Filippo Pozzato, 32 anni, alla Clasica San Sebastian. Bettini

Filippo Pozzato, 32 anni, alla Clasica San Sebastian. Bettini

"Sì, c'è stato un giorno, il mese scorso, in cui ho pensato davvero di lasciare il ciclismo". La dichiarazione di Filippo Pozzato arriva quantomeno inaspettata, per usare un eufemismo. È vero che la stagione del 32enne vicentino della Lampre-Merida finora è stata fallimentare - zero vittorie, classiche bucate, nessun sussulto - ma segnali che facessero pensare a propositi di bici al chiodo non ce n'erano. Ieri intanto Pozzato è partito per la Vuelta. È l'ultima chiamata per fare qualcosa di buono quest'anno e soprattutto per guadagnarsi la maglia azzurra per il Mondiale di Ponferrada del 28 settembre.
Pozzato, davvero ha pensato di lasciare il ciclismo?
"Volevo mollare tutto, sì. Avevo la nausea. Un sacco di cose non funzionavano e non mi riferisco solo ai risultati. I contrasti con la squadra. La sensazione di essere percepito come un menefreghista quando è esattamente il contrario, sono il primo a stare male se lavoro e poi non ho riscontri in gara".
Poi che cosa è successo?
"Ho parlato con le persone care. Mi sono scosso. La bicicletta è la mia passione, la mia vita, e mi sembra di avere ritrovato il piacere di andarci".
Con la Lampre-Merida ora è tutto a posto?
"Preferisco non parlarne, e concentrarmi sulle gare (è legato al team blu-fucsia anche nel 2015, ma alla Gazzetta risulta che ancora ieri ci siano state frizioni dal punto di vista economico e contrattuale, ndr)".
Il 2014 finora è stato fallimentare. Perché?
"Mi prendo la responsabilità. Mi hanno buttato un sacco di m... addosso, ma non ci sono problemi. Sono il primo a non essere soddisfatto. Ma di sicuro, non è mancato l'impegno. Ho provato a correggere il modo di allenamento, fare più intensità e meno quantità. All'Eneco Tour ho avuto le prime risposte positive. In primavera non mi era mancato il fondo, ma la brillantezza".
Ma in base a che cosa il c.t. Cassani dovrebbe convocarla per il Mondiale?
"In base ai risultati, e nient'altro. Non ho nessun diritto acquisito ed è già capitato, come a Verona 2004, che mi chiamassi io fuori dalle convocazioni perché non andavo. Non ho fatto ancora niente. Ma non ho corso tanto (né Giro né Tour, ndr) e sono convinto di poter arrivare al Mondiale nella forma giusta. Con Cassani ho parlato anche di recente. Lui sa che per il colore azzurro ho come una venerazione. Però me lo devo guadagnare sul campo".
Con quali obiettivi arriva alla Vuelta?
"Per la classifica abbiamo Horner, ma io voglio battezzare alcune tappe e provarmi a fondo in quelle. Vincerne una significherebbe unirle a quelle di Giro e Tour del passato e adesso non sono molti ad avere vinto nei tre grandi giri. Non mi restano poi molti Mondiali per prendermi quella medaglia che in Australia, quattro anni fa (fu quarto, ndr) non arrivò soprattutto per colpa mia. Non ho più molto tempo. Non posso più perderne".