Sport

Aru punta il Lombardia: "Sarà dura, ma voglio cogliere l'attimo"

Il sardo, una sola vittoria in una stagione deludente, cerca di alzare il voto nell'ultima classica monumento della stagione

3 minuti di lettura
COMO - "Una stagionaccia, il 2016, da buttare, da 4,5 in pagella. Però c'è ancora il Lombardia". Questo Lombardia, perfetto per il severo punitore di se stesso, Fabio Aru, deludente per il resto di una brutta annata, culminata nella crisi sullo Joux Plane, al Tour.
Ridimensionato, Aru, o diciamo che è stata un'esperienza?
"Il Tour è un crocevia, da lì esci migliorato o pieno di dubbi. Spero che la sofferenza di quel giorno, quel 13° posto non mio nella generale mi serva per non ripetere gli stessi errori, quali ancora non so, se di preparazione o altro, certo non spingevo come nei miei giorni migliori, come al Giro o alla Vuelta 2015".
Una sola vittoria, al Delfinato, in un anno intero: 11mila km corsi, 65 giorni di gara. Ne resta un altro soltanto.
"Il Lombardia è una corsa di casa, mi sono allenato un'infinità di volte da ragazzo su queste strade, quando correvo nella Palazzago. 4400 metri di dislivello vogliono dire durezza estrema, cinque salite vogliono dire imprevedibilità assoluta. Le gare di un giorno sono così, il ritmo si alza ben prima dell'ultima salita, sono corse alla morte. Mi sto conoscendo da questo punto di vista. Voglio diventare un corridore completo, voglio fare bene alla Liegi in futuro, ad esempio, però questo Lombardia è adesso, e mi piace tantissimo".
Nibali lo vinse un anno fa, a Como. Adesso da Como si parte, si arriva a Bergamo. Non correrete più insieme, ma contro, da gennaio. Come sarà l'Astana senza Nibali?
"Mancheranno le sue vittorie, la sua qualità, il suo carisma. Me lo troverò contro, questo ovviamente non è un vantaggio per me. C'è stima, è stato un punto di riferimento importante nella mia crescita. Gli auguro di fare bene col Team Bahrain-Merida, io resto qui, almeno un altro anno".
Con Vinokourov come va?
"Ci sentiamo molto spesso, mi è stato vicino nei giorni difficili dopo il Tour, mi dà sempre un grande supporto".
Il Giro 2017 che parte dalla Sardegna è un dolce ricatto.
"Non potrò mancare, mi sono tanto speso con la Regione affinché riuscisse ad avere qualche tappa. Se metteranno anche tappe in Sicilia, anche Vincenzo non potrà dire di no, e sarà davvero un grande spettacolo. Comunque i programmi si fanno a novembre, valuteremo anche altre cose. Ma non posso immaginarmi altrove, in quei giorni".
Si parla molto delle Tue, le autorizzazioni all'assunzione di medicinali con principi attivi dopanti, per fini terapeutici. Wiggins è stato poco convincente, Dumoulin ha detto: la faccenda puzza. Lei che idea ha?
"Io non ho mai dovuto chiederne e non so nemmeno di cosa di tratti, di Wiggins e di Sky non so che dire".
E dei misuratori di potenza, la cui presenza in gruppo a molti romantici continua a non piacere?
"Sono dell'idea che vietarli, anche se difficile, sia possibile. In gara, intendo. In allenamento sono molto utili, ti aiutano tanto a capire quanto ne hai, se sei al massimo. Per noi, che siamo macchine estremamente delicate, è importante sapere tutto. In gara hanno la funzione spesso di inibire iniziative, tolgono la voglia di rischiare, non a tutti, ma a molti sì. Ho corso a volte senza e non mi sono trovato male".
Lombardia vorrà dire anche improvvisazione.
"Saper cogliere l'attimo, in una gara di ciclismo ce ne sono due, tre al massimo. Potrà arrivare già sul Valcava, o sul Sant'Antonio Abbandonato, breve e tosta con un fondo non ottimale. Oppure alla fine, sulla Boccola, a Bergamo alta, a 4 km dall'arrivo, c'è pavé, spesso tutto si è deciso lì. Sarà una lunga giornata, dovremo essere sempre davanti".
Miguel Angel Lopez, vincitore in settimana della Milano-Torino, può essere l'Aru del 2017, la promessa che sboccia in casa Astana?
"È un ottimo corridore, adattissimo alle corse di tre settimane, colombiano come Quintana e Chaves. A proposito, forse è Chaves il favorito di domani. Ha anche una gran bella squadra".
Un corridore che l'ha stupita nel 2016?
"Alaphilippe. Anche alle Olimpiadi, è stato straordinario. E ha molti margini di crescita".
Cosa le ha lasciato Rio?
"Un sesto posto. non un piazzamento che mi piace. Ma è stata una gara strana, incredibile per certi versi".
Fare Giro e Tour per vincerli entrambi è diventato impossibile?
"Sono troppo distanti nel calendario, le preparazioni sono molto diverse, il Giro ti esaurisce fisicamente con i suoi cambiamenti climatici, col freddo. Sta diventando di tendenza fare Tour e Vuelta, climaticamente più affini e concentrare in un periodo più ristretto".
Da domani sera, vacanza.
"Spero, prima, che il voto all'annata sia diventato più alto. Poi vacanza. A novembre si riparte già".
I commenti dei lettori