Di Luca torna in sella
"Si è fatta chiarezza"
E' deferito per il test sullo Zoncolan, sembrava che dovesse fermarsi, invece correrà Tirreno-Adriatico e Sanremo: "Farmi gareggiare è un atto di giustizia e rispetto, mi sembrava di passare le stesse cose di Pantani"
Danilo Di Luca, 32 anni, sulla salita dello Zoncolan. Ansa
MILANO, 11 marzo 2008 - Era a Malpensa, ieri pomeriggio, e stava salendo sull'aereo per tornare a Pescara quando è suonato il telefono. "C'è il via libera, puoi correre la Tirreno", gli ha detto il team manager Fabio Bordonali. Per Danilo Di Luca è la prima buona notizia dopo parecchi mesi. La Procura antidoping del Coni l'aveva deferito, con richiesta di 2 anni di squalifica, per il controllo sullo Zoncolan al Giro 2007, e c'era il rischio che per questa accusa il vincitore della corsa rosa non potesse presentarsi né alla Tirreno-Adriatico, che scatterà domani, né tantomeno alla Sanremo di sabato 22. Angelo Zomegnan, direttore ciclismo di Rcs Sport, ha fatto le valutazioni decisive dopo contatti con la Procura antidoping del Coni. E Danilo ha avuto luce verde. In attesa della sentenza del Gui, il giudice di ultima istanza sul doping che lo ascolterà il 1° aprile.
Di Luca, come si sente?
"Sono contento, si è fatta chiarezza. Per me e per il ciclismo. A Milano ho incontrato Zomegnan, volevo che sentisse la mia campana. Gli ho detto che volevo correre, che non c'era nessuna motivazione legale valida per lasciarmi fermo. Adesso ho capito che gli organizzatori sono dalla mia parte. Il via libera a Tirreno e Sanremo diventa un lasciapassare per altre gare di primo piano. Sarà importante per Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, corse dell'Aso (l'organizzatore del Tour: la squadra di Di Luca, la Lpr, attende l'invito, ndr).
Come ha vissuto questo periodo?
"Malissimo. Ero molto arrabbiato, e poi a Pescara è piovuto negli ultimi tre giorni e non mi sono allenato. Non ho scaricato le tensioni in bici. Non sono stati giorni facili, anche per mia moglie Valentina, che non ne può più, e mia mamma Maria, che soffre con me".
La solidarietà del movimento non è mai mancata.
"Noi corridori siamo uniti come mai in passato. Farmi correre è stato un atto di giustizia e di rispetto. Se avessi fatto qualcosa, se le accuse fossero vere, non mi sarei neanche presentato da Zomegnan. Oggi è come essere riabbracciato di nuovo dal mondo del ciclismo. Con le dovute differenze, di carattere e di grandezza ciclistica — io non sono al suo stesso livello — mi stavano facendo passare le stesse cose di Pantani, immagino quello che abbia provato Marco nelle sue vicende".
Come interpreterà la Tirreno-Adriatico?
"Con il morale che ho, voglio lasciare il segno. Magari faticherò all'inizio, ma sull'arrivo duro di Montelupone devo esserci".
Oggi i suoi tifosi manifesteranno al Coni.
"Dietro di me c'è tutta una regione. Erano molto arrabbiati, e questa è una buona notizia anche per i miei fan. In ogni caso sarebbe stata una protesta pacifica".