Marianne Vos ha conquistato il suo terzo Giro d’Italia. Terza nell’ultima tappa, la Trezzo sull’Adda-Ghisallo, ha rafforzato la maglia rosa, si è impadronita anche di quella ciclamino per la classifica a punti e ha contribuito al successo della Rabo Liv nella classifica a squadre. Insomma: prima, sempre prima, fortissimamente prima.
Marianne Vos, terza vittoria al Giro Rosa. Ianuale

Marianne Vos, terza vittoria al Giro Rosa. Ianuale

Vos, c’è stato almeno un momento in cui è stata vulnerabile?
“Non un solo momento, ma un’intera salita, quella di ieri, a San Domenico di Varzo. La tappa si è rivelata dura ma, per la nostra squadra, anche buona, perché nella generale c’erano tre di noi ai primi tre posti”.
Così?
“Stamattina c’era un po’ di tensione, ma anche fiducia. E la consapevolezza che la salita del Ghisallo avrebbe determinato la classifica finale. Siamo partite forte, più di 44 chilometri nella prima ora, poi rimanevano soltanto i 10 km finali. Quando la Pooley è scattata ai -5, sono riuscita a controllare la corsa. Ma la mia è stata una supersquadra”.
Nessuna gelosia?
“L’atmosfera era perfetta. Siamo arrivate al Giro Rosa in forma, sapevamo che cosa fare e sapevamo soprattutto per che cosa lottare: la maglia rosa. Avevamo tre atlete per quell’obiettivo, la migliore delle tre – non importava chi fosse - avrebbe avuto l’appoggio delle altre. E così è stato. Fino alla fine”.
Lei è abituata a battere le altre. Riesce anche a battere se stessa?
“Per battere le altre devo misurarmi con me stessa. Fisicamente e mentalmente. Nella concentrazione e nella motivazione. La concorrenza, delle avversarie ma anche nella mia squadra, si fa sempre più forte”.
Lei è considerata una Cannibale per la sua fame di vittorie. E la freddezza è una delle sue qualità.
“Oggi no. Oggi mi sono veramente emozionata. La vittoria al Giro d’Italia rappresenta, per una donna, la vittoria al Tour de France per un uomo”.
Perché?
“Perché è la corsa più importante al mondo, e questa edizione lo ha dimostrato meglio delle precedenti. Tanta passione, tanta attenzione, tanto calore. E poi l’atmosfera. E il finale, quassù, in una delle cattedrali del ciclismo”.
Marianne, sta seguendo il Tour de France?
“Sì, quando posso. Mi dispiace per Chris Froome: senza di lui, si è perso un protagonista. Ma fra due settimane ci saremo anche noi sui Campi Elisi. E chissà che non sia l’inizio di una nuova storia d’amore, per noi, donne, con il Tour”.