Maestri, ritiro alle spalle: «Eolo come una WorldTour»

31.12.2021
3 min
Salva

Mentre viaggiavamo nell’ammiraglia Androni sulle colline di Benidorm, iniziammo a superare uno dietro l’altro i corridori della Eolo-Kometa. La squadra di Basso e Contador era in ritiro nella vicina Oliva e sul Port de la Valle d’Ebo stava facendo il test del lattato. Li avevamo salutati tutti, affiancando per due battute un impegnatissimo Mirco “Paperino” Maestri, rosso in viso e piegato sulla nuova Aurum.

A distanza di due settimane, lo intercettiamo mentre guida verso casa dalle strade del Garda. Dalle sue parti non c’è salita, perciò la soluzione è spostarsi da Casoni, dove vive con la famiglia, verso il lago o in direzione di Reggio Emilia. Di trasferirsi non si parla, sua moglie Giulia lavora vicino casa, perciò la soluzione è una routine da pendolare: 45 minuti a tratta e poi… pedalare!

Foto natalizia con la moglie Giulia e i piccoli Leonardo e Irene
Foto natalizia con la moglie Giulia e i piccoli Leonardo e Irene

Quasi WorldTour

Siamo curiosi di sapere quali impressioni abbia portato a casa dalla Spagna sulla nuova squadra, perciò con il pretesto di fargli compagnia durante il viaggio, iniziamo con le domande.

«Meglio di quanto mi aspettassi – comincia – ho trovato un bell’ambiente, con una bella base e bei programmi. C’è un bell’inprinting. Pensavo di trovare una squadra al livello della Bardiani, da cui provengo, invece mi hanno stupito. Non sono mai stato in una WorldTour, ma a detta di alcuni compagni che invece ci sono stati, non c’è poi una grande differenza».

Conosci qualcuno dei nuovi compagni?

Con Albanese ho corso in Bardiani dal 2017 al 2020. Fortunato aveva fatto uno stage con noi. Con Lonardi abbiamo fatto due anni alla Bardiani. Ci conosciamo tutti, a parte gli spagnoli con cui dovrò legare. Ognuno ha il suo referente, così la comunicazione interna funziona bene.

Quando cominci?

Parto dall’Argentina. Dovevo andarci anche l’anno scorso, poi è saltata per Covid. Dopo San Juan correrò in Spagna.

Hai parlato di referente…

Io sono nel gruppo di Biagio Conte, lo conosco da tempo, ma non ci avevo mai lavorato. Ci siamo sentiti anche poco fa. Avere uno che ti segue significa anche avere un bel supporto psicologico.

Hai ritrovato anche Zanatta.

Era alla Bardiani quando passai professionista e mi aiutò tanto al debutto in Belgio. Ero neoprofessionista, passato in una realtà tutta nuova e andai alla Gand senza sapere cosa fosse. Mi ritirai per colpa dei ventagli. E Stefano sorridendo mi disse: «Vedrai, giovane, che la prossima volta non ti farai staccare».

Aveva ragione?

In pieno, fu una grande lezione.

Maestri ha corso per sei stagioni con la Bardiani
Maestri ha corso per sei stagioni con la Bardiani
Per la preparazione come fai?

Sono con Samuel Marangoni. Ho corso tanto con suo fratello Alan, per cui a volte mi viene da chiamarcelo. Fra l’altro hanno anche lo stesso timbro di voce, speriamo non si offenda. Sto sperimentando un diverso modo di lavorare. Barredo, che è il capo dei preparatori, mi ha chiesto come facessi e ora è stimolante lavorare in modo diverso.

Lavorare in modo diverso significa anche correre in modo diverso?

Non mi scorderò di chi sono, vediamo se le novità aggiungeranno qualcosa.

Contador e Basso?

Sono molto presenti. Alberto ha fatto 3-4 allenamenti con noi, Ivan si è dovuto assentare qualche giorno ma è stato per tutto il tempo con la squadra. Si vede che ragionano ancora da corridori, non senti lo scalino fra atleti e manager. Ivan soprattutto è molto presente e con i suoi modi trasmette sicurezza.

Soddisfatto, insomma?

Molto, ci voleva. Mi serviva uno stimolo in più e penso proprio di averlo trovato…