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Kruijswijk: "Sono tornato per prendermi il Giro: valgo Nibali"

L'olandese dodici mesi fa era finito contro una muraglia di neve: "Senza quella caduta avrei vinto io"

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Cefalù - Va bene Nibali e Quintana, ma il Giro è anche una parata di facce, storie, imprese ed enormi disfatte. E una di queste ultime, dolorosa e spettacolare, ha segnato la carriera di Steven Kruijswijk, l'olandese in rosa finito contro una muraglia di neve nella discesa del Colle dell'Agnello, 12 mesi fa. Kru è tornato cattivo e più forte, e ora vuole il podio, vuole diventare, come minimo, il terzo uomo di questo Giro.

Cosa ricorda di quella giornata, di quella caduta?
"C'erano molti muri di neve lungo la discesa e non riuscivo a vedere la strada nella sua interezza, nel suo sviluppo. Sono scivolato due volte e non sono più riuscito, nella terza occasione, a controllare la mia bici. Non è stata sfortuna ma un errore".

L'ha mai riguardate le immagini del suo incidente?
"Sì, ma solo su Internet. Ho pensato "cavolo, ma ero io quello?". Una sensazione terribile, dopo, mi sentivo finito, rotto dappertutto. Ho provato, ho provato fino alla fine, ma non ne avevo più".

Cosa crede le abbia tolto quella caduta e cosa invece ha imparato?
"Mi ha tolto un sogno, ero a un passo dalla vittoria e senza quella caduta il Giro l'avrei vinto io. Ora so che posso competere con i migliori, non è stata una coincidenza il fatto che stessi correndo in maglia rosa con tre minuti di vantaggio sul secondo. Non poteva essere un caso, io lo so e credo di poter mettere sulla strada la mia convinzione, a partire dall'Etna".

Quanto crede possa decidere il Giro la scalata al vulcano?
"La tappa dell'Etna è molto importante, è il primo arrivo in salita e tutti sono ancora al massimo, quindi sarà una bella lotta e spero di essere nel vivo e di avere la gamba giusta. Ma ci sono anche altre tappe importanti, le due cronometro ad esempio, sono molto lunghe. Io aspetto con ansia l'ultima settimana, con il Mortirolo, una salita che mi piace moltissimo, e lo Stelvio".

Ha fatto l'altura?
"Sono stato a Tenerife, sul Teide, per tre settimane, per allenarmi a oltre 2000 metri. Dopo ho corso il Tour of Yorkshire, ma ho dovuto ritirarmi per una caduta. Sono stato qualche giorno a casa, prima di venire in Italia".

Ha una squadra più forte rispetto a un anno fa?
"Sicuramente, Clement e Van den Broeck sono i nuovi acquisti e possono aiutarmi in montagna. Assieme a loro, conto molto nell'aiuto di Enrico Battaglin".

Quintana o Nibali?
"Nairo è difficilissimo da battere se è al 100%. Io penso di essere allo stesso livello di corridori come Nibali, Thomas e Pinot".
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