MARANGONI LASCIA: «È STATO PROPRIO UN BEL VIAGGIO»

PROFESSIONISTI | 11/10/2018 | 07:52
di Giulia De Maio

Dopo 25 anni di ciclismo pedalato, Alan Marangoni è pronto ad appendere la bici al chiodo. A 34 anni e con 10 stagioni di professionismo alle spalle, il corridore romagnolo ha deciso di chiudere con il ciclismo agonistico e di mettersi alla prova in una nuova veste nel mondo delle due ruote.



«Il Gp Beghelli è stata la mia ultima corsa in Italia. A vedere la curva del Fans Club Marangoni tutta colorata ammetto che mi è scesa una lacrimuccia. Dopo 10 anni di professionismo, non c’erano più le condizioni per continuare. Il ciclismo italiano fa sempre più fatica, di affrontare un’altra stagione come l’ultima sinceramente non me la sento. L’ultimo anno è stato davvero impegnativo, sono stato in Asia per mesi e mesi, disputando un calendario di terza fascia, in più gli anni passano e sento l’esigenza di avere nuovi stimoli. Il fisico non può reggere chissà quante stagioni sempre “a tutta”. È arrivato il momento giusto per mettere il piede a terra» ci racconta mentre è in partenza per Hong Kong, dove disputerà la prova finale delle Hammer Series, prima del Tour of Hainan in Cina e del Tour di Hokinawa, corsa di un giorno in Giappone che l’11 novembre vedrà calare il sipario su una vita fatta a due ruote. 

«Cambiare fa paura, smettere di gareggiare per un atleta è un trauma, obbliga a cambiare le proprie abitudine ma sono sereno e pronto al cambiamento. Mi seno come quando completi gli studi e devi affrontare per la prima volta il mondo del lavoro. Per me è un po’ così, tra un mese inizierà la vita “vera”. In questi anni ho corso con alcuni dei più grandi campioni, ho disputato 7 Giri d’Italia, 1 Tour de France, tutte le classiche più prestigiose al mondo. La laurea da gregario me la sono meritata (sorride, ndr). Il mio curriculum vanta un solo successo (la cronosquadre del Czech Cycling Tour con la Cannondale nel 2016), ma innumerevoli giornate indimenticabili. Come nella tappa di Albi del Tour de France 2013 quando Peter Sagan vinse grazie a un eccezionale lavoro di squadra, con Sabatini, De Marchi e Moser tirammo per 120 km per riuscire ad annullare la fuga a 1 km dal traguardo. Il lavoro di ogni elemento della squadra fu determinante. Ricorderò per sempre con piacere anche il podio del campionato italiano a cronometro su cui sono salito nel 2014 in Trentino. Per i miei tifosi fu come se avessi vinto il mondiale. Di emozioni ne ho vissute e regalate tante, è stato proprio un bel viaggio».

La fatica accumulata in sella, gli servirà di sicuro qualunque professione andrà a intraprendere. «Sono sicuro che farò meno fatica di altri corridori a reinventarmi. Non essendo stato dotato del talento da vincente, tutto quello che ho fatto me lo sono conquistato con il sangue e il sudore sulla bici. Sono passato dal lavorare per Sagan e Nibali a Nakane, con tutto il rispetto per il mio compagno giapponese. Nel 2016 ero al Giro delle Fiandre, un anno dopo quella stessa domenica ero al Giro di Tailandia, in un posto dimenticato da Dio. Ad ogni modo ho sempre dato il massimo perché amo questo sport, non l’ho mai fatto solo per guadagnare. In queste ultime stagioni ho dimostrato un’umiltà e uno spirito di adattamento fuori dal comune, se non fossi stato uno con le spalle larghe avrei smesso prima di arrivare in Liquigas. Nel ciclismo di oggi gli atleti sono carne da macello, devi stare zitto e menare. Se non sei un campione, ti fanno smettere. C’è sempre più un estremismo verso l’alto e con la nuova riforma sarà ancora peggio. La figura del gregario “cagnaccio” come sono stato io è destinata a sparire. Ora devono essere tutti campioni, le squadre sono molto esigenti. I giovani andranno incontro a un ciclismo difficile, in cui se sbagli un anno sei out».

