Ballan: "Ci vediamo a Roubaix"
Iniziamo oggi un viaggio tra sogni e ambizioni per il 2007 di volti più o meno noti del gruppo. L'apertura è con la punta della Lampre-Fondital: "Meno piazzamenti in cambio di qualche vittoria"
Alessandro Ballan, nel 2006 terzo alla Roubaix. Bettini
Alessandro Ballan, nel 2006 terzo alla Roubaix. Bettini
MILANO, 14 novembre 2006 - Dieci giorni a Marsa Alam: Egitto, Mar Rosso, barriera corallina. Alessandro Ballan, 27 anni, ha pedalato con pinne e occhiali, con Daniela (moglie) e Stella (figlia), con pochi rimpianti e tanti sogni.
- Ballan, si ricomincia?
"Venticinque giorni giù di bici. Qualche partitella a calcio e beach volley, insomma, niente di che. Adesso torno in palestra e in montagna, e dal 25 novembre sulla strada. E se m’invitano a fare qualche cross, io ci vado subito e volentieri. Mi diverte".
- Solo o in compagnia?
"La palestra è di Edo, quello che partecipava a "Striscia la notizia". Lì incontro Rebellin e Moletta, ma ognuno ha il suo programma specifico. La montagna è il Grappa: sentieri, gallerie, trincee, quasi una lezione di storia. E sulla strada vedrò Tosatto".
- Stato d’animo?
"Tranquillo. Stella ha quasi 14 mesi, la mamma non è più il suo unico punto di riferimento, finalmente ha cominciato ad aprirsi anche con me. Baci e abbracci. Ci vuole poco per sciogliere un papà".
- Il 2006?
"Ho dimostrato una grande continuità, premiata da tanti piazzamenti".
- Premiata o macchiata?
"Tanti avrebbero voluto essere al mio posto. Però, alla fine, è vero, una sola vittoria, al Laigueglia. E il secondo posto a una tappa del Tour, il terzo alla Roubaix, il sesto nella classifica finale del ProTour".
- Il 2007?
"Rinuncio a qualche piazzamento in cambio di qualche vittoria".
- Un posto dove darci appuntamento?
"Lo stadio di Roubaix. Oppure gli ultimi tre muri del Fiandre".
- Hanno eliminato il Koppenberg.
"Quello che quest’anno abbiamo fatto a piedi? Quasi un peccato. Se piove, il Koppenberg diventa un massacro. Ma se non piove, fa selezione. Lì siamo rimasti in una decina".
- Si dice che lei sia «l’uomo del nord»: d’accordo?
"Gli uomini del nord, di solito, sono campioni. Innanzitutto io non ho ancora vinto classiche, ho un fisico diverso e non sono un campione".
- Sta per nascere il suo primo fan club.
"Sabato l’inaugurazione. Sede nel ristorante Boriccio, a Salvatronda di Castelfranco Veneto. Grandi appassionati di ciclismo. Mi hanno chiesto il permesso, ho risposto di sì, e si sono iscritti in 130. Ho dato il trofeo vinto al Laigueglia, la coppa conquistata alla Tirreno-Adriatico, la maglia della Nazionale al Mondiale di Salisburgo, la maglia della Lampre-Fondital indossata alla Parigi-Roubaix".
- Serio, modesto, pulito. Altro?
"Poco goloso. Sono uno dei pochi che, davanti alla Nutella, riesce ad accontentarsi di qualche cucchiaino e non svuota il vasetto".