I Volti Nuovi del Gruppo, Luca Covili già pronto a giocarsi un posto per il Giro: “Con la giusta preparazione posso fare grandi cose”

L’appuntamento odierno per la rubrica dei Volti Nuovi del Gruppo ci permette di approfondire la conoscenza di Luca Covili. Scalatore romagnolo di belle speranze classe 1997, compirà 22 anni il prossimo 10 febbraio. Nel corso del 2018 ha avuto modo di distinguersi soprattutto al Giro d’Italia U23, nel quale però ha soltanto sfiorato la top ten finale, perdendola l’ultimo giorno a causa di una caduta. Si è quindi guadagnato la chiamata della Bardiani – CSF, dove potrà implementare una già discreta esperienza tra i professionisti, accumulata fin dall’estate del 2017, quando da stagista della Amore & Vita riuscì a togliersi anche la soddisfazione di chiudere a ridosso della top la massacrante Ötztal Pro Classic.

Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?
L’avvicinamento al ciclismo per me è stato il più naturale possibile dato che i miei genitori o nessuno dei miei genitori lo ha mai praticato. Fin dall’età di cinque anni avevo il desiderio di andare in bici e ho iniziato a praticare ciclismo dalla categoria G1. Nel frattempo ho provato anche diversi altri sport come atletica, calcio, sci, nuoto ecc. ma nessuno mi dava grandi emozioni e sensazione di libertà come il ciclismo, perciò ho deciso di intraprendere questa bellissima strada.

Per chi non ti conosce, che tipo di corridore sei?
Sono uno scalatore puro e dò il meglio di me sulle salite molto lunghe (dai 10/15km in sù) e sulle pendenze più ardue. La salita mi è sempre piaciuta e per me è come un continuo mettersi in gioco e superare se stessi.

Sei riuscito a passare professionista molto giovane, quale obiettivi ti poni a breve termine? E quali a lungo termine?
Sì, sono molto giovane, ma sono consapevole che il tempo passa molto in fretta e come si suol dire “chi ha tempo non aspetti tempo”. Perciò, il mio obbiettivo a breve termine è quello di migliorare costantemente sia il mio punto forte, ovvero la salita, che i punti deboli quali lo sprint e la cronometro nei quali già in questo periodo sto ottenendo grossi miglioramenti rispetto alle passate stagioni. E, ovviamente, avere un buon approccio fin da subito nel mondo del professionismo ed essere competitivo, con il grande sogno che sarebbe quello di correre il Giro d’Italia. Invece, tra gli obiettivi a lungo termine, mi piacerebbe vincere la tappa Regina con arrivo in quota di un’importante giro a tappe.

Nel 2018 hai partecipato al Giro d’Italia Under 23 con buoni risultati, speri di partecipare anche a quello dei “grandi” già quest’anno o è ancora troppo presto?
Sì, nel 2018 ho corso il Giro d’Italia under 23, nel quale ho perso la top ten proprio nella prima semitappa dell’ultimo giorno per una caduta a 6 chilometri dall’arrivo dove ho perso circa 1’30” nella classifica generale.
Come detto precedentemente mi piacerebbe moltissimo partecipare al Giro d’Italia dei “grandi” e sono consapevole che le tre settimane di corsa saranno durissime sia a livello fisico che mentale, ma sono anche convinto che con la giusta preparazione posso fare grandi cose. La decisione comunque starà ai dirigenti della Bardiani – CSF in base a come mi vedranno nelle competizioni precedenti. Qualunque sarà la loro decisione sono convinto che sarà quella giusta.

Hai ricevuto altre offerte da squadre professionistiche, oltre a quella della Bardiani-CSF?
Sì, ho avuto contatti anche con altre squadre professionistiche, però sono sicuro di essere approdato nella squadra migliore per un ragazzo giovane come me, dato che ti permette di crescere e migliorare senza troppe pressioni e soprattutto senza bruciarti.

Cosa ti aspetti da questo primo anno fra i professionisti?
In questo primo anno da professionista so che mi dovrò guadagnare il posto nel gruppo. Ho già corso diverse gare tra i professionisti come il Tour of the Alps, la Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Memorial Pantani, 3 Valli Varesine e la Ötztal Pro Classic (con 5500m di dislivello) in cui ho ottenuto un 10° posto dietro a grandi corridori. Penso che il modo di correre mi si addica maggiormente rispetto al dilettantismo in cui spesso e volentieri non c’era una logica, ma so anche che il ritmo nel finale è molto più elevato.

Conosci già il tuo calendario per il 2019?
Il calendario delle corse che faremo lo sappiamo già più o meno, però personalmente non so di preciso a quali prenderò parte. Si vedrà con il passare del tempo.

Cosa ti spaventa in particolar modo del passaggio di categoria?
Nulla in particolare, magari inizialmente il non sapere come sarà la condizione nelle prime corse rispetto agli altri corridori, ma nient’altro del resto. Dopotutto è quello che ho sempre sognato di fare!

C’è una corsa in cui vuoi far bene, oggi e in futuro?
Mi piacerebbe (se lo dovessi fare) essere competitivo al Tour of the Alps così da farmi vedere, ottenere un posto in squadra per il Giro d’Italia, dare il massimo per aiutare il team e fare una grandissima esperienza che mi servirà moltissimo per migliorare.

C’è un corridore del passato al quale ti ispiri, che per te è un modello?
Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dal grandissimo Marco Pantani. Ovvero una vera e propria leggenda delle salite.

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