Ciclismo

Ciclismo, Aru: “Finalmente felice, al Giro tifo per Nibali”

Fabio Aru, 28 anni. Bettini

Il 28enne, costretto al forfait alla corsa rosa per l’operazione all’arteria iliaca, ha ripreso a pedalare. “Però Vincenzo deve vincere anche per me”

Luca Gialanella

Ha visto tutto, sul monitor. “Sono rimasto sveglio durante l’operazione, un’ora e mezzo, ho visto come si muovevano dentro... Ma vi assicuro che non sarebbe il mio mestiere mettere le mani addosso alle persone”. Fabio Aru è finalmente felice. Sorride mentre la voce arriva squillante al telefono dalla sua casa di Lugano. “Venerdì sera sono tornato dalla visita di controllo a Prato dei dottori Paolo Raugei e Andrea Gori che mi avevano operato. Ho fatto un test sotto sforzo e un’altra Tac con mezzo di contrasto, abbiamo visto come scorre bene il sangue nell’arteria iliaca della gamba sinistra (schiacciata dalla compressione del gesto della pedalata: inserito un dilatatore, ndr) e che questo “stent” non si è mai mosso. Adesso posso tornare a pedalare, con gradualità”.

Aru, si è operato il 1° aprile. Com’è stato questo periodo?
“Non è piacevole star fuori per uno come me che ama questo lavoro molto intensamente e vorrebbe sempre spaccare il mondo. I primi giorni a letto, poi qualche camminata senza sforzare la gamba, la seconda settimana una passeggiatina, giusto per vedere com’era il mondo fuori. Il 15 aprile sono risalito sui rulli, con il manubrio alto per non forzare troppo il bacino. Piano piano, come un bambino. Ma il fatto psicologico di sedermi di nuovo in bici, il gesto di rimettermi le scarpe e il completino da corsa... L’istinto dell’agonismo c’è sempre. E dentro ho la voglia matta di mettermi alla prova, di testarmi”.

Ipotesi di rientro?
“Spero di poter tornare in tempo per la Vuelta, sarebbe bello”.

Come ha passato il tempo?
“Facendo una full-immersion nel ciclismo in tv, come quando avevo 18 anni. Non ho perso una corsa. Mi ha entusiasmato Bettiol al Fiandre, ma non potevo saltare sul divano... E poi Van der Poel, un numero incredibile all’Amstel. Ho continuato a fare lezioni di inglese, a studiare. Non ho messo su un etto, ho ridotto le quantità a tavola e sono sempre sui 65 chili”.

Sabato parte il Giro e lei, a Bologna, ha anche vissuto.
“Vivo questi giorni con grande amarezza e dispiacere. Ho visto molto bene Nibali al Tour of the Alps, meglio di altre volte. E’ arrivato al momento perfetto per il Giro. Tifo per lui, abbiamo condiviso tanti anni, un ottimo rapporto, ho imparato tanto da lui e gli sono legato: deve vincere anche per me.... Ha così tanta classe ed esperienza che non deve aver paura di nessuno. La sua grande forza è la continuità negli anni (sempre sul podio negli ultimi cinque Giri disputati, ndr). Sa come si fa”.

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