Niccolò Galli: scuola Biesse Arvedi e ripetizioni da Lamon

13.12.2021
5 min
Salva

L’Italia dell’inseguimento a squadre corre veloce. Oltre ai risultati della nazionale maggiore si aggiungono le prestazioni della nazionale under 23. Per loro è arrivato un bronzo agli europei di Apeldoorn, a replicare il risultato ottenuto l’anno precedente.

Uno dei protagonisti di questa doppia medaglia è Niccolò Galli, atleta passato under 23 la scorsa stagione alla Biesse Arvedi. Una squadra che fa dei successi sul parquet un vero marchio di fabbrica. Infatti, il giovane Niccolò, 19 anni per lui, corre accanto ai protagonisti di questa stagione su pista: Francesco Lamon e Michele Scartezzini.

Con Niccolò abbiamo voluto tirare le somme dopo il suo primo anno alla Biesse Arvedi e dopo una bella stagione su pista. Chiedendogli com’è lavorare con tanti campioni giorno per giorno e quali sono gli insegnamenti che gli trasmettono.

Niccolò Galli inizia la sua seconda stagione in maglia Biesse Arvedi, con grandi compagni come Lamon e Scartezzini (foto Miche)
Niccolò Galli con la maglia Biesse Arvedi (foto Miche)
Che primo anno è stato?

Molto intenso per quanto riguarda la pista. Mentre su strada ho dovuto saltare alcune gare soprattutto a inizio stagione causa maturità, mi sono diplomato al Liceo delle Scienze Umane.

Con i compagni, come ti sei trovato?

Mi sono subito ambientato. I diesse ed i miei compagni mi hanno accolto bene, non mi hanno messo fretta o pressioni. Per quanto riguarda impegno e dedizione come primo anno da under 23 mi ritengo soddisfatto. Siamo un gruppo molto unito, soprattutto chi condivide anche l’impegno su pista.

Con chi senti più affinità?

Ho più cose in comune con Francesco Lamon visto che pratichiamo anche la stessa disciplina (inseguimento a squadre, ndr).

Ti dà dei consigli?

Il mio rapporto con Francesco è fantastico. Questo grazie soprattutto alla sua personalità, è un ragazzo molto sereno e disponibile. Con lui parlo di tante cose anche al di fuori della bici, dopo tante ore insieme bisogna anche staccare (ci dice ridendo, ndr). Ogni tanto, appunto per prenderci una pausa, andiamo a gareggiare sui go kart, ma mi batte anche lì.

In corsa che cosa ti piacerebbe imparare da lui?

E’ furbo, molto furbo. Sa perfettamente leggere la corsa, su pista e su strada. In quest’ultima però si vede proprio la sua grande capacità. Mi piacerebbe averla, è una dote che uno deve aver già nelle proprie corde ma può essere affinata. Con Francesco al mio fianco spero di migliorare tanto anche in questo campo.

In pista è importante trovare l’affinità nei cambi per non perdere il ritmo
In pista è importante trovare l’affinità nei cambi per non perdere il ritmo
Sei molto giovane ma con tanti anni di corsa in pista, da dove arriva questa passione?

La pista mi ha sempre affascinato fin da quando ero allievo. Ho avuto la fortuna di approcciarmi a questo mondo quando si potevano fare le gare giovanili a Montichiari. Quando poi sono passato junior è venuto fuori il mio potenziale e sono entrato nel giro della nazionale.

Come mai hai scelto l’inseguimento a squadre?

In realtà faccio anche il chilometro lanciato ed ho provato anche l’inseguimento individuale ma non eccello come in quello a squadre.

Spiegaci le differenze tra il correre da solo ed in quartetto…

Nell’inseguimento individuale hai uno sforzo che pian piano aumenta, è importante anche la gestione. In quello a squadre alterni momenti di massimo sforzo a momenti di semi-recupero quando sei in scia. Mi piace di più correre in gruppo anche per una questione di squadra: essere parte di un team ti sprona a dare il massimo sempre.

Essere allenato da Marco Villa che sensazione dà?

Quello che ho imparato con lui è che lavorando in un clima sereno ci si esprime al meglio e c’è una maggiore propensione alla fatica. Marco Villa è determinato e metodico ma non ti carica mai di pressioni negative. Pretende, come è giusto che sia, quello che mi ha impressionato è il fatto che lui lavori per vincere e questa mentalità la passa ai suoi atleti.

Raccontaci del suo mitico tablet con le tabelle con i tempi, come le preparate?

In allenamento prestabiliamo un tempo che ci faccia lavorare al massimo delle nostre capacità. Decidiamo fin dall’inizio chi tira i primi metri e i tempi dei cambi. La parte su cui si lavora sono appunto i cambi, dove bisogna essere bravi a non creare il famoso “buco”.

Niccolò Galli, accanto a Marco Villa in foto, con i ragazzi della nazionale all’europeo under 23
Niccolò Galli accanto a Marco Villa festeggia il bronzo agli europei su pista
In corsa avete qualche rito particolare?

Prima della partenza Marco Villa ci lascia sempre molto tranquilli, prima di entrare in pista ci mostra la tabella. Sulla linea bianca ci diamo il pugno, è un po’ il nostro rito pre partenza, un passaggio di testimone.

Quanto è difficile in gara non guardare gli avversari e rimanere concentrati sulla prestazione?

Ammetto che uno dei pensieri che passa maggiormente in testa è: «Chissà dove sono gli altri». Ma con Marco abbiamo prestabilito dei piccoli segnali che lui ci manda da bordo pista così sappiamo se va bene, se dobbiamo accelerare o anticipare qualche cambio. Il segnale del rallentare devo ammettere di non averlo ancora visto – ride – forse non lo vedremo mai.

Quali saranno i tuoi obiettivi quest’anno?

Su pista il grande evento sarà l’europeo under 23, dopo due medaglie di bronzo è giunto il momento di cambiare colore. Su strada vorrei aumentare i giorni di gara perché garantiscono una buona base di partenza per affinare poi il lavoro su pista.

Che tipo di gare ti piacciono?

Visto il mio fisico (192 centimetri per 78 chili, ndr) fatico nelle salite lunghe, ho un buon “motore” e nelle volate ristrette me la cavo bene. Cercherò di capire bene quali percorsi sono adatti alle mie caratteristiche.