Intervista. Rossella Ratto, da sempre sulla testa della corsa

| 26/05/2010 | 13:46

Il padre le fa da meccanico, la madre da direttore sportivo, i fratelli Enrico e Daniele sono ciclisti professionisti nella Carmiooro Ngc, lei non poteva esser altro che una promettente campionessa. Rossella Ratto (Team Carmiooro NGC Cassina Rizzardi), bergamasca di Colzate classe ‘93, può sfoggiare tra le altre una maglia di Campionessa italiana a cronometro (2009), svariati titoli regionali, due vittorie nella Coppa Rosa e nella Cesano-Ghisallo. Quest’anno al debutto tra le Donne Junior ha già ottenuto cinque vittorie, due delle quali lo scorso week end. In partenza per il ritiro con la nazionale in vista dei prossimi appuntamenti internazionali, si racconta nell’intervista a cura di Giulia De Maio.

-Da dove è nato il tuo amore per il ciclismo? Passione di famiglia…

Ho iniziato ad andare in bici sin da piccolina per stare dietro ai miei fratelli nel cortile sotto casa. Trascorrevo interi pomeriggi davanti alla tv per vedere le tappe dei grandi giri, tanto che mi facevo chiamare teté, in realtà tête, che indicava la testa della corsa.

-Da quanti anni corri? Cosa credi ti abbia insegnato il ciclismo?

Corro da 11 anni, da quando ero G1. Credo che il ciclismo sia stato per me la migliore scuola di vita. Oltre che essere uno sport divertente insegna cose che non si possono trovare in nessun libro.

-I tuoi fratelli Daniele ed Enrico corrono tra i professionisti. Vi allenate assieme? Ti danno consigli per le gare?

Sia Daniele che Enrico corrono nella Carmiooro. In estate, quando non vado a scuola, a volte mi alleno con loro. E’ divertente perchè quando siamo in salita mi parlano come se niente fosse mentre io non vedo l’ora che sia discesa. Mi hanno sempre dato buoni consigli, come anche i miei genitori. In famiglia si mangia pane e ciclismo!

-Qual è la vittoria di cui vai più fiera?

Difficile, perché ogni vittoria ha qualche cosa di speciale. Forse sceglierei la gara da esordiente in Toscana a Campi di Bisenzio, la Coppa Rosa a Borgo Valsugana e l’italiano a cronometro a Imola.

-Corri e vinci sia gare in linea che a cronometro, quale delle due discipline preferisci?

Preferisco la strada perché oltre alle gambe bisogna usare la testa, le gare sono più lunghe e aperte a ogni soluzione. Anche le cronometro non mi dispiacciono, ma credo siano più belle inserite in una corsa a tappe.

 -La stagione sta andando alla grande. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Sicuramente cercherò di fare bene ai Campionati Italiani nella speranza di riuscire a proseguire nel migliore dei modi la stagione.

 -Qual è il/la tuo/a ciclista preferito/a?

Bettini, anche se ormai ha smesso, perché non aveva paura di niente, era sempre all’attacco e poi Contador perché è micidiale in salita.

-Oltre alla campionessa, cosa vorresti fare da grande? Magari la scrittrice visto che hai pubblicato un libro insieme alle tue compagne…

Vorrei diventare una giornalista sportiva, ovviamente di ciclismo. Intervistare i corridori e descrivere le loro fatiche. Il libro “Con un colpo di pedale” è nato come divertimento. Solo dopo ci siamo accorte che poteva diventare davvero interessante e quindi ci siamo messe a scrivere. Si è poi rivelato di vitale importanza in quanto con il ricavato delle vendite paghiamo parte delle spese che comporta la stagione, come  il ritiro a inizio anno in Liguria. Credo che il punto forte del libro sia la leggerezza e l’originalità dei racconti che noi stesse abbiamo scritto, caricando di emozioni ogni parola.

Giulia De Maio

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