Elisa Longo Borghini, 22 anni, sul podio del Mondiale 2012. BETTINI

Elisa Longo Borghini, 22 anni, sul podio del Mondiale 2012. BETTINI

Sul suo profilo Twitter, oltre all’invito “don’t curse the darkness, light a candle” (non imprecare contro l’oscurità, accendi una candela), appare il profilo “Italian girl who aims to become a cyclist” (ragazza italiana che aspira a diventare una ciclista). L’aspirante è Elisa Longo Borghini, 22 anni, professionista dal 2012, campionessa italiana crono 2014, bronzo ai Mondiali 2012 su strada e agli Europei crono 2012. Peccatrice in modestia.

Elisa, sei vittorie nel 2014. Voto?
«Un anno duro ma positivo. Cominciato con un po’ di stress fisico e mentale, concluso risentendomi quella di sempre. Anche ai Mondiali di Ponferrada, che però mi hanno lasciata perplessa: nel finale, davanti, non potevo fare nulla se non aspettare chi veniva da dietro. Aspettare e frenare non sono nella mia natura. Infine doppiamente dispiaciuta perché il quarto posto di Giorgia Bronzini ci ha lasciato vuote».

Nuova squadra: la Wiggle Honda.
«Dopo tre anni nello stesso club, la Hitec, era ora di cambiare aria e cercare nuovi stimoli. Voglio migliorarmi. Qui ci saranno ragazze più forti ed esperte, e lavorerò di più per la squadra, ma quando potrò fare io la corsa, avrò più aiuto e sostegno».

Obiettivi?
«Il Giro d’Italia. Magari la Freccia Vallone, che delle classiche è quella che più mi affascina. Altra storia sarà il Mondiale: il percorso di Richmond, negli Stati Uniti, a occhio mi si addice».

Nuova squadra, nuovo preparatore?
«No, con Paolo Slongo ci sono accordo e sintonia. La preparazione – carichi e scarichi, altura e gare - sarà calibrata in base agli obiettivi. Ricomincerò a metà novembre. Ma stare ferma è un problema: a me piace muovermi. Per non andare in bici, me la devono portare via. E’ proprio una questione di piacere. Pedalo anche per il solo gusto di andare, guardare, respirare».

Elisa, il movimento femminile?
«Si va avanti non solo a parole ma anche a fatti, a corse, a squadre. Dopo il Tour de France, che nel 2014, e lo ripeterà nel 2015, aveva organizzato la Course ai Campi Elisi a Parigi, il prossimo anno lo farà anche la Vuelta, a Madrid. La Rcs propone le Strade Bianche e il Tour of California dedicherà tre giorni soltanto per noi. La direzione è quella giusta. Il prossimo obiettivo potrebbero essere la Sanremo e il Lombardia: sarebbero una vetrina importantissima».

Si vedono molte più donne, in bici, sulle strade, anche quelle italiane.
«Non è una novità, ma una tendenza, anzi, un fenomeno sempre più forte».

Ma quante donne possono vivere di ciclismo?
«Poche. Direi le prime 15 della classifica mondiale, fra cui Giorgia e io».

A proposito di classifica, è la Vos che è stata ridimensionata o è la nuova campionessa mondiale Ferrand-Prevot che è un’altra Vos?
«Marianne Vos è fantastica. Ma è il livello generale che si è alzato. Ci sono altre olandesi. E altre francesi. E ci siamo anche noi».