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Il Fiandre di Maertens: "Sagan e Van Avermaet ricordano il mio 1977"

Parla l'ex campione belga: il suo duello di 40 anni fa e la corsa di oggi: "È l'ultima volta al via per Tom Boonen. Mi spiace che smetta: è stato al livello di Van Looy"

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ROESELARE. La Settimana santa inizia oggi ad Anversa e finirà domenica a Roubaix. La chiamano così i belgi, che, blasfemi, hanno anche una chiesa-museo della bicicletta e che oggi, stipati in massa tra i bergs, soffieranno alle spalle di Greg Van Avermaet. Se tutto va come deve, sul Kwaremont o sul Paterberg, il fiammingo avrà a centimetri la sagoma di Peter Sagan. Davanti a loro, dall'auto della giuria, spunteranno il naso, gli occhi, la leggenda di Freddy Maertens. "Mi piace Sagan, tantissimo, è il corridore che mi sia più somigliato da quarant'anni a questa parte". Uno contro l'altro, in due. Viene in mente un'altra storia. Un altro Fiandre, quel del 1977. "Io e il mio amico Roger, l'Eikenberg, Eddy staccato". Chi disse che ciò che manca non può essere contato, non ha mai parlato con Freddy Maertens. "Cambio la bici, la mia non va. Lo faccio venti metri prima della zona in cui è permesso, non ricordo se oltre il Koppenberg o prima. Che razza di salita, il Koppenberg, uno schifo, che senso ha farsi una salita spingendo la bici a mano? Stavamo dicendo?".

Lei e De Vlaeminck, il cambio di bici. Sono trascorsi 40 anni, se n'è accorto?
"Il '77, ecco. Io e Roger, un giudice viene e mi dice "cambio irregolare, verrai squalificato". Vado dal direttore sportivo, e lui, "ma no, tira dritto, la tv ci vede, è tutta pubblicità, le cose le aggiustiamo". Tiro come un mulo, non ho niente da perdere, sul Grammont mi volto e non vedo più Roger, lo aspetto, eravamo d'accordo, anche sui soldi, ti faccio vincere, tu mi dai 150mila franchi. Lo faccio vincere, anche se quel giorno volavo. Prima dell'ultimo km mi si avvicina un giudice e mi dice "Freddy, fa' lo sprint, non ti squalificano", e me lo dite alla fine? Gli lancio una borraccia e lo colpisco. Vince Roger, i soldi li sto ancora aspettando. Avevo la maglia iridata".

Vinta a Ostuni contro Francesco Moser.
"Altra corsa, altra trattativa, per così dire, non andata a buon fine... Vinsi perché ero più forte di lui in volata".

Sagan è uno che può vincere in ogni modo.
"Ma non chiedetemi pronostici, il ciclismo è troppo bello. Si corre in mezzo alla gente. E non c'è un'altra corsa come il Fiandre, non c'è un popolo innamorato della bici come i belgi. Nel museo di Roeselare c'è un altare dedicato a Merckx. Siamo pazzi. Il museo è in una chiesa. Ci piacciono quelli come Boonen, Tom è stato più grande di De Vlaeminck, al livello di Van Looy, peccato smetta".

Le piacciono ancora le corse?
"Tantissimo, anche se il ciclismo è cambiato. Noi correvamo il Fiandre con una bici di 13 kg, oggi ne ho viste da 7 kg. Troppa tecnologia, poco coraggio, ma è normale che tutto si evolva. Noi, rispetto a Schotte o Magni, eravamo mille anni avanti, anche come stipendi. Sagan è mille anni avanti a noi, come tutto".

Lei ha vinto due Mondiali, mai una Classica.
"Però ho vinto il Superprestige, la classifica della regolarità nelle classiche. Oggi chi fa Fiandre e Roubaix non fa Liegi e Lombardia. Noi correvamo 230 giorni l'anno".

E 40 anni fa come finì?
"Squalificato. Ma avevo perso comunque. Anche se ho vinto più di 300 corse, non ho smesso di pensare che il mio Fiandre l'ho corso bene e l'ho perso male. Se per incanto potessi riavere le gambe che avevo, vorrei correre ancora un Fiandre, un altro solo".
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