Moreno Argentin: «Rivali più forti. Serve il genio di Nibali»

MONDIALI | 27/09/2015 | 11:26
C'era una volta in America. Dopo 29 anni il Mondiale è di nuovo negli Usa, che l'avevano ospitato solo in un'altra occasione: a Colorado Springs 1986, edizione che gli italiani ricordano bene per l'oro nella prova in linea professionisti di Moreno Argentin e il bronzo dell'altro azzurro Beppe Saronni.

Argentin, come fu quel Mondiale in Colorado?

«Duro e selettivo, perché si correva in altura, con tanti big anche fra gli azzurri: Bugno, Moser, Saronni, Baronchelli, Visentini...».

E lei come riuscì a spuntarla?
«Anticipai anche i miei compagni andando in fuga con un gruppetto a 80 km dall'arrivo. Così anche i Moser e i Saronni dovettero correre per me e fecero lavorare gli avversari, che però non mi presero».

Allora l'Italia di corridori da grandi classiche ne aveva tanti, oggi invece... Non ne vinciamo una, Mondiale compreso, addirittura dal 2008. Perché?
«Chiedetelo alla nostra Federazione. Per il presidente Di Rocco il movimento in Italia è in crescita, la verità è che altre nazioni, come Australia, Inghilterra e Usa, hanno lavorato molto meglio di noi».

Ma non sarà la solita alternanza tra cicli positivi e negativi? In fondo abbiamo Nibali e Aru...
«I nostri federali sono come i politici, badano solo a salvare la poltrona. L'Italia ha un sacco di corridori, ma manca la qualità. All'estero c'è più programmazione e attenzione per i dilettanti, che corrono spesso all'estero, e anche per i professionisti. Da noi invece dov'è finito per esempio un talento puro come Battaglin? Se la responsabilità non è della Federazione, allora di chi è?».

Nella crono iridata Malori ha conquistato l'argento e Moser, altro talento un po' disperso, è nei 10. Sono segnali positivi...
«Il merito è solo loro e dei rispettivi club, che investono su uomini e mezzi. Poi però è la nostra Federazione a vantarsi quando arrivano i risultati».

La sua analisi è impietosa, dunque domani non abbiamo chance di ripetere l'exploit negli States che le riuscì 29 anni fa?
«Sarà molto difficile. Per conquistare un Mondiale devi essere abituato a lottare con i big e aver vinto qualche corsa importante prima... Ci sono tanti corridori più forti di noi, come Degenkolb, Sagan, Kristoff. Vengono da Germania, Slovacchia e Norvegia, Paesi che non hanno certo la tradizione dell'Italia, eppure ci hanno superato».

Che cosa potranno inventarsi allora gli azzurri per fare il colpo?
«Correre alla garibaldina, come feci io, con una tattica pazzerella, un po' da incoscienti, magari rischiando. Tanto se arrivano in trenta alla fine, Viviani è battuto da Degenkolb e Kristoff».

Eppure il ct Cassani è ottimista...
«Davide è bravo, ma deve fare il pane con la farina che ha».

Diventi lei per un giorno ct...
«Non ho la diplomazia necessaria, se dipendesse da me farei subito una rivoluzione».

Proviamoci lo stesso. Pronti, via: la corsa è partita. Che fare?
«Sfruttiamo Oss e Quinziato per una fuga da lontano insieme con Nibali, che ha motore e fondo. Se non va, lanciamo Felline, Trentin, Nizzolo e Bennati, che tengono bene e sono veloci. Se va male anche così, teniamo per il finale le carte Ulissi sugli strappi e Viviani in volata».

da «La Stampa» del 26 settembre 2015 a firma Giorgio Viberti
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COMMENTI
Grande Moreno!
27 settembre 2015 12:11 warrior
Chi dice la verità, come sempre, non è amato.

27 settembre 2015 17:42 Line
parole SANTE .. le squadre di club preparano i corridori per i mondiali , non le federazioni

....
28 settembre 2015 06:23 marek79
Grande Moreno

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