Ciclismo, Aru: «Con il Tour de France ho un conto in sospeso»

Aru
di Francesca Monzone
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Venerdì 21 Dicembre 2018, 11:11
 Fabio Aru è pronto a ripartire. Lo scalatore sardo dopo due stagioni non positive con incidenti e cali di forma, vuole tornare agli anni dei successi, come il 2015, quando vinse la Vuelta, salì sul podio al Giro d’Italia e indossò la maglia gialla Tour.
Fabio che bilancio si sente di fare della stagione appena finita? 
«Non sono ovviamente contento, però posso assicurare che ho sempre dato il massimo, in ogni situazione e in ogni circostanza. Questo mi permette di guardare con grinta e fiducia al 2019”. 
Cosa non ha funzionato? 
«Come sempre in questi casi, va valutato un insieme di fattori: le prestazioni, sia positive che negative, sono l’insieme di tanti elementi. Mi è stata riscontrata una intolleranza al lattosio e qualcosa non ha funzionato nella preparazione, ora però sono pronto a ripartire». 
Cosa si aspetta per il 2019? 
«Di ritornare ai miei livelli, riuscendo a trasformare in prestazioni la voglia e la determinazione, ovvero quello che sono sempre state le mie caratteristiche principali e che tutti mi riconoscono e apprezzano». 
Quali saranno le sue corse nella nuova stagione? 
«Per ora abbiamo tracciato il programma solo della prima parte di stagione. Debutterò nelle quattro gare del Trofeo Mallorca, poi correrò la Volta ad Algarve, la Vuelta Via e la Volta a Catalunya». 
E la Tirreno-Adriatico? 
«Ancora non lo so se ci sarò. Dipenderà se farò il Giro d’Italia o il Tour de France». 
Come le sembrano i percorsi di Tour, Giro e Vuelta?
«Ognuno dei tre grandi giri presenta caratteristiche peculiari che andremo ad approfondire meglio. Il Tour, avendo meno tappe a cronometro, è quello che tecnicamente mi si addice di più. Ma sceglieremo tra una decina di giorni». 
Lei ha corso i tre grandi giri, qual è quello che preferisce? 
«Il Tour mi ha lasciato grandi sensazioni quando ho vestito la maglia gialla, ma con la corsa francese ho anche un conto in sospeso, per quel malanno che mi ha impedito di correre un ottimo finale. Il Giro, per un italiano, è sempre una corsa speciale: è la corsa di casa. La Vuelta è l’unico dei tre grandi giri che sono riuscito a mettere nel mio palmarès, resta la mia grande impresa». 
Lei è stato il primo sardo ad aver vestito le maglie di leader delle tre corse...
«E’ una grande soddisfazione, sia a livello personale che per la squadra. Sono poi orgoglioso per la mia terra d’origine, la Sardegna».
Quale è stato il momento più bello e quello più difficile della sua carriera? 
«Il campionato italiano vinto nel 2017 dopo un periodo di stop dovuto a un infortunio, ha sicuramente segnato l’inizio di una seconda carriera. Il più brutto è stato l’infortunio al ginocchio che, nello stesso anno, non mi ha permesso di partecipare al Giro che partiva dalla Sardegna». 
Che tipo di corridore è Fabio Aru? 
«Un corridore tenace e determinato, caratteristiche che penso mi facciano essere apprezzato dagli appassionati sia nelle mie vittorie che nei momenti più difficili». 
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