Caucchioli: "Tornerò a vincere"
Il veronese senza successi nel 2006: "Ho fatto cose buone, ma purtroppo sono mancato al Tour de France". Ma ha la fiducia della Credit Agricole: "I francesi mi hanno adottato"
Pietro caucchioli, veronese di 31 anni. Bettini
Pietro caucchioli, veronese di 31 anni. Bettini
MILANO, 16 novembre 2006 - Il suo Capodanno, stavolta, è scoccato il primo novembre. Da allora, tre giorni bici, tre giorni bici e palestra, un giorno riposo. E avanti così.
Pietro Caucchioli, 31 anni, è il primo italiano tornato a pedalare. "Ma avevo smesso presto, poco dopo la Vuelta, un mese di stop, sentivo il bisogno di ricominciare. Due-tre ore, l’altro giorno 100 chilometri in tre ore e 20, va bene così".
Anche il 2006, "Cau", è andato bene così?
"Per la prima volta sono mancato in un grande giro. Avevo puntato sul Tour de France, invece ho avuto dei vuoti, alla fine 16°. Con l’esclusione di Floyd Landis, 15°, ma cambia poco".
E quelli della Credit Agricole?
"Hanno giudicato buono il mio Mediterraneo, terzo, buona la mia Parigi-Nizza, ottavo, buono il mio Delfinato, nono, buono anche il mio campionato italiano, sempre con i primi e poi nono, e buona anche la Vuelta, otto giorni con la maglia di leader nella classifica della montagna".
Peccato che la Vuelta, in Italia, non si sia vista.
"E’ questo il fallimento del ProTour. Si voleva dare visibilità alle corse in calendario, invece dovevi arrangiarti con Eurosport o con il satellite. Se non c’è la tv, gli sponsor o se ne vanno o girano alla larga".
Comunque, per lei, neanche una vittoria.
"La cercherò con più convinzione nel 2007. Voglio partire bene, farò il Giro, più alla ricerca di tappe che non della generale, e poi il Tour, più alla ricerca della generale che non delle tappe".
Educato, istruito, disponibile: i francesi l’hanno quasi adottata.
"La prossima stagione con me ci sarà non solo Francesco Bellotti, ma anche Angelo Furlan. Io ho fatto il suo nome, loro lo hanno scelto per le sue qualità di sprinter. Due veronesi e un vicentino: sentiremo più aria di casa".
Com’è l’aria di casa?
"In questo periodo mi sono finalmente occupato dell’azienda vinicola La Cà. Merlot, Cabernet, anche Bardolino, e un Pinot grigio per fare del bianco. Quest’anno vorremmo produrre, per la prima volta, del passito. Dobbiamo investire nella parte tecnologica e in quella enologica, il nostro obiettivo è un vino pregiato, non più di 100 mila bottiglie l’anno".
E poi?
"L’impegno con il Gruppo sportivo Giambenini, aperto a diversi gradi di disabilità, con atleti che si allenano e gareggiano con "land bike", dove si pedala con le mani. Vogliamo promuovere non solo lo sport per disabili, ma la loro voglia di vivere. Insomma, non ci interessano tanto i risultati, ma allargare la conoscenza, e la partecipazione. Far sapere che esiste, deve esistere, una seconda possibilità nella vita".
Per esempio?
"Sto organizzando la festa sociale: il 22 dicembre, a Gardaland. Verranno, fra gli altri, Bettini, forse Petacchi e Ballan, poi Baldato, Furlan, Bellotti, Ferrara, Pellizotti, anche Bartoli e Ferrigato. So che, fra allenamenti e corse, non ci sono quasi mai. Ma quando ci sono, mi do da fare. Cerco sponsor, invito amici e anche giornalisti. Lei è libero?".