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Cassani: "Nibali e il caos
il mio Mondiale"

Il debutto alla guida di un team che schiererà una maglia gialla e tanti outsider: "Vincere sarà difficile, spero in una corsa agitata. Voglio seminare, e rimanere a lungo al comando"

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PONFERRADA. UN'ITALIA giovane si avvia all'appuntamento più importante della stagione ciclistica: il mondiale spagnolo di Ponferrada, la prossima domenica. Un'Italia nuova, inedita, che punta sul futuro con i Colbrelli, i De Marchi, i Formolo, nuova linfa di uno sport che cerca di risorgere. Insieme: debuttanti e big, il sardo Aru e il trionfatore del Tour Vincenzo Nibali; il 25enne Zardini e il navigato siciliano Visconti. Ci crede fermamente Davide Cassani, ex corridore ed ex commentatore tv, anche lui alla prima esperienza sull'ammiraglia azzurra.

Cassani, cominciamo da Wiggins che ha vinto la crono mondiale soffiando il poker al tedesco Martin. Una sorpresa?
"Mica tanto. Nelle crono si viaggia a oltre 50 all'ora, roba per specialisti, in cui si richiede una preparazione esclusiva. Lui ha puntato tutto sul questa prova mondiale e l'ha centrata".

Deluso dal sesto posto di Malori?
"No. Era nelle previsioni. 31" dal bronzo (Dumoulin, ndr) vogliono dire che non è lontano dagli avversari "terrestri"".

Come sta vivendo la sua prima vigilia mondiale da ct?
"Come quelle da corridore. Molta emozione, ma molte più responsabilità. Scegliere uomini non è mai facile soprattutto quando sai cosa vuol dire indossare la maglia azzurra. E dire di no a qualcuno è sempre spiacevole".

L'Italia punta tutto sui giovani, un cambio di pelle dettato dalla necessità o un disegno?
"Tutte e due le cose. Ho scelto gli atleti più in forma e preferito i giovani perché ho intenzione di rimanere molti anni sull'ammiraglia e so che bisogna seminare. A Ponferrada sarà molto ma molto difficile vincere. Però porto gente che farà esperienza e potrà vincere in un futuro prossimo".

Ci tiene così tanto al ruolo di CT?
"È il sogno della mia vita. Potesse vedermi il mio povero papà sarebbe la persona più felice del mondo. Sa quando ho ricevuto l'incarico dalla federazione? Il 4 gennaio, la data del suo compleanno... una coincidenza? Lui mi ha insegnato ad amare il ciclismo, mi portò al mondiale di Adorni ad Imola (1968 ndr). Su quel circuito il prete di Solarolo, il mio paese, Don Pierino ci portava la domenica in bici. Per noi, che siamo gente semplice, era il massimo. Mia madre era contadina. Ho fatto 15 anni da professionista e quando tornavo provavo sempre lo stesso piacere di andare in campagna e magari cogliere la frutta dagli alberi, come facevo da bambino. Mio padre camionista sarebbe fiero di me. E questo mi da una gran forza".

L'ambiente chiede sempre e solo risultati.
"È vero. La vittoria è importante, ma io cerco di far capire che lo sport è anche qualcos'altro. Il ciclismo è sport individuale, ma non vinci senza la squadra. Cerco di far capire l'importanza della maglia azzurra. E credo che i giovani lo abbiano compreso".

Qualcosa che ha molto di educativo.
"Vedere un Nibali dominatore del Tour che all'ultima corsa si avvicina al giovane Colbrelli e si mette a disposizione per aiutarlo a vincere vale una medaglia. Vuol dire che c'è già un grosso attaccamento alla nazionale, all'obbiettivo comune".

Però quando era commentatore in Rai vedeva solo un ciclismo di campioni e super eroi.
"Beh, di balle ne ho raccontate tante e mi dispiace. Me ne rendo conto. E ho imparato".

Il doping tollerato nell'atletica del caso Schwazer, il "doping di stato" di alcuni paesi all'est ancora non debellato, alla fine producono solo scandali e disonore.
"Per questo concordo con l'idea di spostare l'attenzione sui valori autentici. Il ciclismo può essere una grandissima scuola di vita".

Torniamo a Ponferrada.
"Tedeschi con Degenkolb e australiani con Gerrans sono i grandi favoriti, ma non lascerei da parte i belgi di Boonen, lo svizzero Cancellara che ha rinunciato alla crono, lo spagnolo Valverde, lo slovacco Sagan".

E l'Italietta?
"L'ho detto, vincere sarà difficile. Spero in una corsa di selezione, confido in un bel caos programmato".

Sarebbe?
"Che spetta ad altri gestire la gara, ma noi saremo pronti ad approfittare di ogni occasione. E sono convinto che sapremo fare bella figura comunque".
 
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