AMICI. «L'Uci deve avere più rispetto per gli organizzatori»

PROFESSIONISTI | 31/01/2015 | 07:17
«L’Uci alla fine ti dà la possibilità di avere, ma poi quelli non possono venire». Adriano Amici non ha fatto studi alla Sorbona, ma sulla strada ha imparato a pesare le chiacchiere. È un uomo concreto, uno che ha fiuto, intuito e soprattutto un amore profondo per la bicicletta, le corse e per quello che fa. E con quelle poche parole sintetizza uno dei passaggi fondamentali della riforma del ciclismo professionistico di lì a venire, quella che è ancora allo studio ed è già stata cambiata almeno tre volte. «Le squadre World Tour, un certo numero, potranno anche correre gare 1.1, quindi ci danno la possibilità di schierarle al via. Ma se mettono troppe concomitanze, non possono venire. Ecco il riassunto di uno dei tanti problemi che ci troviamo ad affrontare noi organizzatori in un momento storico tutt’altro che facile».

La posso chiamare Cavaliere?
«Lo sono dal ’93, ma preferisco che tu mi chiami Adriano».

Adriano, come va?
«Fisicamente molto bene. Ora la salute è tornata, mentre la voglia di fare non è mai venuta meno».

Come vedi la situazione del ciclismo mondiale?
«Complicata. Capisco che ci voglia sempre maggior professionalità, ma anche le squadre e noi organizzatori abbiamo bisogno di certezze, attenzioni e rispetto. Ad esempio troppo spesso ci troviamo a navigare a fari spenti, senza sapere cosa succederà domani. Questo non va bene, per nessuno».

Cosa ti preoccupa di più?
«Le concomitanze. Ci vuole più rispetto, in modo particolare in un momento storico come questo dove le corse stanno morendo in ogni angolo del mondo. Se c’è chi pensa che meno corse portino più ricchezza a chi resta, si sbaglia. Povertà ha sempre generato povertà. Peccioli, Emilia e Beghelli dovranno patire quest’anno della concomitanza (7/11 ottobre) dell’Abu Dhabi Tour: non ne sapevamo assolutamente nulla, abbiamo scoperto tutto dai siti e dai giornali quando hanno pubblicato i calendari. Ben vengano le nuove corse, anzi, che ne arrivino sempre di più, ma un pizzico di rispetto è buona cosa».

Intanto tu con il tuo Gs Emilia prosegui ad organizzare. Tra una settimana il Gran Premio degli Etruschi (8 febbraio). Poi la Settimana Internazionale Coppi & Bartali (26/29 marzo). Il Memorial Marco Pantani (19 settembre). Il Giro dell’Emilia uomini e donne (10 ottobre) e il Beghelli (11 ottobre)…
«Noi siamo contenti, perché abbiamo mantenuto i nostri impegni, e diamo anche una mano al Trofeo Laigueglia, che è stato proprio da noi rilanciato un anno fa. Gli sponsor, gli enti locali ci stanno dando una grande mano, come ho detto il momento è quello che è ma proprio alla luce di questo, non possiamo assolutamente lamentarci. Anzi, quello che spero è che gli organizzatori capiscano - come hanno fatto l’Ac Arona e l’Us Legnanese (per i campionati tricolori, ndr) - che è necessario non farsi la guerra e pensare al proprio orticello, ma darsi una mano. Collaborare. Unire gli sforzi: solo così si esce dalla crisi. La cooperazione è una chiave che ci può portare davvero fuori dalla crisi. È un’opportunità. Spero che tutti lo possano capire».

Sei illuminato come pochi…
«Non mi prendere in giro…».

Nessuna presa in giro, dico sul serio: condivido il tuo pensiero.
«E allora dico anche un’altra cosa ai miei amici organizzatori. Non vendete i campioni che potrebbero venire a correre le vostre corse. Vendete la storicità della gara. La tradizione. Il progetto di un evento. E poi facciamo tutti qualcosa di più anche per le donne. Rappresentano un'opportunità: non solo noi per loro, ma loro per tutti».

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COMMENTI
illuminato....
31 gennaio 2015 15:13 canepari
ecco la parola giusta per Adriano. Grazie Cavaliere. Non è facile trovare un galantuomo e una persona seria e capace come te nel mondo del "nostro" ciclismo. Prosegui con la tua determinazione e GRAZIE!!! ancora

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