Baliani, professione giramondo
Ama navigare, in Internet, e sceso di sella promette una guida sugli hotel visitati in carriera ("i migliori sono in Malesia"). Intanto per il 2007 sogna la maglia verde finale del Giro
L'arrivo vincente di Fortunato Baliani in cima alla Subida Naranco. Ansa
L'arrivo vincente di Fortunato Baliani in cima alla Subida Naranco. Ansa
MILANO, 11 novembre 2006 — La prossima guida Michelin, promette, la scriverà lui, Fortunato Baliani. "Perché in nove anni da professionista, ho girato un migliaio di alberghi. Ne conosco camere, cucine, ristoranti, vista mare e servizio in camera".
- I migliori?
"In Malesia. Roba da favola. Letti singoli a due piazze, tv al plasma, bagni grandi come appartamenti, con una finestra che dà sulla foresta e un’altra che dà sulla camera, vasca e doccia, e un frigo dove c’è tutto quello che desideri".
- E lei?
"Il frigo non lo tocco. Le regole, in casa Reverberi, sono chiare: l’albergo è pagato, frigo e telefono sono a nostro carico. Così ci si trattiene. Ogni tanto si preleva qualche gadget".
- Sarebbe?
"Saponette, solo se speciali: alle erbe, alle alghe. O shampoo particolarmente delicati. Ogni volta i miei compagni mi prendono in giro: "Ma che ci fai? Non hai capelli". Infatti: gli shampoo sono per mia moglie. Che di capelli ne ha tanti".
- Anche lei si porta da casa il cuscino?
"Mai visto un corridore che se lo porti dietro. Magari lo fa qualche campione. Ma io mi sono sempre adattato a tutti i letti e a tutti i cuscini. Alla fine di certe tappe sei così stanco che dormiresti anche in piedi".
- E che cosa si porta?
"In valigia non dimentico mai la playstation. La nostra è una vita da zingari, non da turisti. Finito l’allenamento o la corsa, si sta tanto in camera a riposare. Per non mangiare, per non dormire, per non annoiarmi, tiro fuori fuori la playstation. La mia specialità è il calcio. Gioco con tutti, non perdo con nessuno. Il più forte è, forse, Rinaldo Nocentini: competitivo, è vero, ma non abbastanza per battermi".
- Poi?
"Amo la tecnologia. Mi porto anche telefonino, personal computer, dvd, mp3. Navigo su Internet: leggo, guardo, ascolto, ma non scarico. Be’, qualcosa, ma pochissimo. Il mio contratto telefonico non me lo consente".
- Navigare è pericoloso.
"Tranquilli: mai preso un virus. E mai preso altre porcherie".
- Ricominciato ad allenarsi?
"Da due settimane. Passeggiatine di 3-4 ore, con Gentili, con qualche dilettantino tranquillo, o con qualche cicloamatore. I cicloamatori non smettono mai: escono 3-4 volte la settimana, da gennaio a dicembre, e a tutta grinta. Adesso, dopo un riposo di 40 giorni, quando usciamo insieme, mi tirano il collo".
- Ma conviene fare uno stop così lungo?
"Serve a rigenerarsi, nel fisico e nella testa. Serve anche a mettere su qualche chiletto e costituire una riserva da centellinare durante la stagione. Ho letto che l’anno scorso Vinokourov si è fermato due mesi, e poi è andato com’è andato. Il riposo ti dà una tranquillità di testa buona per tutta la stagione".
- Primo nella Subida Naranco 2006. Ce la racconta?
"Uscivo dal Giro con una grande condizione. A 50 chilometri dall’arrivo c’erano due fughe. Ho ripreso la prima, poi ho ripreso anche la seconda, poi piano piano mi sono scrollato di dosso tutti gli altri. E sono arrivato solo, in salita: il massimo della vita".
- Che cos’ha fatto?
"Ho telefonato subito a mia moglie. Ma per l’emozione non sono neanche riuscito a parlarle. Ha pensato a un errore di connessione. Tra l’altro, due giorni prima era morto mio nonno: si chiamava Fortunato Baliani anche lui. E la vittoria l’ho dedicata a lui".
- Nel 2007 che cosa chiederà alla vita?
"Il mio obiettivo è sempre il Giro d’Italia. E il mio sogno è portare la maglia verde, quella della montagna, fino a Milano. Salire sul gradino più alto del podio ti fa vedere il mondo dall’alto in basso. Brividi. Da vertigini".