Di rimpianti Alan ne ha uno solo. «La tappa di Forlì al Giro 2015, vinse Boem, ma mi sento il vincitore morale visto che ho portai io all’arrivo la fuga. Sarebbe stato un bel traguardo. Per il resto non ho nulla di cui pentirmi, anzi. Sono orgoglioso di aver lasciato un buon ricordo in gruppo. Lo vedo anche ora che mi sto mettendo in gioco cercando un altro tipo di lavoro, tanti ex corridori hanno speso delle belle parole per me, l'ho apprezzato».

Cosa farà quindi Alan Marangoni da grande? «Alcune aziende dell’ambiente mi hanno già contattato e ne sono orgoglioso, significa che non sono capace solo di fare il corridore, che sono apprezzato per l'uomo che sono. Ho vissuto un bel ciclismo, mi sono divertito e anche se spesso è stata dura la mia passione mi ha permesso di continuare per 25 anni, da quando a 9 anni ho mosso le prime pedalate nel 1993. Nel mio piccolo mi sono tolto grandi soddisfazioni e ora sono pronto a reinventarmi una nuova vita. Dovrò imparare tanto, ma non vedo l’ora».

 

Copyright © TBW
COMMENTI
E’ la vita
11 ottobre 2018 21:02 girapedali
La vita è come una stagione poi cambia, bravo Alan guardati in torno e soprattutto guarda avanti !!
L’importante è che papà DOMENICO nn smetta di fare le salamelle sui percorsi delle gare in Romagna !!!
In bocca al lupo!!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Nove Colli è la grande gara di endurance per eccellenza dal calendario e Gobik parteciperà attivamente in questa edizione, affinché il mondo del ciclismo possa continuare a godere di questo spettacolo. L’unione tra Nove Colli e Gobik si basa su...


Venticinque aprile in sella per l'Aspiratori Otelli Alchem CWC, impegnata nel giovedì festivo con le tre formazioni giovanili maschili allestite anche in questa stagione. Gli Juniores si sdoppieranno su due fronti. A Massa (partenza alle 13, 50 con quasi 130...


Giovedì festivo ricco di appuntamenti in agenda per il vivaio maschile del Team Biesse Carrera. Gli Juniores attaccheranno il numero a Camignone (97, 3 chilometri, partenza alle 10), mentre gli Allievi saranno di scena a Crema (via alle 11, 30,...


Sarà un lungo "ponte" del 25 aprile in sella, quello che attende la General Store-Essegibi-F.lli Curia. La formazione veronese si prepara, infatti, a salutare il mese in corso con un'altra serie di appuntamenti prestigiosi, che cominceranno già domani con il...


La firma del danese Tobias Lund Andresen sulla quarta tappa del Preisdential Tour of Turchia, da Marmaris a Bodrum. Il corridore del team dsm firmenich PostNL si è imposto al termine di una volata generale in cui è riuscito a...


A 10 giorni dal via del Giro d'Italia, che partirà il 4 maggio da Venaria Reale,  sono stati annunciati gli iscritti che si daranno battaglia nelle 21 tappe. Come nel 2023, sarà Roma a celebrare il vincitore del Trofeo Senza...


Le trasferte sono lunghe. I viaggi di rientro dopo una corsa a volte sembrano interminabili. Eppure si ha l'impressione di non essere mai stanchi davvero. Esiste una sorta di stanchezza rigenerativa che si sviluppa quando si fa con passione ciò...


Quattro settimane. Tanto è durato lo stop di Wout Van Aert dopo la caduta nella Dwars door Vlaanderen. «Di nuovo... quasi professionista» ha scritto su Strava il belga della Visma Lease a Bike che mercoledì scorso aveva postato la foto...


Al termine del Tour of the Alps della scorsa settimana, poteva Federico Guido non intervistare Maurizio Evangelista? Qui potrete sentire il general manager del TotA fare alcune rivelazioni sulla netta ambizione di entrare nel calendario World Tour fra due anni,...


Più che una vera e propria conferenza stampa quello andato in scena a Golferenzo è stato un incontro informale, nel quale sono emerse la passione per le due ruote e la voglia di fare rete.Ospite del ristorante “Olmo Napoleonico” nella...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi