Pozzovivo ancora senza squadra ma con stimoli d’acciaio

30.11.2021
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Tra i campioni, non corridori badate bene, che ancora non hanno un contratto per il 2022 figura anche il nome di Domenico Pozzovivo. Un po’ come lo scorso anno, il lucano si ritrova a vivere una situazione di grande incertezza con la sua Qhubeka-NextHash che non si sa se andrà avanti.

Il team di Douglas Ryder però lo scorso anno di questi tempi aveva dato l’okay a continuare. Stavolta invece siamo alle soglie di dicembre e la fumata bianca ancora non arriva. In teoria bisognava presentare le liste all’UCI entro il 15 novembre. Alcuni sponsor che danno supporto tecnico-logistico hanno confermato la loro presenza come Bmc e Mercedes, ma chiaramente non basta.

Il lucano passò pro’ nel 2005 nella fila dell’allora Ceramica Panaria di Reverberi. Ha sempre corso ad alti livelli
Il lucano passò pro’ nel 2005 nella fila dell’allora Ceramica Panaria di Reverberi. Ha sempre corso ad alti livelli
Domenico, allora? Cosa ci dici, com’è la situazione della tua squadra?

Ne so quanto voi. La situazione è del tutto aperta. L’idea è di restare con il gruppo Qhubeka.

E se non dovessero farla?

Eh, non sarebbe una bella cosa. Non saprei, non ho un piano B e c’è il rischio che possa smettere.

L’altro giorno parlavamo con Nieri della Qhubeka continental che invece prosegue: hai mai pensato ad una situazione di questo tipo? Un qualcosa di diverso a contatto coi giovani?

No – risponde deciso Pozzovivo – per continuare il gioco deve valere la candela e se non ho la possibilità di fare un calendario di alto livello ne risentono anche gli stimoli. E questo vale sia per una squadra di giovani che non.

E se dovesse arrivare una chiamata da una professional, una Bardiani, una Drone Hopper o anche una straniera, tipo una Alpecin che magari non ha uno scalatore del tuo tipo in organico?

Magari una Alpecin! Quella è una WorldTour mascherata…  Il problema è che ci si è dilungati un po’ troppo e non sarà facile trovare posto. Adesso i team sono fatti, quasi già stanno in ritiro e non è facile inserire un altro corridore.

Domenico Pozzovivo in azione all’ultimo Giro di Lombardia
Domenico Pozzovivo in azione all’ultimo Giro di Lombardia
Però ci sembri, almeno in apparenza, “sereno”, tranquillo…

La sensazione è che alla fine una soluzione la trovo. Magari la risposta arriva oggi… così mi faccio un bel regalo di compleanno!

Evidentemente Ryder deve averti dato qualche rassicurazione…

Quello sì. Ho parlato con lui, ma poi la realtà è che il tempo passa. Sarebbe stato meglio avere una “deadline”, almeno avrei avuto una data certa, una scadenza. Mi avrebbe tolto dell’ansia. Magari altri non avrebbero ragionato in questo modo, ma almeno così mi focalizzo e non mi faccio distrarre da altro.

Però smettere così, un corridore del tuo calibro, non sarebbe una bella cosa…

Lo so. Nella mia carriera ho affrontato cose peggiori, ma certo non sarebbe il modo ideale di chiudere. Anche perché ogni anno prima di riprendere ti poni delle domande sulle tue capacità, sulle tue motivazioni e sulla voglia di fare sacrifici e quella c’è. E’ intatta e questa non sarebbe la stagione in cui smettere da quel punto di vista.

E se dovessi smettere? Ci avevi detto che ti sarebbe piaciuto fare il preparatore…

Esatto. Ho un altro esame a breve (Domenico si sta laureando in Scienze Motorie, ndr) e me ne restano due. Vorrà dire che accelererò per la tesi e dopo mi guarderò intorno se qualcuno dovesse aver bisogno di un mio contributo.

Quindi tu già ti alleni da solo?

Sì, è così da qualche anno. Poi la squadra chiaramente vede i miei files, sono pronto a confrontarmi e semmai a cambiare qualcosa, ma l’architettura della preparazione la creo io.

Hai ripreso ad allenarti?

Sì, già da un po’. Nei giorni scorsi sono stato a casa. In questo periodo viaggio sempre con due bici al seguito…

Sei uscito in mtb!

Sì! Belle uscite. Domenica scorsa ero a Matera. Siamo usciti con un gruppo di una trentina di biker. L’uscita l’aveva organizzata mio fratello Maurizio e il percorso un signore sui 60 anni che fa gare amatoriali da non so quanto tempo, forse 35 anni. Guidava benissimo! Avremo fatto 25 chilometri di single track, bellissimi tutti molto filanti. Poi a fine uscita, sono rientrato, ho cambiato scarpe e bici e ho fatto un’altra ora e un quarto su strada. E l’ho fatta in tenuta primaverile. Non c’è il clima che ho trovato qui a Lugano al rientro.

Diteci voi se un “ragazzino” di 39 anni con questa grinta può smettere? Sembra abbastanza chiaro che Pozzovivo punta sull’ennesima rinascita della Qhubeka. Che dire: forza “Pozzo”. E tanti auguri.