Giulio Ciccone, 21 anni , con la maglia della Bardiani-CsfGiulio Ciccone, 21 anni , con la maglia della Bardiani-Csf
Giulio Ciccone, 21 anni , con la maglia della Bardiani-Csf
Giulio Ciccone, 21 anni , con la maglia della Bardiani-Csf
Gli arrosticini e la polenta taragna come cibi preferiti. Il Passo Lanciano e la salita della Roncola come luoghi di allenamento. Abruzzese d'origine e di crescita (a Chieti), bergamasco d'adozione, con gli occhi (o il cuore) puntati sulle classiche in Belgio e un presente da pro'. Lo scalatore Giulio Ciccone, 21 anni compiuti qualche giorno prima di Natale, esordisce da professionista con la Bardiani-Csf con cui in questi giorni è in ritiro a Riotorto in Toscana (ecco chi sono i 13 neopro' 2016). E proviene da due stagioni alla Colpack. Nel team di Beppe Colleoni si è messo in luce vincendo, tra l'altro, la classifica degli scalatori del Giro della Valle d'Aosta per due anni consecutivi, e piazzandosi al sesto posto nella generale del Tour de l'Avenir 2015 con la maglia della Nazionale under 23 che si è aggiudicata la Coppa delle Nazioni. E poi il secondo posto al Piccolo Lombardia, vinto dal compagno di squadra Fausto Masnada. In tasca un diploma di geometra "in cinque anni". Adesso lo attendono due anni nella formazione professional dei Reverberi con l'esordio al Costa degli Etruschi a Donoratico il 7 febbraio.
Ciccone che corridore è?
"Scalatore, mi piacciono le salite lunghe"
Quando ha cominciato ad andare in bici?
"A 7 anni. Mio padre Roberto è un grande appassionato".
La prima gara.
"A 8 anni a Manoppello in provincia di Pescara".
Come è andata?
"Per poco non mi ammazzo".
Cosa è successo?
"Ho schivato una caduta e sono passato tra un palo e un muro".
Nel 2015 non ha fatto particolari acrobazie. È soddisfatto della stagione?
"Non ho vinto tanto ma guardando i risultati da febbraio ho avuto continuità".
Al Piccolo Lombardia siete arrivati con tutta calma fianco a fianco con Masnada.
"È stata una festa per la squadra, un bellissimo ricordo".
Nel 2015, quando già sapeva che sarebbe stato preso dalla Bardiani, ha corso con i pro', con la maglia della Nazionale alla Coppi e Bartali e al Trentino. Come è andata?
"I ritmi sono molto più alti".
Cosa ha imparato da quelle esperienze?
"Che il ciclismo professionistico è un'altra cosa rispetto a quello che si vede in tv".
Cioè?
"Per esempio il modo in cui affrontano le salite. Non esiste un punto in cui vanno piano. Quando aprono l'acceleratore tengono".
Su cosa deve lavorare?
"Sui cambi di ritmo. Poi non mai provato una crono individuale".
Cosa si aspetta dal suo 2016?
"Di fare esperienza, di svolgere il mio compito per aiutare i compagni".
Come è andato il primo ritiro a Fiuggi?
"Ero in camera con Zardini. L'ambiente era sereno. Il prossimo ritiro è a Rio Torto a metà gennaio".
A quale ciclista si ispira?
"Purito Rodriguez. Mi sono sempre piaciute le sua azioni, gli arrivi sugli strappi duri".
Quale corsa le piace?
"La Liegi-Bastogne-Liegi mi affascina. E poi la Freccia Vallone e le corse a tappe".
Faccia un nome?
"Il Tour, è nel vivo della stagione. E, ovviamente, il Giro d'Italia. Sarebbe un sogno vestire la maglia rosa".
Cosa fa prima di iniziare una gara?
"Il segno della croce".
Quanto tempo passa in bicicletta?
"Dalle tre ore e mezzo alle cinque al giorno".
Quando non corre cosa fa?
"Mi piace passare il tempo con la mia ragazza, andare al cinema, passeggiare".