Il suo motto è “certe occasioni vanno prese al volo!”. Ha studiato per diventare pilota, oggi è caporalmaggiore, ha vinto il titolo italiano di cyclocross da Allievo nel 2002 e da allora è uno dei portacolori italiani di questa disciplina (7° al mondiale Under 23 di Treviso nel 2008), si è innamorato follemente di Roberta, l’anno prossimo vorrebbe sposarsi. A soli 24 anni Fabio Ursi, comasco di Vighizzolo di Cantù, ha le idee ben chiare e grinta da vendere. Sarà per questo che l’Esercito Italiano ha deciso di investire su di lui. Nell’intervista a cura di Giulia De Maio, racconta a tuttobiciweb com’è correre in divisa.
-Da dove è nata la tua passione per il ciclismo?
La passione è nata in montagna pedalando con una normalissima bici, una di quelle che possiedono tutti i ragazzi. Ho iniziato da esordiente 2° anno (prima giocavo a calcio). Corro ormai da dieci anni.
-Qual è la vittoria che ricordi con maggiore soddisfazione e quale sogni di conquistare?
La gara più bella che ho vinto è il Campionato italiano di cyclocross della categoria allievi quando correvo per il G. S. Fiorin; quella maglia rimarrà per sempre nella mia camera! Il titolo nazionale di cross è proprio quello che vorrei tornare a vincere nella categoria Elite.
-Corri per l’Esercito, come ti trovi in questa particolare squadra?
Sono caporalmaggiore. Correre per il CSE (Centro Sportivo Esercito) è una grande soddisfazione. Io e i miei compagni andiamo alle gare con la "missione" di dare un’immagine positiva dell’Esercito di cui siamo portacolori e di cui andiamo fieri. Al momento lavoro poco in caserma; ci vado principalmente per i saluti festivi ed eventuali cerimonie. Devo assolutamente ringraziare l’Esercito perché mi offre la possibilità di dare il massimo con la tranquillità di uno stipendio a fine mese. Gli va sicuramente riconosciuto che permette a ragazzi promettenti di investire sul proprio talento.
- C’è differenza tra il correre per l'Esercito e per un team come quelli in cui hai militato in passato?
Sì, innanzitutto se si corre per l’Esercito significa che si è un militare al 100% tutto l'anno. Bisogna avere le idee chiare perché non si può mollare per nessun motivo a metà stagione. Si deve avere un comportamento responsabile in qualsiasi circostanza, sia nello sport che al di fuori… Anche se non vinci, tutti ti guardano!
-Come sei organizzato per allenamenti e gare?
Per quanto riguarda gli allenamenti ho un preparatore personale. L’Esercito ovviamente non può seguire tutti (il centro sportivo è a Roma) quindi devo autogestirmi anche per andare alle gare. Questo non è assolutamente un problema, anzi è un motivo in più per essere responsabile. Inoltre tra me e i miei diretti superiori c'è un forte rapporto di fiducia, ci sentiamo tutte le settimane per accordare insieme le gare da disputare.
-Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Ora mi aspettano molte gare internazionali con la società svizzera team Burgi-FidiBC alla quale mi appoggio per correre su strada. In Italia correrò poco, ma probabilmente sarò al via del Valle d'Aosta e poi mi dedicherò ovviamente alla stagione di cross.
-Nel prossimo futuro c’è un altro passo importante che stai per compiere, vuoi parlarcene?
Certo. Mi sposo! Io e Roberta convoleremo a nozze il 5 febbraio 2011. Ci conosciamo da una vita e abbiamo già una casa che ci aspetta.
-Come si vede “Fabietto” da grande?
Non mi sento grande, ma chiedere cosa farò da grande forse è un po’ tardi…A 24 anni bisogna essere già sistemati! Sono fortunato, sto facendo per lavoro proprio quello che volevo fare nella vita. Per l'Esercito sono un professionista, nel cross sono "azzurro" e voglio andare avanti così. Quando sarò più grande vedremo…
Giulia De Maio
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