ciclocross

Alice nel fango delle meraviglie: "Vivo in Belgio per diventare grande"

Alice Arzuffi, 24 anni

La brianzola Arzuffi è la punta azzurra per gli Europei di domenica a Silvelle: “Faccio una torta prima di ogni gara”

Marisa Poli

Racconta Alice Arzuffi da Seregno, campionessa di ciclocross, che il fango in Belgio è un’altra cosa: ”Quando lavi le maglie, oltre alla terra esce sabbia”. Dal 2017 la 24enne che corre per la 777 Steylaerts ha scelto quel fango, "perché per diventare davvero forte nel mio sport bisogna andare lì. Io volevo un camper con il mio nome sopra e adesso ce l’ho». È stata la prima italiana a vincere nel Superprestige a Gavere nel 2018 e Boom nel 2019. Minuta, due occhi grandi e azzurrissimi, Alice sarà la punta azzurra agli Europei di Silvelle (Padova), domenica: "Bello correre in casa, non ci saranno le salite, ma il fango che amo sì».

L’amore per la bici?
"Avevo provato nuoto, basket, danza. Poi ho cominciato ad andare in bici con mia cugina, Maria Giulia Confalonieri (azzurra della pista). Le prime gare erano stata un disastro, ci doppiavano sempre. Ma non sapevamo come funzionava, ci allenavamo mezz’ora alla settimana...".

La scelta del ciclocross?
"I percorsi sono più o meno quelli, ma le condizioni climatiche li rendono ogni volta diversi. Trovi il prato, la sabbia, devi correre con la bici in spalla: perfetto per me che non amo la monotonia. Escono più le caratteristiche fisiche, l’abilità di guidare sulla sabbia".

Lei è brava?
"Ho imparato in Belgio. Ho sempre voluto andarci, perché il ciclocross è uno sport nazionale, appena dietro a calcio e ciclismo. Vivo lì da tre anni, a Herentals, vicino ad Anversa. A volte vorrei essere a casa, a Seregno. Ma è il mio lavoro, e io voglio diventare forte. Non ho ancora imparato bene il fiammingo. Ma lo farò".

Che cosa è cambiato?
"Il mio allenatore è sempre lo stesso, Davide Arzeni, mi segue da 9 anni. Ho un nutrizionista, Sacha Sorrentino. In Belgio però impari davvero il ciclocross. Sto andando più forte dell’anno scorso, vuol dire che sono sulla direzione giusta".

Rifarebbe tutto?
"Quando ti alleni e i risultati non arrivano, ci sono momenti difficili. Ho imparato che il limite non è nel fisico, ma nella testa. Ci vuole quel clic che scatta. Non ho un preparatore mentale, faccio da sola. Un po’ di esperienza ce l’ho e mi conosco bene".

Passioni?
"Mi sono diplomata al liceo artistico e amo dipingere, ora ho poco tempo ma in passato mi piaceva la pittura su ceramica. E poi amo cucinare, passione presa da mia nonna: il giorno prima della gara faccio sempre una torta che porto ai meccanici. Il mio piatto forte sono i risotti".

Per un sport di fatica si sacrifica la femminilità?
"Per nulla. Pettinarsi e mettersi un po’ di trucco non costa fatica, mi piace vestirmi bene".

È fidanzata?
"Sono alla ricerca, ma non disperata. Non sono una persona facile e so star da sola: o trovo quello che mi fa perdere la testa o nulla".

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