LASCA. «Un nuovo stop, ho le anche fuori uso»

PROFESSIONISTI | 18/03/2015 | 07:39
«Ho voglia di tornare alle gare, di tornare al meglio. A costo di dover girare mezzo mondo risolverò questi maledetti problemi alla gamba». A parlare è Francesco "Paco" Lasca, che questa serà tornerà a Osimo, nelle sue Marche, dopo aver trascorso qualche giorno a Granada per trovare finalmente una soluzione ai problemi fisici che da un paio d'anni non gli stanno dando tregua. Il velocista della Caja Rural, domani non sarà al via del GP Nobili Rubinetterie come da programma ma spera di rientrare alle corse il mese prossimo.

Cosa succede, Paco?
«Mi sono dovuto fermare, di nuovo. La caduta nella prima tappa della Vuelta Andalucia in cui non mi sembrava di essermi fatto un granchè ha riacutizzato i dolori alla gamba destra che speravo fossero ormai un lontano ricordo. Cadendo mi sono leggermente stortato il bacino e l'anca, continuando a pedalare mi sono procurato uno stiramento del legamento posteriore del ginocchio che mi ha messo fuori dai giochi».

Cosa dicono i medici?
«Mi è stato consigliato di rivolgermi a Josè Luis Perez, osteopata spagnolo di fama che ha avuto in cura molti ciclisti. Per tre giorni mi sono affidato a lui, mi ha sottoposto a diverse manipolazioni all'anca che sembra mi stiano dando sollievo. Purtroppo è stato un sommarsi di problemi che, uno sopra l'altro, mi hanno portato a non riuscire ad esprimere la forza che ho. Le mie anche sono ko e non mi permettono di andare come dovrei».

Questa situazione va ormai avanti da molto tempo.
«Sì, da troppo. Basta vedere anche i miei risultati. Il tutto è iniziato quando mi sono rotto l'anca nel 2013 in Norvegia. Mi sono operato all'anca destra, ero riuscito a superare una fase delicata, stavo abbastanza bene e ero tornato negli ordini d'arrivo, finchè al Giro di Turchia sono caduto di nuovo ribattendo il fianco destro. Per di più ci ho messo quasi 7 mesi per risolvere il problema al gluteo, un edema procurato dalla botta all'anca operata che mi dava tanta tensione. L'ultima caduta in ordine di tempo, in cui sono finito neanche per colpa mia, è l'ennessimo problema che si è sommato alla frattura non sistemata bene. Non so davvero cosa ho fatto di male in un'altra vita... Chi sta mettendo gli spilli nella mia bambolina voodoo, per favore, la smetta».

Tempi di recupero?
«Si tratta di un problema che può risolversi in una settimana o in un mese. Io scalpito per tornare a correre, ma questa volta non voglio avere fretta perchè sono stufo di correre a mezzo servizio. Ho fatto ogni tipo di terapia, spero finalmente di aver trovato quella adeguata e di poter tornare a tutti gli effetti in gara ad aprile. Ti assicuro che l'ultimo anno e mezzo è stato tremendo per me. Ogni volta che tornavo ad allenarmi come si deve in un paio di mesi beccavo un'altra mazzata che mi obbligava a rifermarmi. Anche dal punto di vista mentale non è stato semplice. Ripartire sempre da zero è durissima. Pedalo da sempre e so che in bici bisogna soffrire, ma non per il dolore fisico. Non vedo l'ora di tornare a far fatica, ma quella bella e sana».

Giulia De Maio
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