"L'anno da iridata
il più brutto della mia vita"

La stagione 2010 sta per cominciare. Squadre, raduni, preparazione, programmi... E c’è chi debutterà solo a stagione cominciata. È il caso di Marta Bastianelli, campionessa del mondo professioniste su strada nel 2007

MILANO, 7 gennaio 2010 - Ha solo 22 anni, eppure a Marta Bastianelli è già successo tutto, di tutto, se non di più. Campionessa italiana da allieva, campionessa italiana e vicecampionessa mondiale da junior, campionessa mondiale su strada nel 2007. Ma anche una squalifica — fenfluramina: un derivato anfetaminico, usato nelle diete — di due anni. Che scadrà il 5 luglio 2010.

Marta, già studiato il calendario?
"Sì, purtroppo. Dico purtroppo perché tre giorni prima della fine della squalifica parte il Giro d’Italia. Sarebbe stato importante correrlo: una vetrina, un’occasione, un appuntamento. Anche in vista di una mia eventuale partecipazione al Mondiale. Ma così è, e così devo fare".

Ma ci saranno altre corse.
"Sì, e stavolta aggiungo per fortuna. Voglio correre tutto quello che posso, fino al Mondiale. Tre mesi per mettermi alla prova, e in mostra, dopo due anni di stop. Sarà dura, ma io penso di farcela. Spero che sia l’ultima prova cui il Signore mi sottopone, altrimenti non so che cos’altro potrei inventarmi per tirare avanti. Per amore del ciclismo ho fatto proprio tutto".

"La squalifica? Sono stata ingenua, ero ossessionata dal peso"

Si è fatta un esame di coscienza?
"Sono stata ingenua. Terribilmente ingenua. Avevo 20 anni e quella maglia iridata era più grande di me. Pesava troppo. Mi fidavo di chiunque mi desse un consiglio. Ed ero ossessionata dal peso. Adesso lo posso dire: l’anno da campionessa del mondo, invece di essere il più bello della mia vita, si è rivelato il più brutto. Troppa responsabilità".

La squalifica, all’inizio di un anno, è stata raddoppiata. Ha mai pensato di smettere?
"Sì, tante volte, ma ogni volta mi sono fatta coraggio e sono ripartita. Ho dovuto abituarmi a un’altra vita: prima stavo a casa solo da ottobre a gennaio, poi ero una nomade, invece adesso ho riscoperto la famiglia, e non è poco".

Lei fa parte delle Fiamme Azzurre.
"Mi sono state vicino, e di questo le ringrazio. Finora, anche per l’incidente che mi era capitato in bici, avevo potuto usufruire di un periodo di malattia. L’11 gennaio entrerò in servizio, part-time, in una casa circondariale, a Velletri, a 5 chilometri dalla mia casa di Lariano".

Un problema per gli allenamenti?
"Finora avevo la possibilità di scegliere quando allenarmi. Io preferisco la mattina, ma a seconda del tempo potevo anche rimandare l’allenamento al pomeriggio. Invece adesso avrò a disposizione solo la mattina, il pomeriggio andrò comunque a lavorare. È un carcere maschile. Sarò in divisa, in un ufficio, per la parte amministrativa. Quando tornerò a correre, lo potrò fare a tempo pieno".

A proposito, come va la preparazione?
"Mai smesso. Per Natale, dal 21 al 30 dicembre, sono stata alle Canarie con un mio amico cicloamatore, e mi sono allenata bene. Ero stata lì due anni fa con la squadra, e da quelle parti, con quel vento — è così forte che alle Canarie, non a caso, si tengono i Mondiali di surf — sarebbe meglio lavorare con la squadra. Mi ricordo che certe volte, dopo uscite di un centinaio di chilometri, a riportarci in albergo ci voleva l’ammiraglia. Stavolta dovevamo fare tutto con le nostre gambe".

Poi?
"Questo inverno romano non è mite. C’è un tempaccio. Ma ci do dentro. E ho un personal trainer fantastico: mio cognato Alessandro Proni, professionista, attualmente in cerca di ingaggio. È proprio un momento difficile per tutti".

Negli ultimi tempi il ciclismo italiano femminile ha vissuto momenti di gloria. Ai Mondiali, poi...
"Sono molto contenta per Tatiana Guderzo e Noemi Cantele. Se lo meritano. Abbiamo condiviso trasferte, corse, emozioni... Noemi, poi, è da tanto che insegue una medaglia d’oro. Quando ho vinto io, lei mi disse: ’Basta che mi lasci l’oro del prossimo anno’, cioè quello dei Mondiali 2008, a Varese, casa sua".

"Il calendario della Baccaille? Ne ho fatto uno anch'io, ma più casto"

Ha visto l’altra sua compagna, Monia Baccaille, sul calendario?
"Quello sexy? Eh sì. Monia ha il fisico giusto, e le sarà piaciuto anche posare. Quel calendario dimostra che non è vero che le ragazze che si dedicano al ciclismo debbano essere mascoline".

Lei non ha mai pensato a un’esperienza così?
"Anch’io ho posato per un calendario, ma è quello del mio fan club. Molto più casto, molto più innocente".

In questi mesi ha fatto altro?
"Sono diventata istruttrice spinning. Non si sa mai".

Esteticamente?
"Ho le unghie un po’ più lunghe... E ho messo su qualche chilo. Prima ero a 49, adesso sono a 56, anche se qualcosa dovrò perdere. Ma senza dannarmi. È tutta salute. La differenza è che prima me ne facevo un problema, adesso mi accetto per come sono. E non è detto che sia uno svantaggio, anzi, magari adesso avrò un po’ di potenza in più".

Marco Pastonesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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