PELLIZOTTI. «Adesso mi diverto davvero»

PROFESSIONISTI | 14/02/2015 | 06:29
L'impressione è netta: gli anni passano e Franco Pellizotti appare sempre più sereno, contento, felice.
«Ho cominciato la mia stagione numero 15 tra i professionisti - racconta a tuttobiciweb il capitano della Androni Venezuela, a margine della presentazione ufficiale del team - e non ho nessuna intenzione di smettere. Soprattutto perché mi diverto a fare il mio mestiere».

E allora entriamo nel dettaglio: come è cominciata la tua stagione?
«Bene, direi. Perché ho trascorso un bell'inverno, due settimane di lavoro intenso a Garn Canaria e poi con la trasferta in Australia ho cominciato a gareggiare. Lì ho lavorato soprattutto migliorare la gamba e ho colto qualche buon piazzamento, cosa che non guasta mai».

Il tuo programma come procede?
«Giovedì Laigueglia, poi sabato e domeniva Haut Var. Quindi Lugano, Strade Bianche, Gp Nobili e Settimana Coppi&Bartali. Il giorno dopo quest'ultima gara, salirò sul'Etna per un paio di settimane abbondanti di lavoro, scenderò pochi giorni prima del Giro del Trentino. E prima del Giro d'Italia tornerò sul vulcano per qualche altro giorno di lavoro».

Nessuna ricognizione alle tappe?
«Ma ormai le salite del Giro le conosco tutte e la crono passa davanti a casa, cosa vuoi che vada a provare?».

Ma a una vittoria al Giro ci credi...
«Come no, e penso anche che me la meriterei, dopo che nelle ultime due edizioni me l'ho solo sfiorata. Ci credo e ottenerla sarebbe il massimo, per me e per la squadra. Ed io per questo obiettivo lavoro».

E fai sacrifici.
«Guarda, quello più grande è stare lontano dalla famiglia. Se devo essere sincero, è il vero sacrifcio. Il resto no, il resto mi piace, mi diverteı.

Ma dove trovi tutta questa voglia, questa energia?
«Proprio dal fatto di fare qualcosa che mi piace. Ora posso dire che mi diverto davvero a fare questo mestiere. Quando hai 30 anni, per esempio, hai quasi l'obbligo di fare risultato, adesso prendo le cose in modo diverso. E lo ripeto, mi diverto».

Savio continua a parlare di te come di un allenatore in corsa e ogni anno aggiunge un nuovo aggettivo alla tua presentazione.
«Questo non puà che farmi piacere e sono contento di poter essere un punto di riferimento per la squadra e di riuscire a mettere la mia esperienza al servizio di questi ragazzi».

Può essere un'idea per il fine carriera?
«Per il momento non ci ho pensato seriamente, anche se è normale parlarne qualche volta con mia moglie. E comunque s', mi piacerebbe restare in questo ambiente che finora è stato tutta la mia vita e la possibilità di trasmettere qualcosa di importante ai giovani mi piace davvero. Ma ne riparleremo. Adesso contano le corse, il sacrificio e i risultati. E c'è uan vittoria al Giro da inseguire...».

Paolo Broggi
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