Rosa vuol tornare a divertirsi. E a fare il “diavolo a quattro”

24.12.2021
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Diego Rosa è pronto a ripartire… Anzi è già ripartito. E lo ha fatto da Oliva, in Spagna, con la Eolo-Kometa, la sua nuova squadra. Con il piemontese cerchiamo di capire che ambiente si respira nel team di Ivan Basso ed Alberto Contador, ma soprattutto come si è trovato lui.

Rosa viene dall’esperienza all’Arkea-Samsic, due anni non proprio da incorniciare tra il Covid, prima, e la frattura al femore, poi. A 32 anni, questo sembra proprio il momento e l’ambiente ideale per rilanciarsi. 

In ritiro Rosa ha trovato un gruppo di ragazzi che si divertono a stare insieme
In ritiro Rosa ha trovato un gruppo di ragazzi che si divertono a stare insieme
Diego, come va?

Sono in Italia per le vacanze di Natale e qui in Piemonte fa un bel freddo: un paio di gradi, nebbia e strade bagnate. Però considerando che è la settimana di scarico dopo il ritiro vado da Dio!

Ritiro, entriamo subito nel discorso: com’è andato il training camp in Spagna?

Bene, abbiamo fatto molte ore di sella. E per questo a ridosso delle Feste è ideale riposare un po’ per mettere a frutto il volume fatto in Spagna.

Cosa ti è sembrata la Eolo?

Ho trovato un gruppo che ha voglia di fare. Un gruppo con tanti giovani e per questo ho trovato entusiasmo e motivazione. Ho visto che si divertono e mi sono divertito io stesso. C’è un clima diverso almeno per quel che mi riguarda. E lo vedi dalle piccole cose. Per esempio l’anno scorso, terminata la cena, ognuno andava in camera sua, qui rimanevamo a chiacchierare, organizzavamo i tornei di FIFA alla Play Station. Si passava del tempo in gruppo.

Tra l’altro anche un buon gruppo, c’è qualche corridore interessante. Pensiamo, per esempio, ad Albanese che ha un grande potenziale…

In effetti Vincenzo aveva un gran bel colpo di pedale, uno dei migliori. Ha ripreso fiducia dopo l’anno scorso e al tempo stesso aveva quella “rabbia” per non aver vinto. Cosa diversa sarebbe stata se avesse portato a casa quelle 5-6 corse che poteva conquistare.

Hai parlato di giovani, che ruolo hai in questa squadra?

Sono il vecchietto che deve tenere tutto sotto controllo! Non abbiamo parlato di ruoli ben definiti, assegnati in questa o quella gara. L’importante sarà farsi trovare competitivi per le corse. Ho chiesto, e spero, di avere un po’ più di libertà. Chiederò ai diesse di poter attaccare da lontano, insomma andare in fuga, o magari di scattare a 20 chilometri dall’arrivo. Non essendoci un leader come Quintana magari si può fare.

Rosa (in maglia Sky) e Contador alla sua sinistra alla Vuelta 2017
Rosa (in maglia Sky) e Contador alla sua sinistra alla Vuelta 2017
Farsi trovare competitivo alle gare, giusto ma anche rischioso nel ciclismo di oggi in cui non basta essere pronti ma si deve essere in forma. Insomma servirebbe un programma, no?

Sì, sì… Ma il programma ce l’ho. È tutto ben definito. Ho persino il programma dei ritiri. Solo che qui c’è un modo diverso di porre degli obiettivi. In Arkea per esempio mi chiedevano di fare una top ten alla Strade Bianche o di salire sul podio al Laigueglia. Qui dobbiamo cercare di andare forte. E andare forte potrebbe non significare solo vincere una corsa, ma per esempio conquistare la maglia dei GPM alla Tirreno.

E quali sono gli obiettivi di Diego Rosa? Sarai contento se…

Sarò soddisfatto se tornerò a correre divertendomi. Se tornerò a stare davanti e a far soffrire gli altri. A giocarmela. Perché se ti diverti i risultati poi arrivano… a forza di fare il “diavolo a quattro” là davanti. Non nego che negli ultimi anni andare a correre era diventato un po’ un peso per me. Sempre a rincorrere, sempre a correre coperti per il capitano. C’era solo, tra virgolette, da proteggere il leader. Anche alla Sky, mi guardarono stralunati perché al via della Strade Bianche dissi che volevo andare in fuga. «Ma cosa ci vai a fare in fuga?». Cosa ci vado a fare: resto in gruppo ad aspettare che mi stacchino? Cerco di anticipare, di attaccare, di divertirmi. E alla fine feci quindicesimo.

Al Giro d’Italia ci pensi?

Ce l’ho in programma ed è uno dei miei obiettivi. Non c’è ancora una squadra predefinita e se non dovessi essere all’altezza sarò ben contento di mandare altri. Ho già fatto errori così…

Diego Rosa è ancora uno scalatore?

Non credo di essere mai stato uno scalatore. Ho la potenza dello scalatore puro, ma anche quei 5-6 chili di troppo. Ho provato a tagliarmi le unghie e i capelli prima delle gare, ma con il 4,5% di massa grassa non saprei proprio dove limarli! Scherzi a parte, sono fatto così. E anche per questo non ho mai insistito nel cercare di essere un leader e promettere cose che non erano alla mia portata. Resto però convinto di essere un corridore che su salite fino a 10 chilometri può dire la sua. Più la corsa è dura e tanto meglio è, ma se c’è alta montagna no.

Un selfie con Diego. Fancellu (a destra) con la maglia della Remo Calzolari
Un selfie con Diego. Fancellu (a destra) con la maglia della Remo Calzolari
Contador e Basso c’erano in ritiro?

Sì, Alberto è venuto e ha anche pedalato con noi. E devo dire che va ancora forte! Anche Ivan era presente, così come gli sponsor, il signor Spada, e Fran, fratello di Alberto. Lui c’è a tempo pieno per la squadra.

Che poi tu sei l’unico della Eolo ad aver corso con Contador…

No, no quale unico! C’è Gavazzi, Francesco è più vecchio di me! Eh sì, con Alberto ce ne siamo date di santa ragione. Al Giro, quando in Astana avevamo Landa ed Aru capitani, e alla Vuelta, quando ero alla Sky per Froome: abbiamo battagliato davvero. Ci attaccava sempre ed era diventato il mio incubo la notte in quei Giri. Adesso averlo come “capo” fa un po’ impressione.

E i ragazzi ascoltano queste storie?

Sì le ascoltano, ma oggi con il web sanno tutto, conoscono gli ordini di arrivo meglio di me! Mi ha impressionato Fancellu. Un giorno in ritiro Alessandro mi ha fatto vedere una foto scattata dopo una Tre Valli Varesine. Venne da me con i suoi compagni per farsi una foto. Era allievo, adesso è un mio compagno di squadra. Eh sì, sono diventato un vecchietto!