WORLDTOUR. Madiot: «Siamo alla farsa»

POLITICA | 30/08/2016 | 09:33
Un atto d'accusa chiaro, una presa di posizione forte, parole che fotografano il momento di grave crisi istituzionale che sta vivendo il ciclismo. Tutto contenuto nell'intervista che Marc Madiot, team manager della FDJ, ha concesso al quotidiano Le Telegramme. Eccone i passaggi principali.

WORLDTOUR. «Il principio ispiratore del ProTour era quello di riunire le migliori squadre, i migliori corridori e le migliori corse. Ma il risultato oggi è completamente opposto: aumentano squadre, corridori e corse, alcune delle quali create dal nulla in giro per il mondo. Abbiamo una federazione, l'UCI, che per statuto deve promuovere e proteggere il suo patrimonio e invece fa esattamente il contrario. Tutte le squadre sono d'accordo nel dire che questo WordlTour non va bene, ma l'UCI se ne frega».

RIFORMA. «Con 37 prove in calendario, come è possibile stilare un programma? Come si può pensare di avere un weekend, il primo dopo il Tour, con tre corse di WorldTour contemporaneamente come Clasica San Sebastian, Giro di Polonia e London Classic? E il calendario nazionale, come lo onoriamo? Il problema è che l'UCI dei calendari nazionali se ne frega, li vuole distruggere. Ma che piacca o no ai britannici, non si può dimenticare che le radici di questo sport sono belghe, francesi, italiane e spagnole. Cookson e il suo comitato direttivo hanno una sola cosa da fare: dimettersi».

MONDO. «Cookson non sa nemmeno che esiste un ciclismo al di sotto del WorldTour. Non sa cos'è il Grand Prix de Cholet-Pays de Loire, non conosce il valore della Boucles de la Mayenne. Questi signori non hanno capito che il ciclismo non si costruisce sulla sabbia. Io non sono contrario a correre in ogni angolo del mondo, ma ci vuole buon senso. Pensateci bene: la FDJ, la Cofidis e la Lampre sono sponsor da vent'anni e più, la Lotto belga da oltre 30 anni ma nessuno ha chiesto loro un parere sulla riforma: è una scelta da incompetenti. Durante l'ultimo consiglio di amministrazione della FDJ io non sono stato in grado di dare notizie certe sul calendario 2017 a dirigenti che spendono 12 milioni di euro all'anno per il ciclismo. Vi sembra serio? A me sembra una farsa…».

LOTTA. «Cookson non risponde alle mie lettere, ma presto ci faremo sentire, eccome. Perché in questo stato di cose, nel giro di tre anni metà delle corse francesi saranno scomparse. E tutto il ciclismo è in pericolo».
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COMMENTI
Era ora
30 agosto 2016 10:38 Carmelino
Sempre simpatici questi francesi..................sino ad ora,visto che erano garantiti dall'ASO completo silenzio sulle gare sparite dal calendario degli altri paesi.
Ora che arrivano i nodi al pettine anche in Francia.............rivoluzione annunciata........forse.
Probabilmente basterà salvare qualche corssuccia francese per ..............dimenticare il tutto.
Speriamo di no........ma è ora che si sveglino anche gli Italiani su questa cosa...........

giusto
30 agosto 2016 10:38 bernacca
le parole di Madiot sono giuste, il ciclismo ha una radice che si deve mantenere, le corse nazionali sono importanti, hanno storia e formano corridori oltre che creare interesse nei luoghi di svolgimento! il ciclismo corso in emirati, quatar etc non ha futuro in quanto è assurdo vedere 10 spettatori (e non esagero) all'arrivo di una tappa! ok, comandano i soldi, ma anche i tifosi devono farsi sentire, io voglio ancora vedere dal vivo questo sport

semplice verita'
30 agosto 2016 10:46 devis
Grande Madiot, il tuo pensiero esprime la semplice verita'....vogliono distruggere calendari storici per corse sulla sabbia che valgono solo per i dollari messi sul piatto e' una vergogna..con il calendario italiano ci sono ormai riusciti (finiti giro veneto, friuli, placci ,romagna , camaiore, prato, brixia eccetera) , mi auguro che i francesi difendano con i denti il proprio, che per esperienza diretta e' bellissimo (alle gare citate se ne' possono aggiungere allmeno altre 10, GP plumelec o Cholet pays de la loire per esempio)

madiot
30 agosto 2016 11:31 siluro1946
Come Madiot, molti altri hanno detto le stesse cose, inascoltati. La soluzione è facile, in quanto obbligatoria e senza alternative se i vuole salvare il ciclismo professionistico. Sponsor, Organizzatori, Società Ciclistiche si uniscano in una Organizzazione di diritto privato e gestiscano il ciclismo senza intermediazioni di Federazioni, gestite da politicanti buoni a nulla, visto i risultati, tragici, sin qui ottenuti.

30 agosto 2016 13:27 limatore
Certo non è che siano chiari. Prima predicano la riduzione degli organici poi aumentano le gare a cui se costretto a partecipare. Con questo calendario servono squadre non da 27 ma da 32 corridori.

Le squadre
30 agosto 2016 14:21 relax
La meritocrazia non esiste ....le squadre preferiscono ciclisti sponsorizzati ......la classifica cq ranking a cosa serve?

Siamo alla farsa…???
30 agosto 2016 21:19 noel
Ci si accorge adesso, dopo che anche la precedente gestione UCI aveva già fatto scempio delle gare e delle discipline, che hanno fatto la storia del ciclismo ? Hanno reso il ciclismo uno sporco business,
sull'esempio della F1, moto gp, ecc.. un schifo !!!

madiot ha ragione
31 agosto 2016 08:24 poverociclismo
Basta vedere che le squadre italiane e spagnole stanno sparendo e che tante semiclassiche storiche o non si corrono più ( es coppa placci, giro del lazio, giro di baviera, giro del veneto) o sono corse quasi solo da squadre continentali (es Giro dell'Appennino). A quando l'emozionantissimo giro dell'Isola di Pasqua?? magari corsa wordl tour con il bellissimo nome inglese di Moai classic A capo dell'UCI ci vorrebbe un ex corridore o ds di lunga e provata esperienza e, cosa importante, onesta morale

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