Che corse sono state?
«Sono state corse sia positive che negative. Alla Sanremo il mio attacco nel finale non ha portato il risultato. Venerdì scorso alla E3 Harelbeke è già andata meglio e domenica con la Gand-Wevelgem sono stato in fuga e nel finale siamo stati ripresi dal gruppo. Ho fatto un buon piazzamento e mi sento in crescita».
Riguardo la Sanremo alcuni vorrebbero vedere delle modifiche sul percorso, lei cosa pensa?
«La Sanremo non va toccata. Il suo fascino è racchiuso in questo percorso che è praticamente lo stesso da sempre».
La scorsa settimana ancora una volta in Belgio lei è stato il migliore degli italiani.
«Sì è vero, però preferisco essere visto con il risultato a 360 gradi. Gli italiani in queste corse sono veramente pochi, arriviamo a 10-15 corridori ed è un vero peccato».
Domenica Kristoff con la sua UAE, ha interrotto l’egemonia della Deceunick-Quick Step, squadra con la quale ha corso molti anni anche lei. Qual è il segreto del loro successo?
«Alla Gand a dire il vero sono stati in difficoltà tutto il giorno. È la squadra del Belgio e sanno correre bene su questi terreni, ma il punto di forza è la dirigenza che sa mantenere il gruppo sereno. Non c’è il concetto del capitano e per tutti c’è spazio per vincere».
Aprile è il mese delle corse in Belgio, che da molti viene considerato la patria del ciclismo. Che differenze ci sono tra il nostro ciclismo e il loro?
«Tanto per cominciare il corridore belga è un uomo da classiche, perché non hanno salite, mentre l’Italia è più il Paese dei corridori da grandi giri che tutto il mondo ci invidia. Poi il ciclismo per i belgi è una vera festa, domenica ci sarà il Giro delle Fiandre, lo show per eccellenza del ciclismo veramente uno spettacolo indescrivibile».
Che corsa dobbiamo aspettarci domenica?
«Non è facile capirlo. A eccezione della Quick Step, che si può battere, le favorite saranno Trek, CCC, la Jumbo Visma che ha fatto già bene e anche la mia Mitchelton Schott».
Si parla molto del giovanissimo fenomeno Mathieu Van Der Poel che ieri ha vinto alla Dwars door Vlaanderen.
«Un autentico fuoriclasse. Viene dal ciclocross dove è campione del mondo come Van Aert, ed entrambi, anche se poco più che ventenni, sono da tenere sotto controllo perché potrebbero anche vincere».
Anche lei viene dal ciclocross, quanto le è servita questa disciplina?
«Penso che il ciclocross sia fondamentale per poi andare bene su strada, ti dà una grande carica. Campioni come Alaphilippe o Stybar vengono dal ciclocross».
Quali saranno i punti chiave della corsa?
«Sicuramente il Kapelmuur dove si può attaccare per vincere, anche se è lontano dal traguardo e poi nel circuito tornando a Oudenaarde, dal Kwaremont ogni metro sarà buono per attaccare».
Che corsa sarà per lei questo Fiandre?
«Sarà la corsa giusta. Non voglio fare cose spettacolari questa è la corsa dove devi fare le cose giuste per vincere. Non bisogna stare sempre in testa ma farlo nel momento più adatto. Poi è importante avere in mente un piano preciso per amministrare le energie. Sarà per tutti una corsa durissima».
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