Marco Coledan in Guadalupa nell'inseguimento individuale. Bettini

Marco Coledan in Guadalupa nell'inseguimento individuale. Bettini

Anno nuovo, vita nuova. Marco Coledan, 26 anni, veneto di Motta di Livenza, corazziere, base (80) per altezza (1,90), stradista e pistard, svolta: dalla Bardiani alla Trek.
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Coledan, quattro titoli italiani di inseguimento individuale: che cos’è l’inseguimento?
“Una sfida personale, una prova contro se stessi, una lotta contro il tempo. In questo ordine. È anche una scienza: conoscersi. Una disciplina: gestirsi. Un comandamento: regolarsi. E un segreto: curare anche i minimi dettagli. I velocisti non possono sbagliare nulla perché se la giocano in 200 metri, gli inseguitori in 4 mila metri”.
Due titoli italiani nell’inseguimento a squadre: che cos’è l’inseguimento a squadre?
“Una specialità quattro volte più complicata dell’inseguimento individuale, perché i quattro devono essere uno solo tecnicamente e anche umanamente. Bisogna assolutamente andare d’accordo, anzi, volersi bene. Il primo pericolo è farsi vincere da gelosie o invidie, e tirarsi il collo”.
Un titolo italiano nella corsa a punti: che cos’è la corsa a punti?
“Una volata ogni 10 giri, cioè ogni due chilometri e mezzo. È una giostra. Gambe potenti ed esplosive, ma anche testa, per calcolare, ed esperienza, per prevedere o immaginare. Alleanze? Dipende. Certo qualche amicizia può contare. Ma l’era delle "combine" è finita”.
Un titolo italiano nel derny: che cos’è il derny?
“Dietro motori. A volte può sembrare un ballo, a volte un’altalena. È una specialità che conosco poco, nonostante abbia conquistato anche un bronzo europeo. Ho la sensazione che valga più chi guida di chi pedala”.
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Tirare le volate: come si fa?
“Un conto è essere il penultimo o il terzultimo o il quartultimo uomo: lì è un inseguimento, anche se non s’insegue nessuno, se non la vittoria. Un conto è essere l’ultimo uomo: un ruolo di enorme responsabilità. E bisogna avere la piena, e anche cieca, fiducia del velocista”.
Fare la volata: com’è?
“Mi è capitato, ma raramente. È rischio ed ebbrezza. È brivido e adrenalina. È posizione e colpo d’occhio. È gusto della bagarre. E bisogna sapere che non esiste una volata uguale alle altre”.
“Finisseur” o contropiedista: com’è?
“Sorprendere i velocisti nell’ultimo chilometro: bellissimo e difficilissimo. Ormai una rarità”.
Coledan, voglia di tentare il record dell’ora?
“No, grazie. Preparazione, applicazione, concentrazione: non è mica facile”. Lei è nato il 22 agosto del 1988, ultimo giorno del Leone. Ruggisce?
“Mi sento un leone. Calmo, ma pronto a rizzare la criniera e azzannare. Troppa autostima?”.