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Ciclismo, Balsamo: ''Viviamo un po' da carbonare, questo oro sia un punto di partenza"

Elisa Balsamo sul podio con Schneider e Anderson (ansa)
L'azzurra dopo il trionfo nella gara in linea jr: ''Magari questa medaglia servirà a svegliare qualcuno''
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DOHA - Il primo oro italiano in terra qatarina ha gli occhi verdi e una lunga treccia che spunta dal casco azzurro. Bianca è la maglia, l'iride è un sorriso al centro, la guarda, Elisa Balsamo.
Campionessa del mondo delle juniores, esattamente come avevate immaginato. Volata, treno azzurro.
"E la mia stoccata. Ho vinto bene, con margine, sono partita nel momento giusto, mi hanno portato in un modo spettacolare le compagne Morzenti e Consonni fino ai 200 metri. Ho sparato due pugni nell'aria. Boh, sono felice".
Prima di lei solo Patuzzo e Callovi avevano vinto l'oro mondiale della corsa in linea juniores.
"Certo, anche se qui, dentro il programma del Mondiale dei grandi è forse più bello, abbiamo tutte le televisioni, più attenzione, e poi magari questa medaglia servirà a svegliare qualcuno, il movimento femminile non ha l'attenzione che merita anche in Italia, viviamo un po' da carbonare, all'ombra degli uomini. Facciamo che questo sia un punto di partenza".
Lei è anche campionessa europea e mondiale juniores di Omnium e inseguimento a squadre: come si conciliano pista e strada?
"Sono una complemento dell'altra, sono causa ed effetto, soprattutto in una gara come questa, qui a Doha, l'esperienza della pista è stata fondamentale. Sono felice del mio percorso, della mia maturazione". Nata a Cuneo, con le montagne intorno, ma innamorata dello sprint: che storia è?
"Adoro la mia regione, la percorro in lungo e in largo, ma le salite, oddio, ne abbiamo tante, ma insomma... meglio i velodromi, anche se dal Piemonte devo spostarmi a Montichiari, dove c'è l'unica pista coperta in Italia. Ci alleniamo duramente, Consonni e Paternoster sono anche mie compagne nell'inseguimento a squadre, magari si è visto, abbiamo preparato un treno perfetto, avevamo proprio quell'idea lì e abbiamo vinto e festeggiato di squadra, tutte insieme a cantare l'inno, è stato bellissimo".
Italia anche seconda nella gara a squadre. Siamo diventati il movimento di riferimento a livello mondiale?
"Bello, non poteva andare meglio, e a questo successo va sommato l'argento di Lisa Morzenti nella crono. Più di così non potevamo fare, è stato bello".
Quando è nata la passione, e come?
"La mia famiglia, i miei genitori, entrambi grandissimi appassionati, infatti sono qua, mi seguono dovunque. La bici da sempre, sono cresciuta sulla bici, vivo in una zona piena di appassionati, di amatori".
Il paradosso di questa maglia è che praticamente dovrà metterla nel cassetto.
"Sì, perché passerò pro da gennaio, con la Valcar che, a sua volta, entra nel circuito principale. Non mi dispiace, passo così giovane, a 18 anni, perché tra le donne non esiste la categoria Under 23. Intanto continuerò a frequentare il liceo classico, il Pellico di Cuneo, ho un'ottima media, ma devo fare le verifiche da sola, i professori però sono pazienti e assecondano i miei impegni. Ecco, una materia in cui devo migliorare è l'inglese: questa è la prima intervista in italiano che faccio dopo l'arrivo e sono felice, ho detto un sacco di cavolate (il termine non è esattamente questo) in inglese...".
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