Viviani: «Milano-Sanremo senza favoriti»

Elia Viviani
di Francesca Monzone
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Venerdì 22 Marzo 2019, 09:30
L’attesissima Milano-Sanremo, la prima classica monumento della stagione è arrivata e domani le speranze per l’Italia sono tutte su Elia Viviani. Sarà lui a nostra freccia tricolore e cercherà di conquistare lo storico traguardo di Via Roma. 

Il 2019 è iniziato benissimo. Già 4 vittorie, l’ultima la scorsa settimana alla Tirreno-Adriatico. 
«Sì, la mia condizione è veramente ottima e questi primi successi sono un aiuto importante da un punto di vista psicologico».
 
All’UAE Tour si è misurato con Gaviria, il colombiano che con la Sanremo ha un conto in sospeso...
«E l’ho battuto per la prima volta. In chiave Sanremo, la corsa mi ha aiutato molto, è stato un test importante». 

Con Gaviria, altro confronto alla Corsa dei Due Mari e altra vittoria...
«Sì, ma stavolta è stata una tappa che poco aveva a che vedere con il percorso della Sanremo».

La classica d’inizio stagione è la più difficile da interpretare. Come ci si riesce?
«Lo sanno tutti che questa è una corsa particolare. Si parte da Milano e si finisce a Sanremo dopo tantissimi chilometri . È una corsa imprevedibile. Non sai mai quello che può succedere per quasi tutti i 300 chilometri di gara. Bisogna correre una gara nella gara».

Elia quest’anno lei sembra essere il corridore azzurro con più possibilità di collezionare vittorie...
«A Livello World Tour sicuramente sono uno dei corridori che sta meglio. Ma di uomini forti ce ne sono tantissimi, sia tra i giovani che tra quelli con più esperienza. E’ vero che al momento sono l’unico italiano che ha vinto ad alti livelli ma questo vuol dire poco. Penso a Trentin che non ha ancora vinto, ma che sta andando fortissimo».
 
Lo scorso anno Nibali alla Sanremo sorprese tutti...
«E non era il corridore favorito. Poi, sul Poggio si è staccato e ha battuto tutti. Ma oltre a lui abbiamo anche dei giovani talenti che potrebbero stupirci».
 
Elia Viviani, lei corre per la Deceuninck Quick Step, la formazione più forte che ha anche Alaphilippe in squadra. Un team che in corsa si definisce Wolfpack, un branco dei lupi, E che è adatto alle classiche perché composto da corridori che possono alternarsi senza grandi problemi in più ruoli. 
«Sì, abbiamo una squadra forte con più corridori che possono vincere. Noi siamo abituati a studiare le gare a tavolino e il nostro uomo di punta spesso lo scegliamo in corsa, quando capiamo chi tra di noi è più adatto a vincere. Julian ha dimostrato di essere un fuoriclasse e se dovesse servire lo aiuterò a vincere alla Sanremo».

Corre con la maglia di campione d’Italia, un motivo di orgoglio... 
«Correre in Italia con il tricolore è qualcosa di incredibile perché quando sei in gruppo, la gente ti riconosce e urla il tuo nome. Voglio godermi questi momenti in ogni corsa».
 
Nelle scorse settimane scorse un nuovo caso di doping. Non c’è pace...
«Mi spaventa molto che ci sia ancora gente che usa sostanze proibite. Nel ciclismo ci sono tanti controlli e dall’inizio dell’anno sono già venuti a casa mia 4 volte. E molti controlli mi sono stati fatti anche a fine corsa. Se ci sono mele marce è giusto che vengano fuori, perché per colpa di pochi si rovina l’intero movimento».
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