La doppia sfida di Khalilov
Ha ripreso sui colli del piacentino, dove abita. Punta al podio di Mondiale e Lombardia. Cioè lancia la sfida a Bettini..."Ma lui è un esempio per tutti"
Mikhail Khaililov, 31 anni, ucraino
Mikhail Khaililov, 31 anni, ucraino
MILANO, 19 novembre 2006 - Dalla Lpr alla Flaminia via... Lampre. Mikhail Khalilov, ucraino trapiantato nel Piacentino, 31 anni di cui sei già trascorsi in Italia, ha rischiato di entrare nel grande ciclismo.
- Com’è andata?
"Avevo un contatto con Beppe Martinelli. Gli ho detto: 'Benissimo, sono pronto e felice'. Poi qualcosa non è andato per il giusto verso. Lui mi ha detto: 'C’è uno che non ti vuole'. Io sono andato da quel corridore e gli ho chiesto perché. Lui mi ha detto che di me aveva parlato solo bene. Così sono tornato da Martinelli e gli ho detto: 'La Lampre è una grande squadra e io verrei subito, ma questa storia già non mi piace più'. E non se n’è fatto più niente".
- Dispiaciuto?
"Era una grande occasione. Pazienza. Si guarda avanti".
- E se guarda indietro?
"Nel 2006 tanti piazzamenti in corse importanti, anche del ProTour, e due vittorie. La prima vittoria in Olanda, una corsa 1.1, un percorso da Liegi-Bastogne-Liegi, con vento e pioggia. Insomma, vero ciclismo. La seconda vittoria al campionato del mondo militari: fuga a sei, il gruppo che quasi ci risucchia, sprint testa a testa con un tedesco che veniva dalla pista, colpo di reni, bici buttate avanti, vittoria al fotofinish per 9 centimetri. Otto di troppo".
- Totale 13 vittorie: neanche una in Italia.
"Burkina Faso, Bulgaria, Senegal, Spagna, Ucraina, Olanda... Invece in Italia secondi e terzi posti. Succede".
- Ha fatto vacanze?
"Due settimane senza bici. Sono diplomato Isef, adesso si chiama Scienze motorie, e ho imparato che il fisico, almeno il mio, non può rimanere fermo. Così sono stato a Kiev, in Ucraina: parenti e amici, molto divertimento e qualche vodka, e sport".
- Cioè?
"Nuoto: un’ora, un’ora e mezzo in piscina, avanti e indietro, bello ma non è un grande divertimento. Corsa a piedi: un’ora, un’ora e mezzo, solo avanti, non indietro, bello ma non è un grande divertimento. E palestra: qualche esercizio con pesi leggeri, poi ginnastica per schiena, addominali e braccia, neanche questo è un grande divertimento".
- E qual è il grande divertimento?
"La bici mi piace sempre. Ho appena ripreso. Qualche giorno piano, da solo. Qui nel Piacentino ci sono tanti percorsi sulle colline»".
- Che cosa dicono in Ucraina?
"Dicono di voler entrare in Europa. Ma non sanno quanto costa. In Europa ci sono troppe tasse. Si paga anche per respirare".
- Obiettivi del 2007?
"Mi piacerebbe arrivare fra i primi cinque — fra i primi tre sarebbe fin troppo — al Mondiale. Mi manca sempre qualcosa. Forse dipende dal fatto che corro per squadre piccole, disputo gare corte, e alla fine non ho più benzina. Al Lombardia sono arrivato 12°, ma poteva andare meglio: prima del Ghisallo c’è stata una caduta e io, per superarla, ho dovuto scendere di bici e camminare. Poi ho recuperato, sono arrivato a 150 metri dai primi, ma non ce l’ho più fatta".
- Mondiale e Lombardia: in tutte e due le corse, primo Bettini. "Bettini è un esempio per tutti".
- Michele, che cosa farà da grande?
"Vorrei correre ancora un paio d’anni. Poi non lo so. Dipende. Dipende se rimango in Italia o se torno in Ucraina".
- Nostalgia?
"A volte sì. In Ucraina non si paga per respirare. Non ancora".