008 in coppia con Angelo Ciccone per la Madison, a guidare il gruppo per il primo giro per poi vivere quella prova senza riuscire ad acciuffare un punto e chiudere quattordicesimi. Quell’oro in terra giapponese è anche un po’ suo, perché quel gruppo lo ha visto nascere.

Masotti Ciccone 2008
Fabio Masotti con Angelo Ciccone: per loro tre titoli italiani Madison e una presenza olimpica
Masotti Ciccone 2008
Fabio Masotti con Angelo Ciccone: per loro tre titoli italiani Madison e una presenza olimpica
Quando è iniziata la tua esperienza con la nazionale?

Io avevo smesso di correre nel 2013, affrontando nelle ultime stagioni le gare su strada senza però lasciare le Fiamme Azzurre. Con Villa avevamo condiviso anni di attività, avevo seguito da vicino i suoi successi con Martinello, così quando è stato chiamato nella nazionale su pista richiese la mia collaborazione. Erano gli anni della ricostruzione, dopo che a Londra 2012 era andato il solo Viviani (con Masotti nella foto d’apertura, ai mondiali di Berlino 2020, ndr), quindi quel progetto l’ho visto nascere.

Qual è stato il segreto per far percorrere a quel gruppo tutta la scala, dal primo gradino fino alla cima del mondo?

Hai detto la parola giusta: gruppo. Il che significa mettere insieme ragazzi che proprio affiancandosi superano le difficoltà, ad esempio quelle date dall’attività su strada che giocoforza interferisce in maniera diversa per ognuno in base agli impegni. Si fa fronte insieme, si va incontro ai problemi senza sfuggirli e alla fine tutto questo paga.

Masotti Mondiali 2021
Il gruppo azzurro iridato a Roubaix: a vincere non sono solo 4 atleti…
Masotti Mondiali 2021
Il gruppo azzurro iridato a Roubaix: a vincere non sono solo 4 atleti…
Com’è lavorare con Villa?

Qui la parola giusta è: naturale. Ci conosciamo da troppo tempo, la nostra fiducia reciproca è totale il che mi permette di dedicarmi a un gruppo di allenamento mentre lui ne cura un altro e so perfettamente che cosa vorrebbe e farebbe. Si sta verificando anche qui a Gran Canaria, nel primo ritiro dove abbiamo la responsabilità anche delle ragazze.

Tu a Tokyo non c’eri, ma che cosa hai pensato in quegli istanti?

Che quei 3’42” sono l’apice di un lavoro durato anni e costruito non solo su quei quattro campioni, ma su tutto un gruppo di ragazzi che ha contribuito a quella vittoria. Se hai solo 4 corridori non ce la fai e i mondiali sono stati la dimostrazione, con Bertazzo che ha preso il posto di Lamon. Con quei ragazzi abbiamo vissuto H24 per mesi prima di partire per Tokyo, ma per arrivarci bisognava qualificarsi e in alcune gare chi veniva dalla strada non poteva esserci. Per questo dico che la vittoria olimpica è il termine di un cammino lungo, percorso assieme da tanti. Poi ho pensato anche ai nuovi ragazzi, quelli che gioivano lì con me e che magari un domani saranno loro a far gioire qualcun altro.

Masotti Villa 2018
Masotti con Villa e gli azzurri alla Vuelta a San Juan: tante trasferte condivise, da atleti e poi da tecnici
Masotti Villa 2018
Masotti con Villa e gli azzurri alla Vuelta a San Juan: tante trasferte condivise, da atleti e poi da tecnici
A tal proposito, c’è chi dice che quello di Tokyo e Roubaix è un gruppo nel quale sarà difficile qualche nuovo innesto tipo Milan, chi invece che bisogna tenere la porta aperta a nuove forze. Tu che ci lavori insieme, che cosa ne pensi?

Quei ragazzi che hanno vinto sanno bene che nulla è scontato, che tante cose possono accadere e che bisogna essere intercambiabili. Quando Milan è entrato nel gruppo era ancora acerbo, ma poi è diventato un’arma in più e così sarà per i nuovi, Moro e Boscaro ad esempio che tanto bene hanno fatto nel finale di stagione. Dobbiamo avere un gruppo ampio e giovane, altrimenti rischiamo di fare la fine della Gran Bretagna che ha dovuto richiamare in fretta e furia Ed Clancy alla sua quarta Olimpiade. Questo è un gruppo che deve durare per più cicli olimpici, cambiando man mano.

In tutto ciò quanto influisce la tua esperienza nelle Fiamme Azzurre?

Tantissimo, è un principio alla base del lavoro in un corpo militare. Dobbiamo considerare che per la pista i gruppi militari sono un supporto essenziale, perché non ci sono solo i Ganna e i Viviani che vengono dalla strada. Lo zoccolo duro degli specialisti per vivere di questa specialità ha bisogno di certezze che il gruppo militare può dare, a loro come ad altre specialità sportive, dall’atletica agli sport da combattimento. Io dico sempre ai ragazzi che dalla pista, dal ciclocross, dalla Mtb arrivano quelli che poi saranno campioni su strada, il cammino inverso è molto più raro.

Azzurri Grancanaria 2021
Gli azzurri in allenamento a Gran Canaria, prima uscita condivisa fra uomini e donne sotto la guida di Villa
Azzurri Grancanaria 2021
Gli azzurri in allenamento a Gran Canaria, prima uscita condivisa fra uomini e donne sotto la guida di Villa
Si riuscirà a fare lo stesso per la velocità?

Io dico di sì, ma serve un progetto che parta da zero e ci vorranno almeno 8-10 anni per iniziare a raccogliere i frutti. Dobbiamo capire come fare: noi alle Fiamme Azzurre ci avevamo provato con Ceci, ma con un atleta solo non vai lontano, devi costruire un’idea intorno alla quale convogliare grandi forze, anche numeriche.

Tu che cosa ti aspetti personalmente?

Io non sono minimamente appagato, anzi. Dico sempre che questo è solo l’inizio, è il tempo del raccolto e noi abbiamo ancora più voglia d’impegnarci, qui a Gran Canaria si respira nell’aria questa voglia di continuare a vincere. Non sarebbe male, non è facile ma i ragazzi per farlo ci sono, ve l’assicuro…