Contador: "Il Giro m'incanta
Potrei anche esserci"

Milano, 01 dicembre 2012

Lo spagnolo: È una corsa mitica, dal grande fascino La possibilità di correrla nel 2013 c’è. Ed è importante"

La dichiarazione d’amore, l’ennesima, arriva subito. Appena pochi minuti dopo lo sbarco a Milano Linate. Alberto Contador è evidentemente felice di passare una giornata in Italia, il Paese preferito dopo mamma Spagna, e a chi gli chiede la ragione del legame speciale con il Giro regala una risposta non di circostanza: "Sapete, è una corsa che ha conservato il fascino del mito, della storia che ha. L’incanto del passato. Come penso possa valere per una gara tipo il Fiandre, o la Roubaix. E’ difficile anche da spiegare, ma vi assicuro: se lo vivi, e io ho avuto la fortuna di farlo, è un qualcosa che ti sembra di palpare".

Impossibile rispondere con certezza ieri alla domanda sulla sua partecipazione all’edizione 2013: in questo senso, l’attribuzione o no della licenza World Tour alla Saxo-Tinkoff (decisione il 10 dicembre) giocherà un ruolo molto importante. Ma intanto Contador si è goduto appieno la giornata in Italia, una sorta di festa anticipata per il 30° compleanno. Il tempo vola durante il trasferimento in auto verso Pinerolo e poi Fossano. L’imprenditore Elvio Chiatellino, che lo considera tra i più grandi di ogni tempo ("Dietro solo a Merckx, Coppi e Hinault: per ora"), addirittura sogna di organizzare un Mondiale durissimo in Piemonte nel 2017, per fargli chiudere la carriera in maglia iridata. Alberto, accompagnato dal fraterno amico Mario, sorride. E parla di tutto.

Contador, giovedì compirà 30 anni. E’ vero che tra altri 3 vuole smettere di correre?

"No, di recente ho detto che sicuramente vedo altre 3 stagioni davanti a me, quelle del contratto che ho. Poi, vedremo".

Lecomincia a pesare la vita da nomade tipica del ciclista?

"Fa parte del mestiere, bisogna mettere tutto sulla bilancia e pensare che non sarà così per tutta la vita. Per fortuna ho una moglie, Macarena, che lo capisce. Il nostro è un rapporto perfetto. C’è chi vuole sapere se ci sono in programma dei figli. Per ora, no".

Nella preparazione verso il 2013 ha cambiato qualcosa?

"Non molto. Non ha senso cambiare le cose che vanno bene. E’ cambiata però in meglio la squadra, la Saxo s’è molto rinforzata. Penso a gente come Roche e Kreuziger. Tra l’altro nel primo ritiro a Gran Canaria ci siamo trovati subito molto bene. Comincia tutto sotto i migliori auspici. Importante sarà non perdere troppo tempo in impegni extra. Nel ciclismo, più che in altri sport, se perdi anche solo un po’ di allenamento sei fregato".

Ci sono margini di miglioramento per Alberto Contador?

"Io penso di sì. All’ultima Vuelta avevo il 'punch' per staccare gli altri in salita, ma peccavo in potenza, in resistenza allo sforzo. Anche a cronometro posso andare più forte".

Eppure il 2013 è ancora un punto interrogativo, in attesa della decisione sulla licenza World Tour per la Saxo-Tinkoff. Se non arriverà, la squadra dovrà dipendere dagli inviti degli organizzatori per le grandi corse. Le dà fastidio? E la sorprenderebbe, per esempio, di non essere invitato al Tour?

"E’ una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, non ha troppo senso parlarne adesso. Di certo, quello che ho fatto al Giro 2008, vinto senza averlo preparato specificamente, è stata un’eccezione. Non è ripetibile. Ci vogliono 8-10 settimane per lavorare verso un obiettivo del genere (a questo proposito, il Giro comunicherà l’8 gennaio i team invitati, ndr). Certo, il Tour è molto importante, ma sapete già che per me vale almeno tanto quanto il Giro. La possibilità di correre il Giro nel 2013 c’è. Ed è una possibilità importante".

Se lei fosse stato al via, Wiggins avrebbe vinto il Tour?

"Non so. Di sicuro la corsa in salita sarebbe stata più movimentata. L’anno di Wiggins comunque è stato fenomenale".

Se lo aspetta sugli stessi livelli nel 2013?

"Sì, credo che i grandi nomi saranno sempre più o meno quelli. Per il Tour vedo Froome e, anche se per ora è un po’ un punto interrogativo, Andy Schleck. Ha grande classe. Al Giro, Wiggins e Nibali. Sarà un po’ 'strano' vedere Vincenzo lontano dalla Liquigas. E’ cresciuto ancora, è un ottimo corridore".

A distanza di un po’ più di tempo, ha fatto qualche riflessione sul caso Armstrong?

"E’ stato giudicato colpevole ed è stato condannato, è un fatto. Non me la sento però di parlare troppo di una vicenda che non mi riguarda direttamente. Del mio caso (positività al clenbuterolo al Tour 2010, ndr) e ho sempre ripetuto di essere pulito, non ho paura di espormi ancora una volta".

Immagini di essere il presidente dell’Uci: quale sarebbe la prima cosa da fare per il ciclismo?

 

"Non è una domanda facile. E’ come quando immagini di avere la Lampada di Aladino, mica semplice scegliere i tre desideri. Comunque: lavorare sulla credibilità. E anche sull’immagine. Perché il ciclismo è infinitamente meglio di quello che a volte sembra".

dal nostro inviato
Ciro Scognamiglio
twitter @cirogazzetta© RIPRODUZIONE RISERVATA
ciclismo
RISULTATI
Bacheca Messaggi:
Stai scrivendo in risposta a
Invita i tuoi amici a lasciare un commento a questo articolo:

Invita Amici
      Invita a leggere