Matteo ha ventun’ anni, abita a Rogeno (Lc) e corre per la Trevigiani Bottoli. Marina tra poco compirà ventidue anni, vive a Recanati (Mc) e gareggia nella Safi Pasta Zara Manhattan. A loro più che una capanna servirebbe un tandem. La distanza e gli impegni sportivi non sono un problema perché sono innamorati. Le due promesse del ciclismo italiano, si raccontano nell’intervista raccolta da Giulia De Maio.
- Come state?
Matteo: «Bene, sicuramente meglio dello scorso anno visto che sono riuscito a risolvere alcuni problemi fisici».
Marina: «Bene, anche perché finalmente è arrivata la primavera».
- Come sta andando la stagione?
Matteo: «Ho ottenuto due vittorie e molti piazzamenti; a inizio stagione non ero brillante ma col passare delle gare sto trovando il colpo di pedale sempre più buono. Tutto sommato penso che senza alcuni piccoli errori e un pò più di fortuna avrei raccolto molto di più».
Marina: «Le gare vanno abbastanza bene, fortunatamente la condizione sta crescendo in vista dei prossimi appuntamenti ai quali tengo in modo particolare».
- Quali sono i vostri prossimi impegni?
Matteo: «Il calendario è ricco di gare e appuntamenti; non posso dire con certezza a quali parteciperò perché bisognerà vedere la mia condizione e gli interessi della società, ma gli impegni non mancheranno di sicuro».
Marina: «I miei prossimi impegni sono: Trofeo Papà Cervi e Muri Fermani. In queste due gare spero di poter raccogliere qualcosa di buono. In ogni caso il top della condizione dovrei raggiungerlo nel mese di giugno: ambizioni tante, spero di soddisfarne qualcuna».
- Matteo definisci con un aggettivo il ciclismo maschile; Marina fai lo stesso per quello femminile.
Matteo: «Bistrattato, perché la gente non dà al ciclismo il valore e l'attenzione che meriterebbe».
Marina: «Emergente! Credo sia molto in crescita soprattutto grazie alla rete internet che ci ha fatto conoscere ad un più ampio pubblico».
- Nonostante i vostri impegni agonistici riuscite a conciliare vita privata e vita professionale?
Matteo: «Ci riusciamo abbastanza bene, nonostante i nostri innumerevoli impegni e viaggi ci portino a stare per lunghi periodi lontani l'una dall'altra. Fortunatamente quando ci vediamo non parliamo mai di ciclismo e cerchiamo di goderci il tempo libero».
Marina: «Sì, posso dire che riusciamo a conciliare il tutto, infatti appena possiamo o lui viene a casa mia o io vado a casa sua. Bisogna fare un pò di sacrifici per vedersi, ma ne vale la pena».
- Oltre alla passione in comune per lo sport, cosa vi ha fatto innamorare?
Matteo: «Ci siamo trovati subito bene, è nato tutto per caso. Mi hanno colpito il suo sorriso e il suo carattere solare. Il ciclismo c’entra poco anche perché seguo pochissimo il ciclismo femminile».
Marina: «Diciamo che non è stata proprio la passione in comune per il ciclismo a farci innamorare, ma piuttosto il fatto che abbiamo molte affinità in comune, come se ci conoscessimo da una vita. Per quanto mi riguarda, di Matteo mi ha fatto innamorare la sua grande personalità e soprattutto il fatto che con lui riesco ad essere pienamente me stessa».
- Come vi immaginate tra dieci anni?
Matteo: «Mi immagino corridore professionista, con al mio fianco Marina».
Marina: «Io mi vedo laureata e perché no, donna in carriera. Non credo che sarò ancora in bici a trentadue anni, perché spero di raggiungere i miei sogni sportivi un pò prima, per dedicarmi soprattutto alla mia vita privata di coppia».
Giulia De Maio
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